WeMove.EU e @ENAAT (European Network Against Arms Trade) hanno lanciato l’iniziativa di una lettera ai parlamentari europei per chiedere di non investire in armi ed attuare vere politiche di pace.
Il MIR Italia – per il tramie della responsabile delle relazioni internazionali del MIR- ha aderito all’iniziativa e firmato l’appello insieme con altre 60 organizzazioni, tra cui la branca belga Agir pour la Paix, austriaca IFOR Austria – Versöhnungsbund e olandese Kerk en Vrede dell’International Fellowship of Reconciliation – IFOR.
- Fermare il Fondo per la difesa respingendo l’accordo provvisorio 6 nella fase di seconda lettura e i 13 miliardi di euro nel prossimo QFP.
- Fermare la militarizzazione delle frontiere dell’UE e garantire che i finanziamenti dell’UE diano la priorità alla sicurezza, all’umanità e alla dignità. percorsi verso l’Europa e condizioni di accoglienza in Europa, in linea con il diritto internazionale e il diritto di asilo.
- Accelerare il ritmo e la portata delle azioni volte a ridurre significativamente le emissioni di gas a effetto serra nell’UE, al fine di ridurli del 65%, in linea con il rapporto speciale dell’IPCC, e a zero entro il 2040.
- Mantenere strumenti di finanziamento esterno separati per l’aiuto allo sviluppo, i diritti umani e la democrazia,
- L’assistenza umanitaria e la costruzione della pace nel prossimo QFP, con un aumento significativo degli stanziamenti di bilancio.
- Invitare il Consiglio dell’UE a fare un passo indietro per quanto riguarda il cosiddetto “Fondo per la pace”, in particolare per la sua componente relativa alla ‘formazione e all’equipaggiamento’ e di impegnarsi con la società civile per discutere in modo approfondito i suoi parametri politici e il suo valore aggiunto.
- Chiedere che le politiche esterne dell’UE diano priorità alla risoluzione pacifica, alla prevenzione dei conflitti e alla lotta contro le loro cause profonde, guidando la promozione di un’economia al 100% rinnovabile, resiliente al clima e con zero emissioni di carbonio a livello globale, e aiutanto i paesi poveri a rendersi indipendenti dal punto di vista energetico e ad adattarsi al cambiamento climatico.
A questo link il testo ufficiale completo con la lista delle organizzazioni aderenti.