Giornata drammatica per i migranti soccorsi dalla Sea Watch e l’equipaggio della nave. “Questa mattina abbiamo comunicato ai naufraghi la decisione della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell’Europa, dei loro diritti umani” si legge nel profilo Twitter di Sea Watch Italy. E ancora: “La colpa: essere stati soccorsi da una ONG. La punizione: friggere sul ponte di una nave per settimane. Rifiutati e abbandonati dall’Europa. Intanto sono più di 200 le persone sbarcate nei giorni scorsi a Lampedusa.” Un’affermazione importante, che smentisce la retorica dei porti chiusi (in realtà solo per le navi delle Ong).
“Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa” ha poi annunciato la capitana della nave Carola Rakete. “So cosa rischio, ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo. In 14 giorni nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati.“ Nel primo pomeriggio la nave è così entrata nelle acque italiane, ha ignorato l’alt della Guardia di Finanza e ha proseguito verso il porto di Lampedusa.
Il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, che nei giorni scorsi aveva confermato che la Libia non è un paese sicuro dove riportare i migranti, ha chiesto di far sbarcare i migranti a bordo della Sea Watch “senza conseguenze per il capitano, l’equipaggio e l’armatore. Ha aggiunto che ”la Sea Watch 3 è stata lasciata in una situazione impossibile, dovendo decidere tra l’obbedire alle istruzioni dell’Italia e adempiere al suo compito umanitario” e ha di nuovo sollecitato gli Stati membri dell’Unione Europea a “prendere la loro parte di responsabilità in modo che l’Italia non sia lasciata sola a gestire le operazioni di ricerca e salvataggio e l’accoglienza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti sul suo territorio”. Dunja Mijatovic ha rinnovato il suo appello al governo italiano affinché non vengano penalizzate e punite le Ong che svolgono operazioni di ricerca e salvataggio.
Verso le otto di sera il profilo twitter della Ong ha annunciato che la Guardia di Finanza era salita a bordo per compiere un’ispezione e controllare i documenti della nave e i passaporti dell’equipaggio. Durante la notte sono arrivate nel porto di Lampedusa dieci persone, tra cui una donna ed un minore, mentre i naufraghi a bordo della Sea Watch 3 rimangono sotto sequestro a poche centinaia di metri dalla costa.