Intervista ad Akosua Peprah, fondatrice Mmaakunium Foundation.
“Distribuiamo assorbenti alle ragazze”, dice tutto d’un fiato Akosua Peprah, 26 anni, coordinatrice della Mmaakunium Foundation nei villaggi del Ghana ai confini della savana.
Un impegno per le pari opportunità nato e cresciuto sui banchi di scuola che è diventato fonte di ispirazione a livello nazionale e internazionale: l’attivista è in questi giorni al Meeting di Rimini per parlare di diritti, a giugno lo aveva fatto a Bruxelles, uno dei 15 “young leader” ispiratori delle Giornate europee per lo sviluppo organizzate dalla Commissione Ue.
In Italia Peprah porta la storia delle ragazze di Damongo, una cittadina della regione di Savannah, nel nord del Ghana. “A oltre 130 studentesse distribuiamo ogni mese gratuitamente assorbenti e altri prodotti per l’igiene e la salute mestruale” spiega all’agenzia Dire. “Vogliamo essere concreti perchè nei villaggi questo tipo di articoli restano beni di lusso; in media a causa del ciclo le ragazze perdono ogni mese sei o sette giorni di scuola”.
Secondo Peprah, alcune giovani utilizzano fibre e tessuti non adatti, che possono provocare irritazioni e infezioni. Nella maggior parte dei casi, però, con la perdita delle lezioni arrivano risultati non all’altezza e tanta frustrazione. “A questo punto – denuncia la responsabile della Mmaakunium Foundation – si aggrava il rischio dell’abbandono, delle gravidanze precoci e del matrimonio ancora adolescenti”.
Secondo Peprah, intervenuta a un panel del Meeting dal titolo ‘La salute per tutti: raggiungere gli irragiungibili’, per aiutare le ragazze non basta però l’impegno sul piano sanitario. “Perchè restino a scuola e riescano ad avere successo negli studi bisogna convincere i genitori” sottolinea l’attivista: “E’ necessario cambiare una mentalità che vede in loro solo uno strumento di guadagno, che facciano piccolo commercio su banchetti in strada o diventino spose ancora minorenni, magari
vendute per mucche che diano ai capifamiglia latte e un po’ di benessere”.
Gli assorbenti nelle scuole di Damongo, allora, sarebbero solo punto di partenza. Un segnale anche per i responsabili politici, suggerisce Peprah: per il progetto della sua fondazione ha scelto il nome “Happy Flow”, immaginando un ciclo che non comprometta la felicità.