Un incontro su “Umanesimo e Post Umanesimo” si è svolto, lo scorso week end, a Marsala, in Sicilia, presso il centro culturale 4arts. Non sono tanti gli incontri su temi filosofici di tal genere in questa provincia e quindi, incuriositi, siamo andati a sentire.
Nella raccolta sede del centro 4arts ci ha accolto una mostra d’arte contemporanea di Sal Giampino. Una sorpresa che abbiamo apprezzato. Un po meno la scarsa partecipazione di pubblico lilibetano all’evento principale: 6-7 persone. Un segnale, quest’ultimo, che sia vero che “è un difetto degli uomini il bisogno di farsi dire da altri ciò che essi già sanno”: siamo già nel post umanesimo!
Tuttavia, come spesso accade, gli assenti hanno avuto torto. Fabrizio Manco e Gioacchino Grupposo, i relatori dell’incontro, hanno certamente toccato, e approfondito, temi di primaria importanza.
Manco, un giovanissimo, e questo fa apprezzare ancor di più il suo intervento, ha esposto il pensiero di diversi umanisti dal rinascimento sino alla storia contemporanea. In estrema sintesi, ha sottolineato come già il Rinascimento può segnare l’inizio della decadenza umana poiché ha scardinato le certezze umane di Dio come riferimento che esistevano nel Medioevo.
La visione del presente, del post-umanesimo, incentrata sullo “scientismo”, la tecnocrazia, poi – per Manco –, vuole cancellare il passato, come una sorta di regime totalitario che annienta le identità. Il relatore, nel proprio intervento, ha descritto, in particolare, l’uso della televisione come negativo strumento di propaganda. Ricordando Goethe col suo Faust, poi, ha sottolineato come spesso si finisca dominati da quello che si crea.
In proposito in Rete rileviamo quella che appare una conferma: “I dispositivi elettronici spesso costituiscono una barriera tra noi e il mondo che ci circonda”, ammettono i ricercatori del dipartimento di ingegneria e scienze informatiche dell’Università di Bologna che comunque stanno contribuendo a “costruire questi nuovi sistemi” post-umani.
Il relatore ha mostrato con evidenza il proprio pessimismo sul futuro ma anche provato a suggerire una via d’uscita: scardinare l’ideologia del post-umano spiegando che dietro l’apparenza c’è un piano, ci sono le grandi potenze mondiali, e c’è un virus che attacca l’umanità per diffondere il proprio veleno.
Tali conclusioni sono state, quindi, sposate dal prof. Grupposo che, nel proprio intervento, ha sottolineato la necessità, per l’uomo, di avere una propria identità e di sapere “chi sono, da dove vengo e dove vado”. Tutto il contrario del pensiero post-umano: “La risposta alla domanda “perché siamo qui?” è che non esiste risposta”, secondo tale concezione.
Qui non si può e vuole ripetere le relazioni ma semplicemente far scoprire, a chi ne fosse all’oscuro, il pensiero, per me inquietante, di quello che Fabrizio Manco ha poi meglio definitivo “anti-umanesimo” o “transumanesimo”. Su cos’è quest’ultimo, un approfondimento lo si può leggere sul “Manifesto del Postumanesimo” di Robert Pepperal.