“Smettete di finanziare il Messok Dja e iniziate a indagare sugli abusi e sulle torture al popolo Baka.”
Questo l’oggetto della campagna di pressione promossa da Survival International e mossa verso ls Commissione Europea
Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni lancia una campagna a favore dei Baka popolo pigmeo originario del Congo.
Il popolo Baka è un popolo autoctono del Congo. I Baka sono i migliori custodi della loro terra, e della foresta, eppure vengono trattati come criminali.
Soggetti ultimamente a tanti tipi di abusi e di violenze, al furto continuo delle loro terre.
I Baka esenzialmente vivono utilizzando quello che gli offre la foresta, ovvero cacciando e nutrendosi di miele, sono abili raccoglitori e di altri prodotti come frutti selvatici e funghi. I Baka sono inoltre grande conoscitori delle piante della foresta che utilizzano per produrre veleno per le frecce con cui vanno a caccia e medicamenti. Hanno anche delle complesse tecniche di pesca.
Il loro spirito è molto comunitario, basato sulla condivisione per cui tutti i prodotti della caccia o della raccolta, vengono divisi in modo equo tra tutti i nuclei familiari.
Sono animisti e credono in uno spirito della foresta chiamato Jengi. Famosi per le loro complesse e stupende danze rituali, accompagnate da canti polifonici e da strumenti a percussione, mentre continuano a praticare un rito di iniziazione che segna l’ingresso di ogni maschio Baka nell’età adulta.
La musica per i Baka è un elemento di primaria importanza, viene coltivata fin dalla prima infanzia. Come gli antropologi hanno sempre sostenuto, l’udito e i suoni sono fondamentali per la sopravvivenza nella foresta dove spesso la vista si ferma a poche decine di metri. I Baka hanno la capacità di “ascoltare” la foresta. Il rapporto con la foresta per i Baka è la vera essenza della loro cultura. La foresta offre tutto quello che è necessario per vivere, per conoscere e per credere.
Purtroppo negli ultimi decenni la sopravvivenza dei Baka è fortemente minacciata dalla deforestazione, che da un lato toglie loro i luoghi della loro vita e dall’altra li costringe ad uscire dalle foreste scegliendo una vita più sedentaria (costruscono capanne non lontano dai villaggi delle popolazioni bantu di cui sono spesso vittime di suprusi) che rompe ogni legame con le loro antiche tradizioni.
Survival International si dice preoccupata per le attività della Commissione Europea che sta aiutando il WWF a finanziare un furto di terra, torture e abusi, tutto questo nel nome della conservazione per la creazione di “un’area protetta”. I Baka sanno già benissimo come proteggere la loro terra, sula quale vivono da innumerevoli generazioni, sono i guardiani della foresta e della natura in cui vivono, non hanno bisogno di essere recintati e confinati o esclusi da delle areee su cui hanno da sempre vissuto, tutto questo nel nome di un’area protetta… sì ma da cosa, non certo dai Baka che la terra e la foresta da sempre ne sono stati custodi e protettori, non hanno certo bisogno di progetti di conservazione di aree che non portano reale aiuto ma solo nuovi abusi ed esproprio continuo delle loro terre.
I Baka hanno invece bisogno che ci sia una mobilitazione dalla loro parte, una campagna di pressione rivolta alla Commissione Europea.
Per questo motivo che recentemente i rappresentanti di Survival International hanno scritto alla Commissione Europea per protestare contro il furto di terra e gli abusi che stanno subendo nel nome di una nuova area protetta dal nome: “Messok Dja”.
“Nonostante l’opposizione della popolazione locale e le prove di terribili torture e abusi da parte dei guardiaparco, la Commissione Europea continua a essere uno dei principali finanziatori dell’area. – a sostenerlo è Francesca Casella direttrice di Survival Italia, – I funzionari dell’Unione Europea non hanno nemmeno mai visitato i Baka, e sebbene i progetti siano in corso almeno dal 2014, secondo quanto riferito, le consultazioni della comunità sono iniziate solo quest’anno.”
“Stiamo sollecitando la Commissione Europea a smettere di finanziare il progetto della nuova area protetta Messok Dja e a investigare invece sugli abusi dei diritti umani sostenuti con i soldi dei contribuenti.” dichiara sempre la direttrice di Survival Italia.
Per questo motivo nell’appello si chiede a tutte le persone che hanno a cuore le sorti dei popoli originari e delle foreste pluviali e le cui sorti sono anche legate alla sopravvivenza di questi popoli, di sostenere questa campagna di pressione a favore del popolo Baka, e per questo di scrivere una mail indirizzata alla Commisione Europea ai seguenti indirizzi di posta elettronica: stefano.manservisi@ec.europa.eu, francesca.di mauro@ec.europa.eu, Karl.RAWERT@eeas.europa.eu
Oggetto della mail: “Per favore, smettete di finanziare Messok Dja e iniziate a indagare sugli abusi”
Recante il seguente contenuto:
“Egregio Signor Manservisi,
sono molto preoccupato per il coinvolgimento della Commissione Europea nella creazione dell’area protetta Messok Dja, nella Repubblica del Congo, che non ha il consenso delle comunità locali Baka.
Per favore, ascolti i Baka, che hanno sollecitato la Commissione Europea a far loro visita e a chiedere loro “consigli e indicazioni” prima di fornire ulteriori fondi all’area protetta.
I Baka vengono cacciati dalla loro terra da guardaparco armati, e vengono esclusi dalle foreste che hanno alimentato e su cui hanno fatto affidamento per generazioni. In violazione della legge internazionale, non è nemmeno stato chiesto il loro consenso previo, libero e informato.
La sollecito anche a indagare sul ruolo dei fondi pubblici nel sovvenzionamento di guardie armate che torturano e abusano i Baka. E ricordi che persone che vivono nella paura di violenze e persecuzioni non sono certo nella posizione di dare il loro consenso.
Senza il sostegno e la collaborazione dei popoli locali, il parco fallirà. Per il bene dei Baka e delle foreste che hanno protetto per generazioni, per favore, faccia in modo che l’Unione Europea smetta di finanziare quest’area fatalmente imperfetta.
Cordiali saluti.”
Questa la lettera di appello della campagna a favore dei Baka promossa da Survival International