Il subvertising (sovvertimento della pubblicità) è l’espressione di Arte urbana meno tollerata e più perseguita dalle forze dell’ordine.
Non addomesticabile dalle istituzioni, al contrario di quanto accade per molta parte della Street art, considerata ‘indecorosa’, innesca cortocircuiti e choc negli spazi pubblici mercificati, ribatte con le stesse armi, ma più affilate, all’inquinamento visivo e al disvalore comunicativo prodotti in quantità sempre maggiore dalla cartellonistica. I Subvertisers boicottano i luoghi comuni, i messaggi pregiudizievoli, le falsità dell’industria, delle multinazionali, della politica, rivendicando il diritto di espressione e di informazione con incursioni arttiviste.
Anarchico e ribelle, attivo in Italia e all’estero, Illustre Feccia ha concretizzato l’impegno sociale e politico, che contraddistingue tutti i subvertisers, producendo una campagna di controinformazione.
Nel manifesto, apparso in varie città italiane, con un cambio di consonante, uno slogan spiazzante, un’immagine ritoccata che esemplifica il testo, si sintetizza la condotta di un ministro e di un governo.
Inevitabile l’inferenza con le malebolge dantesche. 10 bolge, 10 peccati. Seduttori e ruffiani, “Amici, come sono andato?”, adulatori e lusingatori (Putin, Orbán, Trump, sovranisti in genere, “modelli da imitare”), simoniaci (commercio di bibbie e rosari), indovini e maghi (tramutazione arresto di Cesare Battisti in sconfitta del terrorismo), barattieri (utilizzo improprio della carica pubblica), ipocriti (da “prima il Nord” a “prima gli Italiani”), ladri (49 milioni), consiglieri fraudolenti (Flat Tax), seminatori di discordia e scismatici (emergenza, invasione immigrati; “la colpa è dei giornalisti”; “editori impuri”; pubblicazione foto di contestatori dissenzienti messi alla gogna; “o con noi o contro di noi”); falsari di metalli, di persona, di moneta, di parola (ILVA, TAV, TAP, un’uniforme al giorno, euro no-euro sì, ONG).
Illustre Feccia li assimila al Ku Klux Klan. Razzisti e xenofobi, negano l’evidenza di talune affermazioni e giustificano le azioni in base a leggi che ledono i diritti fondamentali dell’essere umano. Seminatori di odio, millantano pericoli di occupazione del territorio, sostituzione etnica e assalti alla civiltà con un’insistente e ingannatrice propaganda di regime che tace, come più volte ha sottolineato Elly Schlein, dell’assenza strategica alle 22 riunioni di negoziato sulla riforma di Dublino e dell’astensione al voto per il ricollocamento automatico (una disamina si trova sul sito, dedicato al fact-checking delle dichiarazioni dei politici, Pagella politica del 20 settembre 2018).
Il manifesto è frutto di una collaborazione tra il subvertiser e un collettivo militante che gravita intorno a quei centri sociali che, tanto esecrati dal ministro, sono spesso le sole realtà a garantire dalla palestra gratuita al festival della Letteratura sociale e degli editori indipendenti, dalle attività per bambini e anziani a spettacoli teatrali e concerti, secondo una concezione di comunità solidale e inclusiva sconosciuta a chi da sempre utilizza l’esclusione come grimaldello politico. Escludere è differenziare secondo una scala valoriale che, come nel caso della proposta del regionalismo differenziato, accentua, invece che colmare, il divario tra ricchi e poveri, in un progressivo svuotamento della potestà legislativa dello Stato in ambiti nevralgici, non ultimo quello dell’istruzione.
Ancora più morti nel Mediterraneo! È un dato di fatto non un’invenzione di Illustre Feccia: 34.361, a giugno dello scorso anno!
Il 3 luglio scorso hanno perso la vita al largo della Tunisia 80 persone. Lo sappiamo dalla testimonianza dei pescatori tunisini che hanno raccolto 4 naufraghi. Criminalizzazione delle ONG, sequestro delle navi, procedimenti penali nei confronti dei capitani e dei capi missione, funzionano per binari paralleli: nella costruzione e nel mantenimento del ‘nemico’, che occupa e distrae da disoccupazione, disastri e abusi ambientali, evasione fiscale, emergenza abitativa, e per l’eliminazione di testimoni scomodi in grado di documentare cosa accade nel Mediterraneo o di raccontare in diretta le condizioni di 40 naufraghi su una barca che ne avrebbe potuti contenere meno della metà. Contro di loro gli ipocriti scatenano gli accoliti dell’odio. Noi #restiamoumani e ci schieriamo dalla parte di Erasmo Palazzotto, a capo della missione dell’Alex, che, coerente, rinuncia all’immunità parlamentare per fare valere, laddove sarà necessario, i principi della Costituzione e della Convenzione del mare; #iosonoqui con Carola Rackete, che denuncia il ministro per diffamazione aggravata e istigazione a delinquere e chiede che vengano chiusi i profili Facebook e Twitter; con Angela Caponnetto per il #dirittodinformazione.