Ieri è stato decretato il coprifuoco a Santiago del Cile dalle 22,00 alle 7,00, come non accadeva dai giorni della dittatura di Pinochet; ciononostante la protesta della popolazione va avanti. Nella notte i “cacerolazos” con il suono delle loro pentole sono scesi nelle strade e nelle piazze di Santiago, così come in quelle di molte altre città cilene – Arica, Iquique, Antofagasta, Calama, Coquimbo, La Serena, Quillota, Valparaíso, San Antonio, Talagante, Rancagua, Talca, Curicó, Concepción, Lota, Temuco, Osorno, Puerto Montt e Punta Arenas. Gruppi di cileni all’estero hanno manifestato a Barcellona, Dublino, Monaco e Berlino.

In Cile nella grande protesta, in strada si canta; "el pueblo unido jamás será vencido"

In Cile nella grande protesta, in strada si canta; "el pueblo unido jamás será vencido"

Gepostet von Pressenza Italia am Sonntag, 20. Oktober 2019


La protesta era partita nei giorni scorsi come azione di disobbedienza civile da parte degli studenti
di Santiago, che protestavano per via  del quarto aumento consecutivo del biglietto della metropolitana. L’invito degli studenti alla popolazione di Santiago era di scavalcare i tornelli per accedere alla metro, senza timbrare il biglietto.

In seguito la protesta dalla metro si è allargata all’intera capitale: migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza a manifestare e successivamente la protesta si è allargata a tutto il paese.

Formalmente si protesta non solo per il costo dei mezzi di trasporto, ma per i continui rincari di tutti i servizi pubblici, ancor più dopo che il governo ha tolto alcuni benefit e sgravi rivolti proprio alla popolazione che usufruisce dei servizi pubblici. La grandezza e la durata della protesta però, rende evidente che il malcontento e l’insofferenza popolare siano in generale molto forti in tutto il resto del Paese, e certamente non solo per via del costo dei mezzi di trasporto. Alcuni paragonano questa protesta alla “revuelta de la chaucha”, che iniziò nel 1949  proprio a causa dell’aumento delle tariffe dei trasporti, ma un ‘esplosione di protesta sociale simile e così continuata nel tempo denuncia che c’è una vasta componente del paese, forse ben più grande di quel che finora veniva detto, che ha sofferto e soffre con disagio sempre maggiore le politiche ultra-liberiste applicate finora dal governo del presidente Piñera.

Cile: va avanti la grande protesta popolare nonostante il coprifuoco

Cile: va avanti la grande protesta popolare nonostante il coprifuoco

Gepostet von Pressenza Italia am Sonntag, 20. Oktober 2019

 

Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza molta gente ha invaso il centro di Santiago, presidiato da carabinieri e militari. Per la prima volta dalla fine della dittatura si sono visti mezzi blindati dell’esercito nelle strade; nonostante questa fosse uno spettacolo sconvolgente per chi ha vissuto il regime militare (o forse proprio per questo), molti hanno affrontato i militari a viso scoperto, invitandoli a tornare in caserma.

 Stanotte nonostante il divieto, come è possibile vedere dai video, la popolazione  è scesa in strada: il suono ritmato delle pentole dei cacerolazos si mischiava ai canti che accompagnarono la resistenza popolare quasi 50 anni fa, e che incarnano le idee, il sogno e le speranze di giustizia sociale di tutto un paese il cui portavoce principale all’epoca in Cile fu Salvador Allende; stanotte in nome di quella giustizia sociale purtroppo mai arrivata, qualcuno è riuscito a proiettare una grande scritta luminosa, che si stagliava evidente sopra la torre telefonica in Plaza Brasil, nella zona centrale di Santiago, “DIGNIDAD”, (Dignità).

Purtroppo la protesta ha assunto anche toni violenti: durante la notte sono state incendiate almeno 41 stazioni della metropolitana e nel corso della giornata sono stati dati alle fiamme dieci autobus del Transantiago, la rete di trasporti della capitale.

Dirigenti del Frente Amplio e parlamentari umanisti si sono uniti alle marce nel centro della capitale e ai “cacerolazos” della notte. La presidente del Partito Umanista cileno, Catalina Valenzuela, ha dichiarato: “Come FA sappiamo che il nostro dovere è stare a fianco dei movimenti sociali, senza pretendere di capeggiarli, ma accompagnandoli come abbiamo sempre fatto. Sappiamo che i cittadini organizzati hanno tutto il diritto di scendere per strada per esprimere il loro scontento in forma nonviolenta.”

Foto: Sergio Bastías, Alejandra Guerrero, Pressenza