“Sembra che la giustizia si sia fermata”, spiega il portavoce del Movimento, Gianluca Maggiore
Hanno raggiunto di buon mattino la sede della procura di Lecce. Si sono seduti sull’asfalto e si sono legati i polsi l’un l’altro con delle catene “perché – dicono all’agenzia Dire – ci sentiamo prigionieri di una giustizia ingiusta”. Sono alcuni dei componenti del Movimento No Tap da sempre contrari alla realizzazione del gasdotto che porterà gas azero in Europa, grazie all’approdo sulle coste pugliesi.
Sui cancelli che perimetrano la procura hanno affisso cartelli con scritto “La Costituzione e la giustizia appartengono al popolo” e “La magistratura ha l’obbligo di ascoltare, guardare e parlare con popolo salentino”, accompagnato dall’immagine di tre scimmie ciascuna delle quali copre occhi, orecchie e labbra.
“Sembra che la giustizia si sia fermata”, spiega il portavoce del Movimento, Gianluca Maggiore. E puntualizza: “Sono in corso indagini da anni ma non sappiamo, per esempio su cosa è venuto fuori dagli accertamenti svolti sulla devastazione a San Basilio compiuta per realizzare la zona rossa è come è andato l’incidente probatorio, terminato a gennaio sulla normativa Seveso. Vogliamo solo risposte”.