In appoggio alla mobilitazione mondiale per far fronte ai cambiamenti climatici del 20-27 settembre, il Centro Interuniversitario Per lo Sviluppo sostenibile (CIRPS), insieme alla Commissione scientifica sul Decomissioning nucleare, ha presentato con largo anticipo le Osservazioni al Piano Nazionale Energia/Clima (PNIEC), mettendole a disposizione delle Associazioni e degli esponenti che hanno aderito all’appello: “Battiamoci per almeno il 55%”. L’obiettivo, riferito al 2030, è la riduzione delle emissioni di gas serra, CO2 in testa, di almeno il 55%.
L’Osservazione centrale riguarda la sostituzione delle tabelle presentate nel documento del Governo – caratterizzato dal vergognoso obiettivo del 33% – con quella coerente con una riduzione della CO2 di almeno il 55% entro il 2030.
Per conseguire l’obiettivo bisogna prevedere un fondo specifico di finanziamento per la sua realizzazione, da inserire già nella legge di stabilità 2021-2023 che sta per essere presentata alle Camere. Il fondo dovrà essere alimentato dall’abolizione entro il 2025, ma con un primo massiccio taglio da subito, dei sussidi statali ancora previsti per i combustibili fossili e le società che li gestiscono: i Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), come li elenca lo stesso Ministero per l’Ambiente.
Un’altra importante Osservazione riguarda l’istituzione di una carbon tax, come strumento prioritario per procedere rapidamente – impressionante è l’accelerazione dei fenomeni, a partire dalla drammatica riduzione dei ghiacci polari – nello scenario di “decarbonizzazione”.
Significativa è anche l’Osservazione che richiede di integrare nel PNEC un’azione internazionale del Governo italiano per la formulazione e l’adesione a un “Trattato mondiale di non proliferazione e recessione dai combustibili fossili”.
Massimo Scalia – Uniroma1