“Caro Matteo Salvini, io so che stai facendo finta di niente anzi spacci la disfatta per vittoria. Ma io sono stato un leale avversario fin dagli albori, quindi posso permettermi questa missiva aperta…”
Inizia così un post apparso il 4 settembre scorso sulla pagina di Fabio Sanfilippo, giornalista e caporedattore di Rai Radio 1.
E’ sul contenuto di tale post che si è scatenato nei giorni successivi un tam tam mediatico di un certo tipo, qualcosa che ormai conosciamo da tempo in cui strumentalmente si mettono in bocca parole mai pronunciate da questa o quella persona.
“Mi invita al suicidio” dichiara poco dopo Salvini…. Su questa dichiarazione dell’ex ministro partono poi titoloni roboanti del tipo: “Salvini, il giornalista Rai Fabio Sanfilippo lo invita al suicidio.” E altri ancora riferendosi al giornalista di Radio 1 “diabolico” qualcuno scrive addirittura che nel post di Sanfilippo si possa alludere al mettere la figlia di Salvini in mano ai “mostri” di Bibbiano.
Dopo di che anche dal fronte politico parte una ridda di dichiarazioni di solidarietà bipartisan, tutte rivolte all’ex ministro dell’Interno, fra le quali spicca anche quella dell’altro Matteo, quello resuscitato da Rignano.
“Piena solidarietà a Salvini!” e ancora “Mi spiace per Salvini, massimo cordoglio”, alcuni politici suggeriscono “che questo giornalista venga sospeso e poi radiato dall’albo!”
Insomma parrebbero cose davvero grosse….
Non conoscendo praticamente niente sulla questione, la prima cosa che cerco di capire è il contenuto oggetto del post su cui si è scatenata la bagarre, per non starmene alle dichiarazioni dei giornali, che non riportano le parole del post, ma solo surreali interpretazioni delle interpretazioni, alle quali poi si accodano tantissimi giudizi e commenti dei lettori, i quali per il 95% dei casi, non si prendono la briga di andare a leggere il contenuto originale di quanto realmente dichiarato.
E così chiedo l’amicizia facebook al giornalista Fabio Sanfilippo, sperando me la conceda, e subito me l’accorda.
Sul profilo di questo “novello mostro” (così è stato disegnato da diversi giornali e da colleghi giornalisti) la prima cosa che mi balza agli occhi, oltre al suo volto che porta un’espressione buffa e autoironica su sé stesso, è la descrizione che ha messo della sua persona.
“Giornalista, papà, cuoco. Allegro, non troppo. Mangio, bevo, non mi prendo troppo sul serio.”
Poi vado a cercare il post incriminato immaginandomi di trovarvi all’interno chissà quali innominabili e impronunciabili parole, e trovo quanto virgolettato qua sotto, accompagnato da più di una risata mentro lo leggo, lo riconduco ai titoli di alcuni giornali che paventavano “l’istigazione al suicidio” di colui che per oltre un anno dava le direttive a tutte le istituzioni di Polizia.
Ed ecco così il “mostruoso” contenuto del post di Fabio, che segue la prima frase citata a inizio di questo articolo di opinione:
“Certo vedere certi post e certe dirette mi fa tenerezza, tipo che vorrei mettere i croccantini o la mousse, se preferisci l’umido. Ma temo sia il tuo guru dei social che ti fa fare queste pessime performance, cacciamolo!
Allora, ti sei impiccato da solo, e questo è evidente. Io ne sono felice. Vabbè, si era capito.
Ora perderai almeno il 20, 25 per cento dei consensi che ti accreditano di sondaggi, lo sai? E che fai? Non hai un lavoro, non sai fare niente, non hai un seggio da parlamentare europeo, hai perso il posto da ministro, certo stai in parlamento, ma con la vita che ti eri abituato a fare tempo sei mesi ti spari amico mio…
Penso che perderai pure la segreteria della Lega Nord o come si chiama.
Quello che non ti perdonerò è di avere plagiato la mente di due miei nipoti, con i miei figli non ci sei riuscito cazzo.
Ma li recupero, fidati.”
Questo insieme a un “In bocca al lupo” finale è tutto il contenuto dell’oggetto del post, da cui si è scatenata la questione, del post ho omesso solo l’ultima frase, quella prima dei saluti, l’ho omessa perché prontamente e correttamente disconosciuta dal giornalista stesso e per i motivi che spiegherò andando avanti a fine articolo.
Insomma, è questo il tenore tra l’ironico e il comico del contenuto del post del giornalista Fabio… da cui poi si è scatenata la bagarre.
Direi di più, diverse battute di questo post niente avrebbero da invidiare a una performance comica di Crozza in prima serata, oppure di Antonio Albanese, o di Diego Bianchi, alias Zoro in propaganda live.
Chi non ne colga l’intento del tutto ironico e la comicità che l’accompagna, credo oggetttivamente che possa avere seri problemi di giudizio e valutazione, e la qual cosa sì che è preoccupante davvero, se a non coglierne ironia e comicità sono per primi alcuni colleghi giornalisti e soprattutto il fronte politico. Ma viene il forte dubbio che come si usa ormai da anni in questo paese, ogni questione sia funzionale e strumentale ad alzare polveroni per nascondere invece le questioni più serie e che dovrebbero davvero preoccuparci tutti quanti.
Perché effettivamente ci sarebbe da interrogarsi, su come si sia riusciti a montare una bagarre del genere su un post ironico e comico, e invece non aver quasi fiatato e fatto finta di niente per oltre 14 mesi, e aver permesso che sulle pagine social, sui giornali, sulle televisioni, dappertutto si assistesse alla peggiore ondata di odio, razzismo, sessismo e discriminazione mai vista in questo paese da dopo il fascismo…
Ebbene sì, credo che sia oltremodo preoccupante che non si riesca a distinguere ciò che è stato ed è tuttora veramente serio e grave, rappresentato da questo odio distribuito a fiumi, un odio vero, espresso in modo serio e continuo oserei dire con metodo, con aperte frasi di razzismo, di discriminazione, di sessismo volgare, di cattiveria becera e gratuita, che ci ha ammorbato tutti quanti per anni; un’onda propagata in ogni dove, proprio per bocca di colui a cui istituzionalmente era affidata la nostra sicurezza e la tenuta civile e sociale del nostro Paese…. e a cui adesso dopo averci portato in un clima da pre-guerra civile, ora gli si manifesta pure “solidarietà”.
Tutto ciò perché un giornalista, nella sua pagina con circa un migliaio di followers, una persona mite per di più e che nemmeno si prende troppo sul serio (giustamente dico io come dovrebbe essere per le persone davvero serie) ha scritto un postarello chiaramente ed evidentemente ironico e comico rivolto all’ex ministro.
Il geniale Totò se fosse stato ancora vivo, così come allora si era rivolto all’onorevole Trombetta, direbbe di nuovo: “Ma mi faccia il piacere!”
Naturalmente Salvini, che nei mesi precedenti grazie a tutti i giornali, e organi d’informazione, grazie anche quelli che dovrebbero essere pubblici e quindi superpartes, persino quelli che si dichiarano “d’opposizione”, ebbene, ha goduto di una visibilità e uno spazio mediatico senza precedenti mai visiti prima nella storia, tali che all’epoca, nemmeno Berlusconi, proprietario di ben tre televisioni e di giornali e radio, era risucito a raggiungere una simile esposizione mediatica. Anche di questo ci sarebbe da interrogarsi e molto bene….
Ed ecco che in questo clima surreale, odioso e asfissiante, da Salvini stesso creato con la sua “bestia” alle spalle e la complicità a seguito di molti giornalisti e mass media, ebbene, che cosa fa il signor “Lo Stato sono io”? coglie la palla al balzo ovviamente e dichiara: “adesso mi minacciano di suicidio”… e cosa fanno i principali mass media e tanti giornalisti? Anche stavolta gli vanno dietro, ovviamente e purtroppo.
E così fanno pure i vari esponenti dei principali fronti politici, a gara a esprimere solidarietà a colui che in questi mesi senza solidarietà alcuna, ha dato in pasto alle urlanti folle dei social, ragazzine “figlie di papà” ree di andare in mare a salvare gente, che sono poi state ricoperte dei peggio insulti, oppure persone che difendevano il proprio diritto alla diversità, sempre in questo clima colpite persino da minacce di morte, altri che dicevano che la vita delle persone viene prima di tutto, mortificate e offese in mille modi diversi, rinforzati ovviamente dalle frasi melliflue dell’ex ministro, frasi che di continuo venivano segnalate alle autorità come istigazione all’odio e alla violenza, eppure restavano lì, in bella vista… anzi, non solo, venivano spesso rinforzate rincarando ulteriormente la dose.
Solidarietà sì, certo… a chi ha soffiato odio col suo linguaggio in ogni dove, a chi con le falsità contenute nei suoi discorsi ambigui, ha spesso portato le menti deboli di alcune persone, a sentirsi superiori ad altri, e per questo legittimati a insultare, offendere, mortificare, biasimare, calunniare, creare un clima di odio intorno a persone di differente nazionalità (rigorosamente povere), creando le condizioni ideali per un clima di persecuzione da scatenare verso persone di preferenze sessuali diverse, e persino di continua e costante mortificazione intorno alle donne in generale, risuscitando, alimentando e riportando alla ribalta una vecchia cultura becera e volgare, fatta di patriarcato, di maschi ignoranti e idioti, e di padri padroni, e che almeno qua in Italia, già era stata sconfitta dalla storia per almeno due volte.
Solidarietà sì… a chi ci ha riportato in un clima di scontro da anni 70 con il ricomparire in forze anche dei neofascisti… solidarietà sì… intanto però che scrivo e mentre leggete, le peggio offese e anche le minacce di morte arrivano in continuazione al giornalista Fabio Sanfilippo.
E così da un post comico, sia una certa parte della stampa (nemmeno poca), che vari notabili politici, decidono e scelgono, (non mi si venga a dire in modo inconsapevole) di andare dietro in modo grottesco e ridicolo, all’interpretazione indicata dai guru social di Salvini, quella della “minaccia” contenuta nel post di questo giornalista, addirittura “l’istigazione al suicidio.
E anche qua bisognerebbe tirare in ballo il grande Totò…. ma meglio lasciare perdere.
Ma a mio modo di vedere, (opinabile s’intende), anche se espressa in modo ironico, se c’è una cosa nel post di Sanfilippo che ha colpito davvero nel segno, è che in pratica all’ex ministro che da oltre 27 anni, e mai un sol giorno ha lavorato col sudore ma campa di politica, gli è stato dato del fallito, politicamente, professionalmente e anche umanamente. Descritto insomma per un perdente totale, altro che vincente. E questo si sa…. in un paese come l’Italia e con una larga fetta di popolo da sempre affascinata dai “vincenti” ebbene questo non si fa, si può continuare a dire che uno è cattivo, che è ladro, che è razzista, ma guai a dire che è un perdente.
L’unica frase del post che effettivamente sarebbe stato meglio non scrivere, come dal giornalista immediatamente riconosciuto e scusatosi per questo, è l’ultima, che interpreta a modo suo e impropriamente la questione dell’educazione data alla figlia di Salvini, cosa che ovviamente, anche se in un contesto ironico, nessuno può ipotizzare o pretendere di sapere come questa avvenga.
La Rai, per un simile post, e per presto allinearsi all’onda comune “forti coi deboli e deboli coi forti”, è scattata subito in piedi, attivando una procedura di sospensione del giornalista.
La stessa Rai, che in mesi e mesi nulla ha fatto davanti alle parole e alle violazioni deontologiche gravissime di molti giornalisti asserviti alle politiche del signor Matteo Salvini, molti dei quali pronti in prima serata a riportare le tesi razziste e discriminatorie sui migranti, sui “diversi” e sui più deboli, così con scioltezza… come se fosse una cosa normale e fosse questo il dovere etico di ogni giornalista.
Per non parlare di quei giornalisti, quelli degli organi di stampa vicini alla destra ufficiale, con titoli da vomito che campeggiano in prima pagina, intrisi delle peggio cose, colmi di bugie e di vero fango che puzza, per non dire di peggio, con articoli falsi e manipolatori a tal punto da riuscire a dipingere solo due giorni fa come “amore non corrisposto, il gesto del gigante buono” un assassinio in piena regola, con tanto di occultamento di cadavere di una giovanissima ragazza e tentativo di fuga.
A questi “degni” giornalisti nessuna critica però, nessuna sospensione vero? Nessuna alzata di scudi. Loro possono insistere a spargere tranquillamente odio e veleno, così da continuare a gonfiare di odio e di paura il ventre molle del “popolo ignorante e bove”, e a questo punto mi viene pure di dire, “cornuto e mazziato”.
Mi spiace, perché una persona che so essere mite e da quel che leggo, condurre molto bene e con etica il proprio lavoro di giornalista, senza certo nessunissima voglia di passare sotto la ribalta dei riflettori, per un post che ha moltissimo sia dell’ironico che del comico, in un contesto sociale e politico del tutto distorto come quello che ormai viviamo, ha involontariamente esposto il fianco, e certo senza desiderarlo ha dato occasione per lo spettacolo inguardabile di una pletora di ipocriti e una montagna di ipocrisia a seguito.
Mi spiace anche perché così è stata data ancora un poco di visibilità a un soggetto politico che solo 30 anni fa, invece che ministro della Repubblica, al massimo sarebbe potuto stare a presiedere davanti un bancone, in uno squallido e triste bar di periferia di una sperduta provincia del Nord, a bofonchiare parole di risentimento e cavolate, magari parlando da solo di fronte a un grappino, e invece è ancora qui, mediaticamente pompato, a interpretrare il suo pessimo ruolo fino in fondo, contribuendo a minare le poche basi civili rimaste nel nostro paese.