I ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia si sono riuniti oggi a Malta alla presenza del commissario europeo uscente all’immigrazione Avramopoulos e hanno raggiunto un accordo sugli sbarchi e la ridistribuzione dei migranti salvati nel Mediterraneo da navi umanitarie, militari o commerciali. E’ stato stabilito un meccanismo di redistribuzione tra paesi, in base a cui chi li riceverà si farà carico dell’accoglienza e dell’esame della domanda di asilo, ma anche del rimpatrio “di chi non ha diritto a restare”.
Si prospetta un superamento del regolamento di Dublino, ma gli accordi con la Libia resteranno in vigore. Secondo il nuovo Ministro dell’Interno italiano Lamorgese “la guardia costiera libica sta facendo un buon lavoro e le daremo supporto per mettere in sicurezza i porti di approdo”.
Una conclusione agghiacciante, considerate le infinite testimonianze e gli autorevoli rapporti sul trattamento disumano nei centri di detenzione libici e il ruolo della tanta lodata guardia costiera nel riportarvi i disperati che fuggono proprio da là. A questo proposito appare profetica la dichiarazione di Gabriele Eminente, direttore generale di MSF, diffusa prima della conclusione del vertice, in particolare dove si afferma: “Per quanto sia importante avere un meccanismo predeterminato di sbarco, qualunque decisione presa oggi a La Valletta resterà solo teoria finché i leader europei non si impegneranno a mettere le vite delle persone prima di tutto il resto. Questo significa la ripresa di un sistema di ricerca e soccorso europeo proattivo e dedicato, un meccanismo permanente sugli sbarchi che tuteli i diritti dei naufraghi, e la fine dei ritorni forzati in Libia facilitati dall’Unione Europea. Altrimenti il vertice di oggi sarà solo l’ennesimo gesto con cui gli stati si congratulano tra loro mentre continuano a ignorare il drammatico costo umano delle politiche migratorie europee in tutto il continente.” Un costo spaventoso: “Quest’anno almeno 658 persone hanno già perso la vita nel Mediterraneo centrale – la scorsa settimana altre 14 sono annegate in un naufragio al largo della Tunisia” ricorda Medici senza Frontiere.
Il fatto che i 182 migranti salvati dalla Ocean Viking possano sbarcare a Messina, indicato come porto sicuro dalle autorità italiane, non basta certo a compensare decisioni che non si allontanano poi tanto dalle disumane politiche migratorie responsabili della perdita di innumerevoli vite. Il mantenimento degli accordi con la Libia, l’assurda distinzione tra migranti economici e richiedenti asilo, tra chi ha diritto a restare e chi va rimandato a casa e l’accento posto sui rimpatri confermano che l’Europa continuerà a calpestare diritti umani fondamentali e convenzioni internazionali.