«Il nostro è un Paese dove non leggono poco solo i meno abbienti, ma leggono poco anche i benestanti, i professionisti, i grandi manager», dichiara la deputata Flavia Piccoli NARDELLI (Partito Democratico). La deputata calabrese Alessandra CARBONARO (M5S) cita i dati allarmanti in materia di dispersione scolastica e disuguaglianze sociali, si dice certa che la promozione della lettura sia una misura fondamentale per cambiare la situazione: «i legislatori – sostiene la Carbonaro – hanno il dovere di fare il possibile per diffondere la consapevolezza che la lettura è fondamentale per la crescita personale individuale e, collettivamente, per la crescita civile, sociale e culturale del Paese».
Con 476 voti favorevoli ed alcuno contrario la Camera, lo scorso 16 luglio, ha approvato, in prima lettura la Proposta di legge 478 presentata proprio dalla deputata Flavia Piccoli NARDELLI (Partito Democratico) che reca “Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura“. La norma, che è stata emendata durante il percorso in Commissione Cultura, passa ora al Senato per l’approvazione definitiva.
Indubbiamente il voto unanime della Camera mostra un interesse condiviso al tema; da parte del PD che ha proposto il provvedimento ma anche della maggioranza Lega – Cinque Stelle che lo ha accolto.
Sostegno alla lettura con molto fumo e poco arrosto
Non mi sento, tuttavia, soddisfatto perché il provvedimento, nella stesura finale, non dispensa particolari risorse per raggiungere l’obiettivo e perché delega a successivi Decreti Ministeriali l’attuazione pratica di quanto deliberato. Chissà quando e come verranno scritti.
Il deputato Alessandro FUSACCHIA (+Europa) condivide la mia preoccupazione: «Ci sono troppe poche risorse, per usare un eufemismo. Non ci sono soldi; […] se pensavamo e pensiamo che è una legge fondamentale per il futuro del Paese, era necessario ed importante, con il sostegno di tutti, a partire dalla maggioranza, trovare più risorse».
Sulla stessa linea il deputato campano Luigi CASCIELLO (Forza Italia), giornalista: «Per me la povertà culturale è ancora un brivido: serviva un pò di coraggio finalmente, visto che avete fatto il reddito di cittadinanza, per fare un reddito di cittadinanza culturale, che è una vera emergenza in questo Paese».
In estrema sintesi, la legge prevede il sostegno economico alle librerie, un milione di euro alle famiglie a basso ISEE per l’acquisto di libri (contributo di 100 euro l’anno incluso per acquistare i libri scolastici), una partita di giro all’interno dei finanziamenti già esistenti per la Scuola per formare gli insegnanti, un finanziamento di 500.000 euro alla diversa città è denominata “Capitale del Libro” per lo svolgimento di un progetto (magari un semplice festival letterario “una tantum”?), e, infine, il finanziamento di progetti locali per la lettura dei bambini nelle biblioteche o nelle librerie. Inoltre, di fatto, aumenta i prezzi dei libri vietando lo sconto del 15% che Amazon attuava e riducendolo al 5%.
I Deputati: sostenere la lettura nelle scuole medie, no allo smartphone
Tornando alle dichiarazioni dei parlamentari, ne segnalo altre che ritengo utili ad una riflessione.
Per la deputata veneta Ketty FOGLIANI (Lega): «Se fermassimo per strada dei giovanissimi, chiedendo loro il titolo dell’ultimo libro letto, pochi saprebbero rispondere perché la lettura non rientra tra gli interessi e le attività principali. La loro lettura in molti casi si limita a quella imposta dallo studio scolastico. Quand’ero bambina, per mio padre, ogni occasione diventava momento per regalarmi un libro, dall’influenza al compleanno».
Per il deputato romano Federico MOLLICONE (FdI), «purtroppo avanza la categoria degli attualisti, cioè conoscono oramai solo ciò che li riguarda, solo ciò che li attraversa, come se fossero degli uomini cubo; cioè, tutto ciò che rientra nel cubo della propria esistenza ci riguarda, ciò che non ci riguarda non ci interessa».
La deputata Flavia Piccoli NARDELLI (PD) è preoccupata: in media «gli adolescenti, compresi tra i 9 e i 18 anni, passano sullo smartphone 23 ore a settimana, più di tre ore al giorno. È dunque lo smartphone, non il libro, il veicolo principale dei contenuti del nostro tempo, che modifica la parabola della maturazione psicointellettuale delle persone. Chi controlla i contenuti proposti sugli smartphone controlla il mercato, ma controlla anche, spesso, il pensiero e le coscienze».
Per il deputato genovese Federico FORNERO (LeU), «certamente la scuola può fare più di quanto sta facendo soprattutto dalle scuole medie che, a nostro giudizio, rimangono da questo punto di vista uno dei punti critici della promozione della lettura».
Nella versione iniziale, si prevedeva l’assegnazione di una carta elettronica per l’acquisto di libri dell’importo nominale di 250 euro a circa l’80% della popolazione – tutti coloro che hanno un ISEE sotto i 20.000 euro – stanziando 50 milioni di euro per questo servizio, la qualifica di «città del libro» ai Comuni che sostenessero programmi per l’avviamento alla lettura in accordo con scuole e librerie.
Tra gli obiettivi ideologici della proposta di legge, comunque, restano quelli di promuovere la frequentazione delle biblioteche e delle librerie e la conoscenza della produzione libraria italiana, incentivandone la diffusione e la fruizione; favorire la lettura nella prima infanzia anche attraverso il coinvolgimento dei consultori e delle ludoteche; promuovere la lettura negli istituti penitenziari mediante apposite iniziative a favore della popolazione detenuta, con particolare attenzione agli istituti penali per minorenni.
Vedremo il bilancio della legge dopo qualche anno d’attuazione.