La guerra è un male assoluto e va “ripudiata”, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia.
Proseguono invece con i passi di una danza macabra le manovre di avvicinamento alla guerra da parte dell’asse di questo male che vede insieme Israele, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Stati Uniti d’America contro l’Iran, ritenuto sponsor del terrorismo mondiale.
Come accadde nel 2003 per l’attacco all’Iraq, i manipolatori dell’opinione pubblica sono all’opera per convincere che invece la guerra all’Iran è necessaria alla nostra sicurezza.
Frattanto l’embargo sta paralizzando l’economia e colpendo la popolazione innocente. Come già successo in Iraq, cosa che fu denunciata dallo stesso don Tonino Bello, allora Presidente di Pax Christi, e come sta continuando ad accadere in Siria.
Il Medio Oriente è stato scelto come area dove si demoliscono gli stati ritenuti concorrenti nel ricco mercato del petrolio e del gas. Le stesse “contese religiose” sono subordinate a questo mercato, cui si affianca quello fiorente delle armi.
Quale altra infernale situazione potrebbe generarsi dalla incombente guerra all’Iran? La guerra in Libia, ad esempio, non ha proprio insegnato nulla? Si vuole dunque accendere una nuova fornace dove bruciare umanita’ e speranze di pace e coesistenza pacifica?
Pax Christi Italia fa proprio il messaggio di Papa Francesco nel discorso tenuto al Cairo ai partecipanti alla Conferenza Internazionale per la pace, 28 aprile 2017:
- “Per prevenire i conflitti ed edificare la pace è fondamentale adoperarsi per rimuovere le situazioni di povertà e di sfruttamento, dove gli estremismi più facilmente attecchiscono, e bloccare i flussi di denaro e di armi verso chi fomenta la violenza. Ancora più alla radice, è necessario arrestare la proliferazione di armi che, se vengono prodotte e commerciate, prima o poi verranno pure utilizzate. Solo rendendo trasparenti le torbide manovre che alimentano il cancro della guerra se ne possono prevenire le cause reali. A questo impegno urgente e gravoso sono tenuti i responsabili delle nazioni, delle istituzioni e dell’informazione, come noi responsabili di civiltà, convocati da Dio, dalla storia e dall’avvenire ad avviare, ciascuno nel proprio campo, processi di pace, non sottraendosi dal gettare solide basi di alleanza tra i popoli e gli Stati.”