L’Associazione di scopo Pennelli Ribelli organizza per il secondo anno il festival omonimo: l’appuntamento è a Lama di Reno il 21 settembre.
Gli ideatori e promotori, Alex Sabattini, Giulio Campana, Andrea Casciu, hanno scelto di intervenire in luoghi di grande rilevanza storica e simbolica. A Monte Sole e nella Valle del Reno fu attiva, a partire dal 1943, una delle più importanti formazioni partigiane. Sul sito Storia e Memoria di Bologna si legge: Stella rossa Lupo, dal nome di battaglia di Mario Musolesi, “Comandante di brigata partigiana, paralizzava con ogni mezzo il transito nemico nella zona da lui occupata. Animatore instancabile, con la sua formazione rintuzzava vittoriosamente innumerevoli attacchi condotti dal nemico, per oltre un anno, in forze prevalenti. Attaccato infine da schiaccianti forze di SS. tedesche si difendeva disperatamente e cadeva da eroe alla testa dei suoi uomini. Cadotto di Marzabotto, 29 settembre 1944.” A lui è dedicata l’immagine del lupo che tiene un pennello tra i denti, prospettiva simbolica di una continuità di lotta con altre strategie e altri mezzi.
Pennelli Ribelli lavora, a titolo gratuito, autofinanziandosi con il supporto di tutti gli artisti, per lasciare un segno, affinché l’eccidio di Marzabotto non rimanga confinato nello spazio ristretto della commemorazione. In questi luoghi si è compiuto un crimine contro l’umanità che oggi si riscontra identico nella politica sovranista dei ‘porti chiusi’, nell’infamia dei ‘lager libici’, in quel cimitero che è diventato il Mediterraneo.
Lo scorso anno iniziare e portare a termine il progetto non è stato facile. Nonostante lo scetticismo e i dubbi degli abitanti nei confronti di una forma d’arte, la Street Art, che non conoscevano, le opere realizzate nell’ex cartiera di Lama di Reno da Andrea Casciu, NemO’S, Ericailcane, Guerrilla Spam, Kiki Skipi, Collettivo Fx, hanno ottenuti risultati tali, in termini di forza e immediatezza del messaggio, in relazione all’attenzione dei media e all’aumento significativo di visitatori, che i muri messi a disposizione per questa nuova edizione non sono mancati. A Marzabotto le famiglie Degli Esposti, Cacciari, Monari, ospitano sulla facciata della loro casa Run, Bastardilla, Lisa Gelli e Nicola Alessandrini; Sardomuto dipinge una parete del Teatro comunale; al Centro sportivo di Lama di Reno e a Luminasio Giulio Vesprini e Skan hanno già portato a termine gli interventi.
L’obiettivo di Pennelli Ribelli è far sì che la Comunità torni ad abitare la Memoria e che il pennello sia un pungolo per rimettere in moto il pensiero, sollecitare l’immaginario, spingere all’azione! La Memoria “vive e si mantiene nella comunicazione: se questa si interrompe […] la conseguenza è l’oblio” (J. Assmann) che per una Comunità equivale a perdere una parte di sé. Dipingere sui muri nello spazio pubblico è forma di comunicazione attiva, piaccia o no sono lì, difficile evitarli, bisogna farci i conti.
«Ci dispiace solo di non essere ancora riusciti a coinvolgere molti più giovani. Ad oggi i nostri laboratori artistici coprono dai 6 ai 15 anni, ci piacerebbe se anche i ragazzi più grandi si lasciassero coinvolgere.»
Lo scetticismo degli adulti sembra essere stato superato con la spiegazione degli obiettivi e la verifica dei risultati raggiunti; l’assenza dei giovani rimane lì, per il momento irrisolta. Due facce della stessa medaglia? Mentre parlano, mi viene in mente il tafano a cui si paragona Socrate nell’Apologia, mandato dagli dei per risvegliare dalla pigrizia quel grande e nobile cavallo che è la Città, per scuotere, esortare, rimproverare, se necessario, i cittadini. Socrate era un Maestro, e se Platone non avesse avuto Socrate come maestro, sarebbe diventato Platone? C’è da chiedersi se il generale disinteresse, lo scetticismo, la pigrizia, non siano una conseguenza della crisi dell’istruzione, della scuola in particolare. Come si insegna oggi la Storia? «Per lo più secondo la ripetizione ciclica, diacronica, lineare, eurocentrica» -mi rispondono alcuni ex colleghi- «L’impostazione dei manuali è questa!» «Per lo più. E per il resto?» Eppure c’è stato un tempo, che precede la Riforma Moratti, in cui si era in molti ad utilizzare il metodo teorizzato e messo a punto da Ivo Mattozzi, il sapere storico conquistato per temi e problemi, o quello ludico-laboratoriale di Antonio Brusa, concepito per fare provare agli alunni il piacere della ricerca e della scoperta, e funzionava, e funziona! Sì, ci sono ancora insegnanti che lo applicano, pochi, perché è impegnativo e non rientra nelle 18 ore, ma ci sono! Questi murales sono un laboratorio didattico già avviato, da qui si potrebbe partire per sconfiggere la noia degli studenti, con una programmazione alternativa alla tradizionale, seguendo il percorso di Pennelli Ribelli: militanza culturale in difesa di Memoria e Comunità, per rinsaldarne la relazione e contrastare la “barbarie contemporanea”.
«La lezione di Marzabotto è non darsi mai per vinti, mai sottomettersi, mai girare la testa dall’altra parte.» Perché “Questa è memoria di sangue / di fuoco, di martirio,/ del più vile sterminio di popolo / voluto dai nazisti di von Kesselring / e dai loro soldati di ventura / dell’ultima servitù di Salò / per ritorcere azioni di guerra partigiana. / I milleottocentotrenta dell’altipiano / fucilati ed arsi / da oscura cronaca contadina e operaia / entrano nella storia del mondo / col nome di Marzabotto. / Terribile e giusta la loro gloria: / indica ai potenti le leggi del diritto, / il civile consenso / per governare anche il cuore dell’uomo, / non chiede compianto o ira, / onore invece di libere armi / davanti alle montagne e alle selve / dove il Lupo e la sua Brigata / piegarono più volte / i nemici della libertà. / La loro morte copre uno spazio immenso, / in esso uomini di ogni terra / non dimenticano Marzabotto, / il suo feroce evo / di barbarie contemporanea.” S. Quasimodo
Nota di Pennelli Ribelli: il nostro è un progetto che utilizza l’arte come mezzo di COMUNICAZIONE e RIBELLIONE, con l’intenzione di smuovere gli animi delle persone, trasmettere delle alternative e dei messaggi chiari e inequivocabili. Per fare tutto questo svolgiamo diverse iniziative di AUTOFINANZIAMENTO come ad esempio la Nemo’S Estrazione. Acquistando uno dei biglietti disegnati, numerati e firmati da NemO’s , potete portarvi a casa un suo lavoro di 200 x 300 cm! Per maggiori informazioni cliccate sul link della Nemo’S Estrazione o contattateci sulle nostre pagine social e via mail: infopennelliribelli@gmail.com ?SUPPORTATE PENNELLI RIBELLI!!?