Rendiamo noto che lo scorso venerdì 17 maggio 2019, durante la visita a Pieve Vergonte del On. Davide Crippa, il Sottosegretario allo Sviluppo Economico si è espresso anche sul progetto Interconnector Svizzera-Italia 380 kV con le testuali parole: “Terna ha revocato il progetto di Interconnector”.
In attesa di un documento ufficiale al riguardo, prendiamo atto della dichiarazione pubblica del vice Ministro del MISE che da anni segue l’evolversi della situazione del progetto Interconnector Svizzera-Italia. Fu sua infatti l’interrogazione parlamentare al precedente governo che aveva portato alla luce l’enorme spesa di 3 miliardi di euro sostenuta dai cittadini con le loro bollette fino al 2016, poi prorogata per altrettanti proventi, per sovvenzionare le interconnessioni in altissima tensione tra l’Italia e gli stati confinanti. Crippa ha inoltre aggiunto che se un domani un’interconnessione elettrica con la Svizzera fosse fatta, dovrà essere completamente in corrente continua con tecnologia HVDC (mentre prima era prevista da Passo San Giacomo a Pallanzeno in corrente alternata, dannosa per la salute umana), con cavi a terra come per la Valle di Susa (e non aerei su piloni mostruosamente sempre più grandi), con una stazione di conversione AC/DC in terra elevetica e una sul suolo nazionale (quindi nessuna nuova centrale a Pallanzeno o nei dintorni), e forse nemmeno transitante per il corridoio dell’Ossola, magari tutta in Lombardia (per esempio lungo i fondali del Lago di Como con il progetto già autorizzato Greenconnector?).
Quindi una linea elettrica moderna con tecnologie d’avanguardia, al passo con i tempi, ben diversa da quella ormai obsoleta fatta di tralicci e cavi che coprono il cielo, proposta ai territori attraversati da Interconnector Svizzera-Italia 380 kV “All’Acqua-Pallanzeno-Baggio”. Ancora increduli, ci sembra azzardato cantar vittoria, ma consapevoli del nostro ruolo di fermi oppositori al progetto fin dal luglio 2014, ci apprestiamo soddisfatti a festeggiare questa notizia sensazionale.
Il comitato locale Salviamo il Paesaggio Valdossola si occupa da quasi 5 anni del progetto di questo nuovo elettrodotto a 380.000 Volt, che prevedeva l’attraversamento da nord a sud di tutta l’Ossola, passando con cavi di grande sezione e tralicci alti fino a 70 metri sulle nostre più belle montagne, creste, alpeggi, laghetti alpini ancora incontaminati da opere dell’uomo, protette tra l’altro da Direttive comunitarie e attraversate dai grandi sentieri escursionistici CAI nazionali e internazionali. Senza contare la costruzione di una grande stazione di conversione elettrica nel fondovalle ossolano, con capannoni alti fino a 20 metri occupanti una superficie verde di oltre 12 campi di calcio.
Il progetto, presentato nel 2012 come Razionalizzazione Rete alta tensione nella Val Formazza, aveva subito incontrato l’opposizione del Comitato Mo.N.Te. proprio a causa del tracciato proposto che scendeva dal Passo San Giacomo a Pallanzeno, violando le praterie alpine di Cravariola e gli alpeggi di Matogno. Nel 2014, a seguito delle osservazioni ricevute, Terna ripresentava il progetto tal quale, aggiungendo in regalo il famigerato Interconnector Svizzera-Italia 380 kV. Da quell’anno si sono susseguiti parecchi rimpalli tra Ministero Ambiente e Terna, con pesanti richieste di integrazioni progettuali da una parte e presentazioni integrative e di nuove parti del progetto dall’altra. Per ben 3 volte si sono aperti i termini per presentare osservazioni da parte del pubblico, regolarmente consegnate dalle associazioni per l’ambiente, da singoli cittadini, dai Sindaci sempre più uniti contro il nuovo mega-elettrodotto.
Salviamo il Paesaggio Valdossola, Pro Natura Torino, Comitato Mo.N.Te., Italia Nostra VCO, Italia Nostra Milano Nord Ovest, Comitato No Ecomostro Settimo, FAI Novara, Mountain Wilderness Italia, Coor.Di.Te hanno unito le forze nel Coordinamento NO interconnector Svizzera-Italia. Sono stati organizzati 3 convegni informativi pubblici molto partecipati, sit-in in quota, trekking Cieli Liberi per vedere da vicino i luoghi di passaggio dell’elettrodotto, tour per visitare i possibili prati destinati alle stazioni di conversione, incontri con le amministrazioni regionali provinciali e comunali, aggiornamenti costanti sui social, gemellaggi con le associazioni svizzere anch’esse interessate dalla costruzione di nuovi grandi elettrodotti che si allaccerebbero alla rete di interconnessione.
Successivamente alla scadenza delle ultime osservazioni nell’agosto dello scorso anno, Terna aveva richiesto la scissione dei due progetti Razionalizzazione e Interconnector, intendendo procedere velocemente per la Razionalizzazione. A novembre 2018 la Commissione Tecnica di Valutazione Impatto Ambientale rispondeva che non è più possibile scindere i due progetti, e che per poter procedere ad una valutazione della Razionalizzazione Val Formazza occorre presentare documentazione progettuale ed ambientale integralmente aggiornata e revisionata. (https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/855/1134? Testo=&RaggruppamentoID=19#form-cercaDocumentazione ).
A oggi il progetto risulta ufficialmente con procedimento sospeso, come visibile sul sito Ministero Ambiente (https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/855 ).
Ci aspettiamo a questo punto che Terna tenga fede al Protocollo Intesa del 2009 con Regione Piemonte relativo alla costruzione dell’elettrodotto Trino-Lacchiarella, Protocollo che prevedeva come compensazione “il riassetto delle linee esistenti nella Val Formazza mediante variante aerea delle due linee a 220 kV Ponte-Verampio per una lunghezza di circa 11 km…” “inoltre interramento della linea a 132 kV Ponte-Fondovalle per una lunghezza di circa 4,5 km” “adeguando lo standard tecnologico ai più alti livelli di sicurezza”.
Ci aspettiamo che Terna finalmente presenti, a 10 anni di distanza, un serio progetto di Razionalizzazione delle linee Alta Tensione in Val Formazza, tenendo in debita considerazione il territorio e le genti che lo abitano, avendo rispetto dei luoghi, degli ambienti e della storia.
Ci aspettiamo per la Val Formazza la stessa considerazione avuta per i comuni del novarese, dove, sempre per effetto del Protocollo d’Intesa del 2009 e grazie alla sottoscrizione di un Accordo con le amministrazioni comunali, entro la fine dell’anno verrà avviato l’iter autorizzativo per l’interramento in cavo e lo smantellamento delle linee aeree.
Ci aspettiamo che venga applicata in Ossola la Legge n. 36 del 22 febbraio 2001 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” che prevede il risanamento di tutti gli impianti per raggiungere gli obiettivi di qualità. Terna provveda il più celermente possibile a spostare dai tetti delle case le linee in alta tensione di tutta la Valle Formazza e Antigorio, di Montecrestese, di Crevoladossola, di Domodossola nelle frazioni di Prata, Andosso e Vallesone, di Cosasca di Trontano, di Cardezza, di Pallanzeno, di Piedimulera, ecc., come opera dovuta dalla Legge e non come elargizione di una compensazione.
Vogliamo ringraziare di cuore tutto il gruppo di lavoro del Comitato, tutte le persone e le associazioni che si sono prodigate sino a qui per ottenere questo importante risultato. Non crediamo che la partita sia chiusa, è dagli anni ’70 che ci provano (vedi Elettrodotto “Passo San Giacomo-Turbigo”).
Staremo in campana!
Comitato “Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA”