Gli ultimi cinque migranti a bordo dell’Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca Sea-Eye, potranno sbarcare a Malta. Da qui verranno poi trasferiti nei paesi dell’Unione Europea che hanno offerto la loro disponibilità, una prospettiva che non sembra però così scontata: lunedì i richiedenti asilo detenuti nel centro maltese di Safi hanno infatti protestato per le pessime condizioni di vita e i mesi di incertezza rispetto al loro destino, issando su un muro un lenzuolo con la scritta “libertà”.
La politica del governo italiano sembra purtroppo invariata: dopo aver negato l’ingresso nelle acque territoriali all’Alan Kurdi, non ha ancora indicato un porto sicuro all’Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici senza Frontiere, che a questo punto ha a bordo 84 naufraghi.
“Con il rapido deterioramento delle condizioni meteorologiche, 34 persone soccorse dalla barca a vela Josefa sono state trasferite a bordo della Ocean Viking, dopo che la situazione sulla loro barca di 14 metri era diventata di emergenza. Una donna incinta e un bambino di 1 anno sono tra i sopravvissuti ora al sicuro” si legge nella pagina Facebook di Sos Mediterranee Italia.
La Josefa è un veliero di una Ong tedesca, la Resqship e prende il nome dalla donna salvata nel giugno 2018 dalla Open Arms dopo essere rimasta in mare per giorni accanto ad altri tre migranti morti.