Costruire ponti e creare un legame tra l’Italia e l’Iraq, per conoscere meglio la cultura millenaria della Mesopotamia, culla delle civiltà, attraverso la scrittura e le arti, dalla calligrafia araba alla danza, e così dare vita a un binomio culturale importantissimo.
“Abbiamo iniziato lo scorso anno con un evento dal titolo “Il velo verde”, per poi ripetere quest’anno con “La Porta d’Oriente”. Stavolta abbiamo voluto promuovere la candidatura di Babilonia quale patrimonio dell’Unesco, e dare informazioni sul turismo archeologico e religioso in Iraq.” Così Ayad Alhindi, presidente dell‘associazione Amicizia Iraq Italia, descrive l’appuntamento che si è tenuto mercoledì 12 giugno presso la Protomoteca del Campidoglio, a Roma. Un pubblico attento e numeroso ha potuto osservare le preziose pergamene, esempio di calligrafia araba, poste all’entrata della Sala; molto suggestive sono state le danze iraqi di Gaia Canichella, ancora purtroppo poco conosciute dal grande pubblico.
“Creare un ponte tra Iraq e Italia, può portare il viaggiatore a visitare siti interessantissimi e di grande bellezza. Il turismo può diventare anche solidale se fatto in territori che hanno vissuto l’occupazione dell’ISIS, diventando così un aiuto concreto per le popolazioni, specialmente per quelle yazide. Inoltre, sarebbe ottimo creare un canale commerciale tra i due Paesi, per portare le eccellenze italiane in terra irachena e viceversa, così da creare un vivace scambio economico.”, continua Alhindi.
Le importanti scoperte archeologiche degli ultimi anni sono state presentate da Licia Romano, field director della missione di Abu Tbeirah, un sito del III millennio a.C. situato nell’Iraq meridionale. Si tratta di un progetto nato grazie alla sinergia tra Cooperazione Italiana del Ministero degli Affari Esteri e l’Ambasciata d’Italia a Baghdad che dimostra, al di là dell’interesse turistico, quanto siano stretti i legami storici e culturali tra Italia e Iraq, Paesi depositari di culture millenarie. E di quanto sia importante conoscere per comprendere, cosa fondamentale per non incorrere nella diffidenza e nell’intolleranza, come purtroppo accade sempre più spesso in questi tempi.
Stefania Catallo