Le comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), la Confederazione Internazionale laica interreligiosa (Cili-Italia), l’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e il Movimento internazionale “Uniti per Unire” e le associazioni e Comunità aderenti, celebrano la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite nel 1951, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficili condizioni in cui versano rifugiati, sfollati e richiedenti asilo in tutto il mondo.
“Oggigiorno la tematica dei flussi migratori, e più in generale dell’immigrazione, viene trattata sul piano politico, sociale ed economico soltanto come un’emergenza da tamponare con risposte immediate e di breve periodo senza soluzioni definitive né approfondire i numeri dei migranti che tante volte sono gonfiate per fini politici o ricatti in particolare quelli dichiarati in Libia ” Dichiara il Fondatore Amsi Foad Aodi.
Analizzando, infatti, i dati degli arrivi in Europa via mare negli ultimi sei mesi (2.184), è evidente il forte calo rispetto a quelli dell’intero anno del 2018 (23.370): ciò dimostra che non siamo di fronte a un’emergenza sociale ma nonostante questo il numero dei morti nel mare può essere il triplo di quello saputo o dichiarato dal momento della loro partenza nel viaggio della speranza e fuga dai conflitti.
E’ comunque evidente che nell’arco di circa 8 anni, l’Europa è diventata la meta di arrivo di popolazioni provenienti dall’Africa sub Sahariana, Africa Settentrionale, Corno d’Africa e Medio Oriente. In questi paesi, le cause che costringono le persone a fuggire dalle loro terre, sono riconducibili principalmente alla debolezza economica, all’instabilità socio-politico e ai conflitti armati.
“E’ necessario quindi che la comunità internazionale agisca su tali cause per raggiungere soluzioni di lungo periodo partendo per esempio dal risolvere le crisi tuttora in corso in Libia, Siria ,Yemen e Sudan”. Così sostiene il coordinatore del Dipartimento Relazioni Internazionali e Ricerca del Movimento Uniti x Unire Dott. Giulio Giomi. “Il raggiungimento della stabilità interna in tali fragili realtà apporterebbe un sicuro beneficio ai migliaio di rifugiati e sfollati che devono affrontare quotidianamente grosse difficoltà e sofferenze.”
A tal proposito, secondo i 5 medici libici locali nelle varie zone del conflitto, in contatto continuo con il Fondatore dell’Amsi Foad Aodi, dall’inizio della ripresa delle ostilità (cominciata nel 04.04.2019) ad oggi, il numero dei morti è salito a 750 persone di cui 200 donne (la metà morte per violenza sessuale) e 175 bambini. I feriti, invece, sono saliti a 5.000 di cui 2.000 gravi; gli sfollati hanno ormai raggiunto il numero di 100 mila individui di cui il 60% è rappresentato da donne e bambini.
Il nostro appello è rivolto a tutto il mondo diplomatico dell’Europa, dell’Onu e della Lega Araba affinché si riuniscano intorno ad un tavolo convocando una conferenza internazionale per risolvere i conflitti dimenticati e aprire corridoi sanitari e umanitari così da salvare donne e bambini dalle violenze, dalle torture e dagli abusi sessuali, mettendo la parola fine al mercato nero dei trapianti d’organi e allo sfruttamento del lavoro minorile.
Ufficio Stampa
Amsi e Co-mai