Nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio una sessantina di giovani di diverse realtà milanesi – LUME – Laboratorio Universitario Metropolitano, Rete Studenti Milano, CSOA Lambretta, Casc Lambrate, Collettivo Zam, Milano InMovimento – hanno occupato la sede dell’Enel in via Carducci, fermandosi per tutta la notte.
Gli attivisti chiedono che l’azienda renda subito pubblico un piano con le date di chiusura o riconversione di tutte le centrali elettriche a carbone e gas e illustri la strategia prevista per collocare i dipendenti oggi impiegati nella produzione di energia tramite combustibili fossili.
“Come affermano chiaramente gli scienziati di tutti il mondo, l’accordo di Parigi e l’ultimo rapporto IPCC le emissioni di carbonio nell’atmosfera rappresentano una minaccia per la sopravvivenza dell’uomo e di tutte le specie animali sulla terra. Per questo dobbiamo assolutamente azzerare le emissioni nell’atmosfera entro il 2030” si legge in un volantino distribuito durante l’occupazione.
“Enel nonostante nelle pubblicità si faccia bella con campagne di greewashing produce la grande maggioranza dell’energia che vende da fonti fossili, macchiandosi così di crimini nei confronti dell’umanità e di tutte le altre specie.
La prima azienda in Italia per emissioni nell’atmosfera, quattordicesima in Europa, è la centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord, a Civitavecchia, che è proprio di proprietà di Enel. La centrale di Torrevaldaliga Nord funziona per 7500 ore l’anno, brucia 4,5 milioni di tonnellate/anno di carbone e 150.000.000 Sm3 di gas naturale (per le fasi di avviamento) (fonte Dec.Min.114 del 05.04.2013), producendo, quali scarti di processo, 450.000 t/a di ceneri, 250.000 t/a di gesso e 5.000 t/a di fanghi di trattamento (fonte Enel – Domanda di AIA – Relazione tecnica dei processi produttivi).
Con un ricorso al TAR del Lazio, Enel si oppone alla richiesta del Ministero dell’Ambiente di comunicare il piano per la cessazione entro il 31 dicembre 2025 dell’utilizzo del carbone nella produzione elettrica, come previsto dalla SEN 2017 nonostante l’abbandono del carbone entro il 2025 è uno degli “obiettivi cardine” della Strategia Energetica Nazionale, che comunque risulta del tutto insufficiente se rapportata alla gravità della crisi climatica e ambientale.
Per questi motivi Enel deve da subito annunciare:
– la data della chiusura di tutte le centrali a gas e a carbone, data in cui l’azienda smetterà di emettere gas climalteranti nell’atmosfera e quindi di compiere crimini contro l’umanità e le altre specie animali
– la strategia aziendale per la riconversione dei dipendenti che ad oggi lavorano in settori incompatibili con la riconversione ecologica.
Il volantino si conclude con un appello. “Siamo stanchi delle chiacchiere e delle pubblicità di aziende che stanno minacciando il nostro futuro. Enel è colpevole della crisi climatica e ambientale che stiamo e che sempre più vivremo; per questo deve pagare! Ci vediamo in piazza il 24 maggio per il secondo Sciopero Globale per la Giustizia Climatica.”