Oggi, martedì 15 ottobre 2019, il deputato umanista Tomás Hirsch presenta, insieme ai deputati Labra (PC), Fernández (PS), Marzán (PPD), Mirosevic (PL), Boric (Conv) e Girardi (PPD) un progetto di riforma costituzionale che mira a far sì che il Cile ripudi la guerra come metodo di risoluzione dei conflitti.
L’iniziativa presenta un solo articolo che modifica lo statuto fondamentale. È giustificato che il nostro paese possa avvalersi della “legittima difesa in caso di attacco militare commesso da forze straniere”, ma “questo diritto non può essere invocato per eseguire o giustificare un attacco militare su territorio straniero”, dice.
Tra gli argomenti a sostegno dell’iniziativa parlamentare, i deputati indicano che “sebbene il riconoscimento del principio della rinuncia alla guerra da parte del Cile nei trattati internazionali sia un fatto notevole, riteniamo che sia necessario incorporare questo principio nella nostra legislazione nazionale – e nello specifico nella nostra Costituzione politica – per garantire la sua piena applicabilità a livello nazionale”.
Secondo Tomás Hirsch, “il Cile, pur essendo un piccolo paese, ha occupato una posizione di primo piano nella promozione della pace e della nonviolenza come forma di risoluzione dei conflitti. Inserire nella Costituzione la rinuncia alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti rafforza questa posizione, conferendo al paese anche una leadership pratica e morale nel quadro dell’agenda di pace globale. L’America Latina è stata anche storicamente un’area caratterizzata da un basso numero di guerre tra Stati. Detto questo, considerare oggi l’esistenza di ipotesi di conflitto sembra qualcosa di anomalo rispetto alla realtà che stiamo vivendo. Il fatto che il Cile decida unilateralmente di rinunciare alla guerra per risolvere i conflitti lo posiziona come avanguardia pacifista in una regione segnata dall’assenza di conflitti armati”.
Inoltre il deputato del Fronte Amplio sottolinea che questa iniziativa era già da tempo un’idea degli umanisti, che rifiutano la violenza in tutte le sue forme e aggiunge: “Sono convinto che oggi sia necessario dare un segnale chiaro e forte a favore della pace. Proprio come stiamo vivendo problemi ambientali, come c’è una crisi idrica globale, le ragioni per una guerra potrebbero essere qualcosa che non abbiamo mai nemmeno immaginato in passato. A maggior ragione è importante nel contesto attuale e futuro dare chiari segnali dell’impegno del nostro paese a favore della pace e del ripudio della guerra”.
Per concludere: “Se questo stesso impegno fosse incorporato a livello costituzionale dai nostri paesi vicini, Argentina, Bolivia, Perù e altri paesi della regione, le spese militari potrebbero essere drasticamente ridotte. Noi umanisti proponiamo la riduzione delle spese militari, in proporzione tra i paesi della stessa regione”.
Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera