Possibilità e prospettive per la prevenzione. Intervento di Arun Mitra, Co-Presidente dell’IPPNW ad Astana (Kazakistan) .
Suleimenov Olzhas, leader del movimento internazionale anti-nucleare “Nevada Semey”, Raimkulova Aktoty, ministero della cultura e dello sport, Pikkat Krista, direttrice generale degli uffici UNESCO, dignitari sul palco e cari delegati, è per me un onore aver la possibilità di partecipare ed intervenire all’incontro di agosto della “International Scientific-Practical Conference”, dedicata al 30esimo anniversario del movimento internazionale anti-nucleare “Nevada-Semey”. É il secondo viaggio che faccio in questo stato che ha proibito la sperimentazione delle armi nucleari ormai molto tempo fa. La prima volta, nel 2014, abbiamo partecipato al 21st World Congress of International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), durante il quale abbiamo avuto il privilegio di visitare Semipalatinsk. Questa opportunità non ha solo arricchito la nostra conoscenza sull’impatto che la sperimentazione di armi nucleari ha sulla salute e sull’ambiente, ci è soprattutto servita a ribadire l’importanza di una continua lotta per un mondo libero dalle armi nucleari.
A nome del IPPNW prendo l’opportunità di esprimere le più sincere congratulazioni al governo del Kazakhstan per aver approvato il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN) il 29 agosto 2019, giornsaya internazionale contro i test nucleari. L’approvazione da parte del Kazakhstan ha permesso al percorso del TPAN un avvicinamento significativo all’entrata in vigore. Siamo convinti che il Kazakhstan promuoverà fortemente il trattato all’interno delle loro politiche bilaterale, regionali ed internazionali. Il vostro supporto dato ai sopravvissuti della sperimentazione nucleare, compreso dal Kazakhstan, è di massima importanza nell’informazione del danno causato dalle armi nucleari. Dobbiamo fare del nostro meglio nel facilitare la loro presenza a tutti gli eventi e meeting internazionali di una certa rilevanza inerenti alle armi nucleari. Questo è fondamentale nel costruire una pubblica opinione riguardo l’abolizione del nucleare.
Le guerre sono la minaccia più temuta per la salute pubblica con effetti catastrofici su infrastrutture e ambiente, contano più morti e invalidi di tante altre malattie messe insieme. Distruggono famiglie, comunità, e a volte culture intere. Deviano risorse per quanto limitate da salute e altri bisogni pubblici. Le guerre causano morti, feriti, migrazioni e la concentrazione di campi profughi colpendo così la vita di tutti i giorni. In situazioni di conflitto donne e bambini sono quelli che ne soffrono di più. I bambini vengono privati della loro istruzione e a seguito della continua esposizione alla violenza, e alla morte di persone care e vicine, vengono psicologicamente disturbati, causandogli disturbi post traumatici da stress.
Gli effetti devastanti causati dall’uso delle armi nucleari sono la peggior forma di violenza. Grazie al Dottor Bernard Lown e al Dottor Yevgeniy Chazov questo è stato riconosciuto dai medici che hanno formato la federazione Internazionale dei Medici per la Prevenzione delle Guerre Nucleari (IPPNW) nel 1980, che si concentra principalmente sull’impatto umano che hanno le armi nucleari.
Gli effetti catastrofici di queste armi sulla nostra salute, sulla nostra società e sull’ambiente devono essere al centro di tutte le discussioni pubbliche e politiche riguardo il disarmo del nucleare e della non-proliferazione. Questo è il principio fondamentale alla base di quella che è diventata la così chiamata Iniziativa Umanitaria.
Le memorie degli Hibakusha, i sopravvissuti del bombardamento atomico, hanno evidenziato gli orrori causati dalle armi nucleari a Hiroshima e Nagasaki. Il Peace Museum a Hiroshima ne illustra i devastanti danni causati da queste armi, una visita che ci ha lasciati terribilmente shoccati. Il dottor. Marcel Junod, a capo del Comitato internazionale della Croce Rossa (ICRC) in Giappone, primo straniero a visitare Hiroshima, ha spiegato che entro ad un miglio di distanza dall’epicentro l’esplosione distrusse e rase al suolo completamente tutto, come un’energia sovrannaturale; facendo scomparire case ed alberi. Tutte le case furono demolite dalle fiamme. Tutto quello che rimase furono il contorno delle fondamenta e cumuli di metallo arrugginito. Un numero altissimo di persone ha sofferto gli effetti radioattivi causando molteplici emorragie. Queste persone avevano bisogno di piccole trasfusioni di sangue ad intervalli regolari; ma non c’erano n’è donatori, n’è dottori che potessero determinare gruppi sanguigni compatibili. Junod ha riportato il numero dei corpi che hanno sofferto le conseguenze della bomba atomica di Hiroshima: su 300 dottori, 270 morirono o vennero feriti; su 1,780 infermieri, 1,654 vennero uccisi o feriti. Junod fece appello che la bomba atomica venisse proibita completamente, esattamente come l’uso dei gas tossici venne abolito dopo la Prima Guerra Mondiale.
Ancora oggi possiamo vedere gli effetti a lungo termine che quelle bombe atomiche hanno causato. Sono armi che continuano ad uccidere. Tutt’oggi, 74 anni dopo l’esplosione, gli ospedali giapponesi della croce rossa curano migliaia di vittime di cancro e altre malattie causate dall’esposizione alle radiazioni.
Uno studio condotto dal fisico nucleare M V Ramana, “Bombing Bombay”, ipotizza che un’esplosione nucleare delle dimensioni di Hiroshima (15 kt) su Bombay comporterebbe dalle 150,000 alle 800,000 morti nel giro di poche settimane causate da scoppio, ustione e radiazione. Ripercussioni legate a cancro e altre malattie aumenterebbero il numero di vittime nel corso del tempo. La sanità non avrebbe rimedio da offrire in questo tipo di situazioni.
Gli impatti sociali dell’impotenza, la vittimizzazione, l’abuso di diritti umani primari, l’interruzione di comunità tradizionali, della loro vita di tutti giorni e dei loro mezzi di sussistenza, il dislocamento delle persone dalle proprie case, sono tutti effetti che hanno un impatto a lungo termine che si estende fino alle generazioni future. La trasmissione di mutazioni genetiche ad un figlio può avere profonde conseguenze di tipo diretto e indiretto, a livello fisico e mentale. L’unico modo di accertarsi che una tragedia di queste proporzioni non succeda mai più è l’abolizione globale delle armi nucleari.
In uno studio intitolato “Nuclear Famine: The Global Climate Effects of Regional Nuclear War” di Ira Helfand – uno dei co-presidenti del IPPNW, A Rabock – Professore del dipartimento di scienze ambientali, School of Environmental and Biological Sciences, Rutgers University, New Jersey ed altri, è stato trovato che anche uno scontro limitato a India e Pakistan che utilizza 100 bombe nucleari delle dimensioni di quelle di Hiroshima avrebbe un impatto su fenomeni meteorologici in tutto il mondo. Fuliggine e detriti iniettati nell’atmosfera dall’esplosione e dalle fiamme bloccherebbe la luce solare dal raggiungere la terra, così facendo raffreddare la superficie terrestre per anni e anni, avendo a sua volta un impatto enorme sulla produzione agricola. Questo causerebbe una carestia di vastissime dimensioni, così mettendo 2 bilioni di persone a rischio a livello globale. La situazione potrebbe addirittura peggiorare, la fame creerebbe alte probabilità dell’inizio di ulteriori guerre e conflitti civili.
In questo contesto è importante evidenziare che nessuna risposta umanitaria sarebbe efficace nemmeno per una singola arma nucleare detonata in una cittadina, senza neanche considerare una guerra nucleare. Questa è la conclusione inequivocabile del World Health Organization e dell’International Red Cross e Red Crescent Movement. Esiti similari sono stati raggiunti anche dal World Medical Association (WMA), International Council of Nurses (ICN) e World Federation of Public Health Associations (WFPHA).
Siamo tutti ugualmente preoccupati dell’impatto delle energie nucleari. Esempi di disastri nucleari come Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima ne riportano un serio avvertimento. L’affiliato indiano del IPPNW, Indian Doctors for Peace and Development (IDPD), ha condotto uno studio sulla salute delle persone che vivono intorno alle miniere di uranio a Jadugoda. I pericoli che queste persone corrono a livello di salute ci aiuta a propagare l’importanza dell’uso di energie rinnovabili.
Le priorità umanitarie riguardanti la sperimentazione di esplosioni nucleari includono il bisogno di prevenire altri esperimenti nucleari, diminuire ulteriori perdite di energie radioattive. Questo può essere fatto monitorando costantemente luoghi contaminati, collocando barriere fatte appositamente per la perdita di contaminazioni nella biosfera, e disfacendosi di detriti contaminati.
L’approvazione del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN) da parte dell’UNO il 7 luglio 2017 è un opportunità che il mondo non può perdere. Molte organizzazioni, incluso il IPPNW, hanno promosso ICAN, la campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari. Il dottor Tilman Ruff, co-presidente del IPPNW, che è stato uno dei partecipanti più attivi in questa campagna, ha spiegato che è stato particolarmente difficile trovare un accordo con i paesi anti-nucleari per resistere alle pressioni da parte delle maggiori potenze nucleari, e vincere con una maggioranza schiacciante nell’assemblea generale dell’UN in favore del TPAN. L’astenersi dalla decisione da parte di stati che possiedono armi nucleari è una loro sconfitta morale. Dovrebbero comunque rispettare l’opinione globale per il completo disarmo nucleare.
Il TPAN proibisce lo sviluppo, la sperimentazione, la produzione, il possesso, la conservazione, l’uso, o la minaccia di uso di armi nucleari basandosi sugli impatti catastrofici a livello salutare, ambientale e umanitario. Questo è un grandissimo passo avanti verso l’eliminazione delle armi più distruttive mai create. Per rendere operativo il trattato devono aderire almeno 50 paesi .
Ci sono diversi conflitti di scala minore al momento nel mondo, che possono degenerare fino a diventare guerre maggiori dove l’uso del nucleare potrebbe non essere escluso. Ci sono già stati numerosi episodi in cui paesi che possiedono armi nucleari sono arrivati vicini al processo di avviamento dell’uso delle stesse, nell’errata convinzione che fossero sotto attacco. In queste situazioni non abbiamo evitato una guerra nucleare per via di tecnologie infallibili, o di leader giudiziosi o grazie a valide politiche nucleari. Le abbiamo scampate perché, come ha detto l’ex ministro della difesa degli US Robert McNamara, “Siamo stati fortunati… è stata la fortuna che ha prevenuto una guerra nucleare”.
Il Kazakhstan dovrebbe attenersi alla leadership nel movimento per l’abolizione del nucleare incoraggiando i membri alleati del Central Asian Nuclear Free Zone – Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan, and Uzbekistan – compresa l’indipendente Nuclear Free Zone della Mongolia – a firmare e approvare il trattato prima possibile. Il Kazakhstan potrebbe giocare un ruolo fondamentale anche nel convincere il governo Indiano e Pakistano a prendere parte al TPAN. Questo è importante considerando che la crescente tensione tra i due paesi pone un pericolo altissimo nell’uso delle armi nucleari. Il Kazahstan, inoltre, potrebbe anche tentare di negoziare con altri stati nucleari per l’abolizione di queste armi.
La storia testimonia che tutti i problemi, i conflitti e le guerre possono essere risolti attraverso un reciproco dialogo e iniziative globali. Sfortunatamente questa opzione è passata in secondo piano. Episodi di questo tipo giocano sempre un ruolo vitale nel promuovere un dialogo a livello globale, regionale e globale.
La pace è possibile.
Grazie tante.
Dr Arun Mitra
MBBS; MS (ENT Surgeon)
Co-President International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) – Recipient of Nobel Peace Prize 1985
Partner in International campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), Premio Nobel per la Pace 2017
Traduzione dall’inglese di Asia Butti