Questa mattina poco dopo le 11 una folta delegazioni di braccianti della provincia di Foggia ha occupato simbolicamente la Basilica di San Nicola a Bari. L’iniziativa si inserisce nel più ampio percorso di lotta dei braccianti che vivono nei ghetti del territorio foggiano. Da anni questi uomini e queste donne reclamano soluzioni concrete alla situazione di illegalità in cui sono costretti a lavorare e a sopravvivere. Una richiesta di rispetto dei diritti per contratti regolari di lavoro, per il rilascio dei documenti e l’utilizzo di mezzi sicuri di trasporto, per il riconoscimento della dignità, del diritto alla casa e alla tutela della propria salute.
Una lotta contro l’indifferenza della Regione Puglia e del Governo gialloverde che cerca di trasformare una questione sociale in una questione di pubblica sicurezza. Nelle campagne del Foggiano si continua con l’attacco alle “baracche”, per radere al suolo i campi dei braccianti senza una soluzione alternativa.
Da troppo tempo si attendono risposte e l’avvio di un tavolo regionale sui temi dell’agricoltura e del bracciantato, si chiedono incontri alle istituzioni regionali, in primis al presidente Emiliano, ma finora nulla si è concretizzato. Siamo, quindi, costretti a compiere azioni altamente simboliche con l’auspicio di incontrare le autorità ecclesiastiche della città capoluogo.
I braccianti USB hanno poi chiesto a monsignor Cacucci di farsi promotore di un incontro con il governatore Emiliano. Al presule, che ha sottolineato l’importanza di fare anche proposte, è stato consegnato un documento articolato in dieci punti. Si è preso atto dell’offerta di assistenza e supporto da parte della Caritas diocesana, mettendo però in evidenza che non si sta parlando di tutela di migranti e di rifugiati, ma di difesa dei diritti dei lavoratori, senza connotazioni etniche.
USB prende atto positivamente dell’impegno del vescovo di Bari e attende con fiducia l’incontro con il governo locale per il mantenimento degli impegni da questi assunti due anni fa. La lotta per la riconquista dei diritti sindacali, abitativi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro non si ferma, nel ricordo dei tanti braccianti morti nella filiera agricola.
Coordinamento nazionale lavoro agricolo USB