“Come cristiani non possiamo essere indifferenti di fronte al dramma delle vecchie e nuove povertà, delle solitudini più buie, del disprezzo e della discriminazione di chi non appartiene al ‘nostro’ gruppo. Non possiamo rimanere insensibili, con il cuore anestetizzato, di fronte alla miseria di tanti innocenti. Non possiamo non piangere. Non possiamo non reagire – ha detto Francesco – Chiediamo al Signore la grazia di piangere, la grazia che converte il cuore davanti a questi peccati”. Il pontefice in un suo passaggio ha poi aggiunto: “Dobbiamo avere un’attenzione particolare verso i forestieri, come pure per le vedove, gli orfani e tutti gli scartati dei nostri giorni”, sottolineando il ruolo “di tutti gli abitanti delle periferie esistenziali che assieme ai migranti e ai rifugiati sono vittime della cultura dello scarto”.
Nel corso della messa il presidente della Conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti, ha accompagnato dal Papa un rappresentante della Fondazione Migrantes e uno della Caritas italiana che hanno lasciato a Bergoglio il rapporto annuale sull’immigrazione in Italia e una coperta termica, simbolo della campagna ‘Io accolgo’, a cui prendono parte le due organizzazioni. L’iniziativa nasce per valorizzare le esperienze diffuse di solidarietà in corso in tutto il Paese: dai corridoi umanitari alle famiglie che ospitano gli stranieri, fino agli sportelli di sostegno e consulenza per i migranti.
La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato ricorre quest’anno a ridosso di un momento particolarmente importante: il prossimo 7 ottobre Papa Francesco celebrerà nella basilica di San Pietro la messa per l’apertura dell’Assemblea speciale del sinodo dei vescovi per la regione Panamazzonica. Un momento in cui la Chiesa concentrerà la propria attenzione oltre che sulla sostenibilità ambientale, anche sulla popolazione indigena di un territorio che comprende Brasile, Perù, Colombia, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese.