Le Nazioni Unite hanno annunciato la sospensione parziale degli aiuti alimentari in alcune regioni dello Yemen controllate dai ribelli Houthi, accusati di appropriarsi delle forniture.
Il World food programme (Wfp) ha definito la misura “inevitabile“, quindi ha sollecitato i ribelli ad adottare misure per contrastare l’appropriazione indebita di rifornimenti da parte di miliziani corrotti.
Le operazioni umanitarie, fa sapere ancora il Programma alimentare, saranno sospese inizialmente solo nella capitale Sana’a, dove vivono circa 850mila persone bisognose di assistenza, ma i programmi a favore di bambini, donne incinte e madri potranno proseguire.
L’Arabia Saudita è intervenuta in Yemen nel 2015 a capo di una coalizione internazionale a sostegno del presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, costretto all’esilio dalla rivolta degli Houthi. Nel conflitto sono morte finora più di 70mila persone. Da tempo il Wfp denuncia che ai propri operatori viene impedito di raggiungere le comunità a corto di cibo a causa dei blocchi imposti dai ribelli e dalle forze della coalizione internazionale a guida saudita. Secondo le Nazioni Unite, lo Yemen è colpito dalla peggiore crisi umanitaria in corso, con la vita di circa 12 milioni di persone – quasi il 40 per cento della popolazione – a rischio di carestia grave. La maggior parte delle persone in difficoltà vivono in aree controllate dagli Houthi. I bambini, ha avvertito il direttore esecutivo del Wfp David Beasley, stanno morendo in conseguenza di una situazione “davvero disperata”.