Succede, quando l’aria che spira in un paese da stato di diritto, a poco a poco, si trasformi in stato di polizia, succede quando la voglia di controllo dell’ordine costituito, diventi talmente forte da farlo divenire insegnamento pedagogico, il gioco del poliziotto e del carabiniere che usa scudo e manganello a simulare la repressione del dissenso, succede che dei bambini di 7 e 10 anni di due classi d’una scuola elementare del Nord si vestano da celerini, indossino caschi e scudi del reparto mobile in tenuta antisommossa. Succede questo ai giorni nostri in Italia a Cremona in visita guidata nei giorni scorsi a una caserma dell’Arma dei Carabinieri, e pochi giorni prima ancora un’altra classe di una scuola elementare di Carpi che ha ospitato i funzionari del commissariato di Polizia, venuti a svolgere una “normale” giornata d’insegnamento dei compiti di polizia.

Succede che gli scatti dei bambini in tenuta antisommossa siano stati distribuiti direttamente dallo stesso ufficio stampa del Comando provinciale dei Carabinieri di Cremona dove si vedono alcuni bambini disposti dai militari nell’assetto a “testuggine” a simulare d’essere nel bel mezzo di incidenti di piazza. Succede che sono bambini che a malapena hanno appena iniziato a leggere e scrivere Sono gli alunni delle classi 2ª A e 5ª A della scuola primaria Trento e Trieste di Cremona.

Succede che l’iniziativa è stata presentata dall’Arma stessa dal Maggiore Rocco Papaleo nel seguente modo:

“Gli alunni hanno avuto modo di conoscere i compiti e la struttura dell’Arma dei Carabinieri. Nel corso della visita è stata illustrata la funzionalità dei mezzi in dotazione, di molti strumenti tecnici, potendo visitare la Centrale Operativa, cuore pulsante del Comando Provinciale ed anche la sala “spis” (dove avviene il fotosegnalamento e vengono verificate le impronte digitali)”.

 

Succede adesso che lecitamente ci si chieda se fra le tante cose che si possono insegnare a dei bambini in veste di tutori dell’ordine, il migliore contributo che possa dare l’Arma all’educazione alla legalità, sia quello di guidare bambini di 7 e 10 anni disponendoli in fila come un plotone di carabinieri pronti alla carica.

Succede anche che ci si chieda com’è che delle insegnanti elementari possano sorridere tranquillamente in foto, nell’atto di vedere i propri alunni simulare una carica, immortalate durante questo felice quadretto che pare restituire una perfetta fotografia della deriva autoritaria e di voglia di controllo di questo paese.

Succede che c’è di che esser preoccupati oltre che inquieti nel vedere che ciò che accade nel paese che la tendenza e il desiderio d’imporre l’ordine costituito  e placare ogni dissenso col manganello in questi giorni sia diventato oggetto di simulazione e insegnamento per dei bambini.

Succede che ci si augura che domani quanto meno ci possa essere una seria e sana discussione pubblica e anche politica, che ci distolga dal sonno, che ci faccia riflettere sul significato di quanto avvenuto, su questa pessima tendenza al prediligere l’uso della Forza nella risoluzione di ogni problema, tanto da divenire insegnamento  al posto dell’insegnamento al dialogo e alla pacifica convivenza per i bambini delle elementari, al posto anche del diritto a quell’età ad essere spensierati, e perchè no diritto ad essere ancora candidi, essere soltanto bambini.

Succede che forse è il caso che sia il momento di capire coscientemente, guardare le cose per come stanno, comprendere che è l’ora di invertire collettivamente, tutti, e responsabilmente cambiare la rotta di questa deriva, prima diventi troppo tardi.