Il Cairo, 6 maggio 2018. Nel cuore della notte Shady Abu Zeid, 26 anni, viene svegliato e arrestato da alcuni ufficiali di polizia. Le accuse rivoltegli sono molto gravi: associazione a delinquere e diffusione di notizie false attraverso un’organizzazione affiliata al movimento “April 6 Youth”. La realtà è ben diversa: blogger, attore comico e satirico, fino al 2018 Shady ha girato alcuni video pubblicati sul canale You Tube The rich content. Nel 2016 pubblica un video contro le forze di polizia egiziane, in risposta a un video da esse condiviso che sfida i giovani Egiziani a rimettere piede in piazza Tahrir “se pensano di essere abbastanza uomini”. Da quel momento Shady e la sua famiglia cominciano a ricevere minacce dalle forze dell’ordine, fino al suo arresto nel 2018, che oggi si protrae da 474 giorni.
Al momento Shady è in stato di arresto: non è mai stata emessa una sentenza nei suoi confronti, ogni 45 giorni da maggio 2018 viene rinviato a giudizio, e intanto continua a trascorrere i suoi giorni presso la prigione del Cairo.
Shady è uno degli influencer coinvolti nel caso 621/2018, che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’attivista Amal Fathy.
Nel totale silenzio centinaia di persone in Egitto sono in stato di fermo perché hanno espresso dissenso nei confronti del governo di Abdel Fattah al-Sisi e dei suoi sostenitori. Intanto, con il referendum dell’aprile 2019 l’attuale presidente egiziano si è garantito la presidenza almeno fino al 2030 e ha ampliato i suoi poteri, riportando di fatto l’Egitto a un regime autoritario, contro cui i cittadini egiziani si erano rivoltati nel 2011.
Chiedo agli organi di stampa, colleghi di Shady, e ai nostri rappresentanti politici di diffondere la notizia di Shady e di tutte le persone accusate ingiustamente e di impegnarsi per ridare loro la libertà.
Davide Miceli