La Toscana è stata inserita nell’intreccio dell’economia di guerra a guida Stoldenberg all’insaputa dei toscani e dobbiamo iniziare a dirlo.
A Genova è stata fermata una nave saudita e adesso dobbiamo fermare quelle statunitensi che portano armi all’Arabia Saudita. La prossima nave in arrivo è prevista per il 20 giugno prossimo; organizziamo una protesta nazionale.
Il molo Italia nel porto di Livorno è quello dove mensilmente avviene il trasbordo di armi, munizioni e mezzi corazzati. La nave appartiene alla compagnia privata Global Logistics, ingaggiata dalla difesa statunitense per questo nobile servizio marittimo meglio noto come “programma di sicurezza marittima”. L’andirivieni delle navi della Global Logistics va avanti da anni senza che nessuno voglia accorgersene, a parte una fetta della società civile. I lavori in corso nella base e intorno alla base di Camp Darby riguardano proprio il ruolo di nastro trasportatore delle armi che Livorno svolge con il suo porto nucleare. Per essere precisi, è dal marzo 2017 che è iniziato un collegamento regolare tra Livorno e i porti di Aqaba in Giordania e Gedda in Arabia Saudita. Le navi su cui vengono caricate armi e carri armati hanno nomi bellissimi tipo Liberty Passion, Liberty Pride, Liberty Promise e così via. Sono delle modernissime, enormi navi statunitensi di tipo Ro/Ro (progettate per trasportare veicoli e carichi su ruote): lunghe 200 metri, dotate ciascuna di 12 ponti con una superficie totale di oltre 50000 m2, sufficienti al trasporto di un carico equivalente a 6.500 automobili.
Nel suo viaggio inaugurale – riportano documentate fonti (AsiaNews e altre) – la Liberty Passion ha trasportato 250 veicoli militari e altri materiali di Camp Darby dal porto di Livorno a quello giordano di Aqaba, dove, attraversato il Canale di Suez, è arrivata il 7 aprile. Dal giugno dello stesso anno la Rete civica contro la nuova normalità della guerra e il Tavolo per la Pace della val di Cecina organizzano caparbiamente un presidio di protesta e richiedono alle istituzioni il piano di emergenza per il porto nucleare che dovrebbe essere reso noto ai cittadini, come previsto dalla legge. Non c’è dubbio che Livorno sia zona a rischio come tutti i comuni nel raggio di 50 km dal porto.
Quanto a Camp Darby, la base ci rende un potenziale target in caso di conflitto e resta aperta da sempre la questione degli esplosivi usati negli anni di piombo e nel 92/93, nonché la possibilità che questa ospiti anche armi nucleari e non convenzionali. Recentemente i sauditi hanno usato proiettili al fosforo bianco forniti dagli Stati Uniti, che potrebbero provenire da Camp Darby.
Pisa e Livorno sono sempre più militarizzate e ci ammala sempre di più. Il nesso fra clima, salute ed economia di guerra è così stretto da renderne difficile la messa a fuoco.
Vogliamo opporci a tutto questo e al sistema guerra. I presidi a Livorno hanno luogo ogni secondo sabato del mese dalle 16 alle 19 in Piazza Grande angolo via Grande. Il 2 giugno celebreremo la festa della Repubblica con una camminata naturalista/ispettiva intorno a Camp Darby, occasione per dare una controllata ai lavori in corso e rendersi conto di persona della vastità dei lavori e della base.