Dopo oltre 10 anni dal disegno di legge delega, frutto del lavoro della Commissione Rodotà e dopo oltre 7 anni dal referendum del 2011, meglio conosciuto come “referendum per l’acqua pubblica”, la situazione che viviamo è quella di un Paese che continua ad essere sempre di più esposto al rischio che il neoliberismo, con i suoi strumenti di privatizzazione selvaggia di ogni bene e servizio pubblico, affondi il
colpo finale.
Possiamo quindi dirci consapevoli che l’azione popolare, quella che in attuazione della Costituzione ci chiama ad esercitare la nostra sovranità, sia quanto mai urgente; e che si è accumulato certamente un ritardo che va recuperato. In questo contesto si inquadra l’iniziativa promossa dai componenti della Commissione Rodotà che viene portata avanti da un Comitato popolare per la difesa dei beni pubblici e comuni.
Un’iniziativa che si prefigge tre importanti obiettivi, il raggiungimento dei quali è unicamente nelle mani di ogni persona ed organizzazione che riterrà, condividendoli, di farli propri:
1) Riportare al centro del dibattito nazionale l’intera questione dei “Beni Comuni”, riprendendo il testo originale del disegno di legge Rodotà e trasformandolo in un’iniziativa di legge popolare: un testo storico cui la società civile e la giurisprudenza stessa devono molto.
2) Raccogliere perlomeno un milione di firme, e non solo le 50.000 necessarie per legge, perché il messaggio popolare sia coraggioso e forte aprendo una nuova stagione in cui al centro non vi siano solo numeri e contabilità, ma la persona, l’ambiente, il lavoro, in una sola parola l’attuazione del disegno costituzionale, di tutto ciò che sta nei suoi valori fondamentali e nell’indispensabile esigenza ecologista.
3) Costruire una rete permanente ad azionariato diffuso, una Società Cooperativa di Mutuo Soccorso fra generazioni presenti e future: per l’esercizio della sovranità popolare, per unire lotte e comunità, con strumenti di democrazia diretta (Referendum, Legge di Iniziativa Popolare, Petizione), di azione giudiziaria,
d’informazione e di formazione ecologica e in difesa dei beni comuni. Azioni da 1 Euro, acquisibili una tantum da ogni persona fisica o giuridica durante e dopo la raccolta firme. Una rete solida e duratura pensata per rafforzare i legami e rendere più efficace l’azione comune. Un obiettivo di grande respiro, sfida per il presente e promessa responsabile per il futuro, da perseguire a partire dalla seconda metà del mese di febbraio.
Il successo di questa iniziativa non sarà decretato solamente dagli esperti e dagli attivisti dei “beni comuni”, ma anche dalla nostra capacità di far sentire l’importanza del coinvolgimento di ogni cittadino e cittadina, in Italia e non solo, nella costruzione di un ponte solido e duraturo verso il futuro. Chi desidera fare propria questa sfida non avrà che da impegnarsi, come molti stanno facendo, sul proprio territorio e ovunque ne abbia la possibilità. Tutte e tutti potranno mettere a disposizione di questa causa la loro competenza, facendo valere le proprie ragioni e contribuendo concretamente, durante e dopo i sei mesi della raccolta firme, affinché il disegno di legge Rodotà diventi la migliore legge possibile.
Comitato Popolare di Difesa dei Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà”
www.benipubbliciecomuni.it