E’ accaduto di nuovo, un’altra sparatoria di massa, altre vittime, altro dolore. Eppure tutti sappiamo che non sarà l’ultima strage, perché la lobby delle armi negli Stati Uniti è più potente di qualunque associazione di madri in lacrime per la perdita di un figlio. Questa volta a sparare in un ufficio governativo contro i propri colleghi a Virgina Beach è stato un uomo contrariato per cause ancora da chiarire, ucciso poi dalla polizia. Un copione che si ripete. Di fronte alla morte di almeno una dozzina di persone sono cominciate dichiarazioni e prese di posizione, ma nessuno metterà più controlli sulla vendita di armi, soprattutto durante la presidenza Trump.
Obama ci aveva provato senza successo a limitare la presenza di fucili d’assalto, gli AR15 tipici delle zone di guerra, ma facili da acquistare negli Usa e usati per stragi come quella di Las Vegas nella quale furono uccise 59 persone. Obama aveva anche proposto di impedire l’acquisto di armi almeno a chi non ha il permesso di salire su un aereo perché considerato un pericolo. I suoi tentativi sono tutti naufragati e durante la sua presidenza dopo ogni strage c’è stata anzi la corsa ad armarsi per paura che venissero imposte delle limitazioni. Ricordo i siti on line, dove si può comperare qualunque arma anche in saldo, che avvertivano sul ritardo nelle consegne per le troppe richieste.
Il secondo emendamento della Costituzione americana, che garantisce il possesso di armi non si tocca, è come un culto, una religione, e l’illusione della legittima difesa continua. In realtà il Secondo Emendamento non parla di armi da guerra come gli AR15 da far usare a privati cittadini nelle città americane. Gli Stati Uniti sono il paese dove circolano più armi al mondo. 300 milioni di fucili d’assalto e pistole, circa uno per ogni cittadino. Ogni 100 americani 88,8 per la precisione possiedono un’arma, secondo una classifica pubblicata dal New York Times. Al secondo posto c’è, a sorpresa, la Svizzera con un 45,7 seguita da Svezia, Francia, Canada, Germania, Australia.
L’Italia, dove ferve un vivace dibattito sulla sicurezza e sulla autodifesa, è all’ottavo posto. Ogni 100 italiani 11.9 ha un’arma. All’ultimo posto c’è il Giappone che ha meno di un’arma ogni 100 abitanti e sole dieci vittime all’anno per arma da fuoco nell’intero paese. Agghiaccianti sono invece i dati americani. Le stragi di massa non sono la principale causa di morte. Solo nel 2016 ci sono stati 22 mila suicidi con arma da fuoco, 11.760 omicidi.
La legittima difesa ha riguardato 589 casi, solo un piccolo 1,6%. Cifre che dovrebbero farci riflettere quando affrontiamo con troppa leggerezza e per ragioni di propaganda elettorale il dibattito nel nostro paese su chi può possedere un’arma.