Noi cittadini italiani e francesi che da decenni ci opponiamo alla Torino-Lione, una Grande Opera Inutile, Imposta e Devastatrice siamo responsabili e preoccupati per l’uso sbagliato del denaro pubblico e del colpevole abuso dei beni comuni terra, acqua e aria che questo progetto rappresenta.
Dobbiamo fermare oggi, e non tra vent’anni, ogni decisione che favorisca alterazioni gravi e irreversibili al clima per assicurare alle prossime generazioni la giustizia climatica. Diciamo ad alta voce che la Torino-Lione è un progetto irresponsabile.
La priorità che da anni chiediamo è l’uso della linea esistente, già modernizzata alle norme europee e ben lungi dall’essere saturata. Dobbiamo continuare a garantirne la sicurezza e ottimizzare il suo uso.
L’unità dell’opposizione transfrontaliera contro la Torino-Lione è stata riaffermata nel corso dell’Assemblea che si è svolta a Modane domenica 7 luglio 2019 durante la quale sono stati approfonditi nei numerosi interventi in italiano e francese le negatività ambientali, trasportistiche ed economiche del progetto e le prospettive della lotta.
La riduzione della CO2
I cantieri della Torino-Lione hanno un bilancio della CO2 disastroso, la quantificazione fantasiosa di TELT ci lascia perplessi. Eppure c’è un’urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra da subito.
Siamo di fronte alla schizofrenia e all’impostura dello Stato che raddoppia il tunnel stradale del Fréjus e afferma la volontà di costruire un tunnel di base per il cosiddetto cambio modale. Il bilancio del carbonio della linea attuale è ampiamente compensato e positivo.
Il Clima e le Infrastrutture
Il maltempo degli ultimi giorni in Francia ha evidenziato la vulnerabilità di tutte le infrastrutture di trasporto poiché, oltre alla linea tra Saint-Michel-de-Maurienne e Modane, anche l’autostrada A43, le tratte tra Chambéry e Grenoble e Chambéry e Bourg Saint-Maurice, tra Ginevra e Annecy sono state anch’esse interrotte da eventi meteorologici.
Vivere senza servizi ferroviari a Modane è un’avvisaglia che prefigura la chiusura della stazione se il tunnel di base fosse costruito. Ciò influenzerà il trasporto giornaliero e turistico di tutta l’alta valle poiché il TGV si fermerebbe solo a Saint-Jean-de-Maurienne.
Allo stesso modo, i cambiamenti climatici hanno conseguenze impreviste: i binari si deformano per il calore, alcuni collegamenti TGV tra Ginevra e Parigi sono stati interrotti.
Ci chiediamo perché la linea internazionale Torino-Lione sarà bloccata per un mese quando per lo stesso accidente – una piccola frana di fango – alcuni anni fa la linea fu sistemata in pochi giorni.
Usiamo la linea esistente
Su questa linea possiamo già trasferire sulla ferrovia gran parte delle merci che utilizzano la strada, se la politica del Ministro dei trasporti francese venisse effettivamente attuata. Non è necessaria alcuna nuova infrastruttura, ma solo una reale volontà politica.
La Sicurezza delle Infrastrutture
Non è una nuova linea Torino-Lione che manca, ma da decenni investimenti nella sicurezza delle infrastrutture esistenti, come per esempio la mancata sostituzione di 50 traversine sulla linea a Chambéry.
Questi rischi sono noti alla SNCF, pertanto i fondi necessari dovrebbero essere sbloccati anziché finanziare per 35 milioni di euro i lavori preparatori nei pressi di Saint-Jean-de-Maurienne.
La situazione in Francia
Nella sua relazione del 1° febbraio 2018, il Consiglio francese per l’Orientamento delle Infrastrutture ha previsto di ottimizzare l’attuale linea ferroviaria mista passeggeri/merci tra Digione e Modane. È quindi urgente investire i 700 milioni di euro previsti per questo scopo.
La Regione Auvergne-Rhône-Alpes, finanziando la Lione-Torino, sposta il denaro pubblico dalla sua missione principale che è lo sviluppo del trasporto regionale.
In tal modo contraddice la politica manifestata dalla ministra francese dei trasporti Elisabeth Borne che vuole attribuire la priorità al trasporto quotidiano.
Sì, esiste già la Lione-Torino, usiamola!
La situazione in Italia
Non ci sono le condizioni economiche per fare la Torino-Lione, sfidiamo il Governo italiano in carica, e i partiti politici dell’opposizione pronti a sostenerlo nell’approvazione della Torino-Lione, a dimostrare il contrario. Altre sono le priorità per i cittadini.
Diffidiamo il Governo e l’Opposizione favorevoli alla Torino-Lione a dare il via ad una Grande Opera Inutile e Imposta. I soldi della Torino-Lione sono rubati ai cittadini italiani, francesi e a tutti i popoli dell’Unione Europea. I decisori politici che autorizzassero il via ai cantieri ne pagheranno le conseguenze politiche.
Gli Accordi internazionali tra Francia e Italia confermano la mancanza dei presupposti per realizzare il progetto
L’Accordo di Torino del 2001 precisa all’art. 1 che il progetto sarà realizzato alla saturazione della linea esistente (condizione irraggiungibile), questo presupposto basterebbe da solo a rinviare intanto ogni decisione al 2038, anno indicato dalla Francia per dare il via alle valutazioni trasportistiche sulla necessità di realizzare le linee di accesso nazionali da Lione a Saint-Jean-de-Maurienne.
L’Accordo di Roma del 2012 impone all’art. 16 alla Francia e all’Italia di stanziare l’integralità dei fondi prima di dare l’avvio dei lavori definitivi dello scavo del tunnel di base di 57 km, questi fondi ad oggi non sono tutti disponibili. Questa clausola garantisce che i due Stati membri si impegnano in reciprocità a realizzare il progetto.
Non sappiamo su quali basi i Governi italiano e francese avrebbero negoziato in questi mesi il futuro del progetto. Il partito italiano che ha storicamente difeso l’Italia dalla Torino-Lione pensa di affidare al Parlamento la decisione sul futuro della Torino-Lione per favorire gli interessi delle lobby dei costruttori mantenendo la sua verginità politica ?
La procedura di aggiudicazione e la clausola “senza seguito”
TELT è al corrente che nessun cantiere per il tunnel definitivo potrà essere lanciato senza che Italia e Francia abbiano messo a disposizione tutti i fondi. TELT non dovrà quindi invitare quelle imprese, che riterrà in grado di realizzare i lavori a seguito del ricevimento di interesse da parte loro, a presentare i loro preventivi. Ciò allo scopo di non offrire a queste imprese la possibilità di fare causa a TELT in caso di abbandono del progetto da parte dell’Italia o della Francia. Questo anche se nei bandi è presente la clausola “senza seguito” che gli studi legali delle imprese potrebbero tuttavia impugnare. I bandi devono essere quindi annullati.
I finanziamenti nazionali
L’Italia non ha ancora stanziato tutti i fondi per i suoi 12 km di tunnel, la Francia non ha stanziato nulla per realizzare i suoi 45 km di tunnel di base, lungo in totale 57 chilometri. Crediamo che la Francia sarebbe entusiasta di apprendere che l’Italia abbandona il progetto dato il suo oneroso impegno contrattuale a realizzare le tratte nazionali che da sole costerebbero cinque volte il suo contributo per fare il tunnel di base (art. 4 Accordo di Roma del 2012).
L’asimmetria dei costi e la generosità dell’Italia
Il tunnel è lungo 57 chilometri, gli accordi impongono all’Italia di pagare ben il 57,9% del costo totale per ricevere in cambio solo 12 chilometri nel territorio italiano. Di fatto il finanziamento italiano finanzierebbe buona parte del costo dei 45 chilometri francesi. Il costo del tunnel al chilometro lo dimostra: la parte francese costerebbe solo 60 milioni/km, mentre la parte italiana ben 280 milioni/km.
L’Unione Europea
Il Regolamento europeo CEF in vigore che finanzia la Torino-Lione indica all’art. 17 che la decisione di realizzare il progetto non è vincolante per l’Italia e la Francia, ma dipende dalle loro capacità di finanziamento pubblico nonché dalla fattibilità socioeconomica del progetto (ACB ) che è negativa e resterebbe tale anche se l’Unione europea finanziasse il 100% dei lavori. La Francia non ha stanziato la sua quota e la sua disponibilità è solo dichiarata a parole, l’Italia pare non preoccuparsi del suo crescente debito pubblico. L’art. 17 permette alla Francia e all’Italia di abbandonare o sospendere il progetto con una semplice comunicazione.
Sui finanziamenti europei occorre fare chiarezza
Il principio del finanziamento Ue al 50% + 5% dei lavori del tunnel non è ancora in vigore e dovrà essere approvato dal Parlamento europeo, che dovrà anche indicare l’importo dei fondi che il Bilancio pluriennale UE 2021-2027 dovrà prevedere. La norma potrebbe essere in vigore non prima del 1° gennaio 2021.
L’anticipazione che la Coordinatrice della Torino-Lione Iveta Radicova ha fatto il 25 giugno 2019 a Parigi – finanziamento della Ue del 50% dei costi delle tratte di accesso nazionali italiana e francese fino all’ingresso del tunnel di base – non corrisponde ad alcuna decisione della Commissione europea ma solo ad un’ambizione di TELT e delle lobby della Grandi Opere Inutili e Imposte.
Ufficio Stampa NO TAV