Nonostante la richiesta di indicare un porto sicuro alla nave Mare Jonio, avanzata ieri dalla Guardia Costiera italiana, assistiamo ancora una volta all’ennesima, crudele messa in scena dei porti chiusi tanto cara a Salvini.
“Alle ore 6 di questa mattina la Mare Jonio ha raggiunto il limite delle acque territoriali a sud di Lampedusa” annuncia nella sua pagina Facebook Mediterranea Saving Humans.
“Ieri sera alle 23:37 è stato notificato il decreto del Ministro dell’Interno, che ci vieta di entrare. Questa mattina, alle 7, la motovedetta CP312 della Guardia Costiera ha affiancato la Mare Jonio per fare salire a bordo due ufficiali della Guardia di Finanza, che ci hanno notificato il decreto brevi manu.
Allegando un report medico, abbiamo richiesto assistenza al MRCC (Centro di Coordinamento Marittimo) e alla Capitaneria di Porto, per le condizioni di bordo dei 99 naufraghi, in particolare donne incinte e bambini. Alle nostre reiterate richieste di POS (Place of Safety, porto sicuro) fatte alle autorità della nostra bandiera, ancora nessuna risposta.”
“Apprendiamo dalle agenzie che il Viminale ritiene un pericolo per la sicurezza del nostro paese questi bimbi e le loro famiglie e ci vieta di entrare con loro nelle acque territoriali italiane. Come si fa con le navi nemiche in tempo di guerra” si legge in un altro post di denuncia.
Durante la notte intanto sono arrivate a Lampedusa 78 persone, siriani e bengalesi provenienti dalla Libia con uno sbarco autonomo. Come sempre, i porti sono chiusi solo per le navi delle Ong.
Un divieto che vale anche per la Eleonore della Ong tedesca Lifeline, con a bordo 101 persone. La portavoce per la Migrazione Natasha Bertaud ha annunciato che la Commissione Europea si sta muovendo per coordinare il ricollocamento dei migranti. Come nel recente caso della Open Arms, però, questo non potrà avvenire se prima le persone non verranno fatte sbarcare.