A quasi due mesi dalle violente inondazioni che hanno colpito le aree lungo il fiume Kashkan, nella provincia di Lorestan nell’Iran occidentale, la vita sta tornando alla normalità nella città di Pol-e Dokhtar. Anche i quartieri più danneggiati sulla riva orientale del fiume sono stati ripuliti dalla maggior parte del fango e dalle macerie ed è iniziata la ricostruzione di alcune case e negozi. Sono riprese anche alcune attività sanitarie, mentre le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) forniscono cure mediche alla popolazione di cinque villaggi a nord della città, in collaborazione con il Ministero della Salute locale.
Nonostante siano in corso i lavori di riparazione delle infrastrutture lungo il fiume, i danni maggiori restano visibili lungo un tratto di 100 km di strada. Interi tratti di asfalto e tutti i ponti principali sono andati distrutti, mentre nei pochi villaggi colpiti direttamente dalle piogge, alcuni abitanti vivono in tende e dipendono dalle distribuzioni di cibo e acqua.
A quindici chilometri a nord di Pol-e Dokhtar, ogni settimana un’équipe di MSF attraversa a piedi, con attrezzature mediche e farmaci negli zaini, un nuovo ponte di corda sul fiume Kashkan per raggiungere il villaggio di Paran Parvis. Dall’altra parte del ponte li aspetta un taxi, con cui percorrono l’ultimo pezzo di strada, un tragitto di 20 minuti. Una volta arrivati nel villaggio, gli operatori di MSF allestiscono una clinica mobile all’interno di un centro sanitario con il supporto dello staff paramedico locale.
Sebbene il villaggio non sia stato danneggiato dalle forti piogge, gli abitanti sono completamente isolati a causa della distruzione dei ponti, che li ha tagliati fuori dalla rete stradale principale. Così nessun medico è più riuscito a recarsi qui dal centro sanitario più vicino, come facevano settimanalmente prima delle inondazioni. I bambini accolgono l’équipe di MSF quando arriva, mentre la gente si raduna davanti alla clinica mobile in attesa di essere visitata.
Da quando le inondazioni hanno distrutto le strade, le persone che vivono in questa zona montuosa, di per sé già piuttosto isolata, hanno ancora più difficoltà a spostarsi, soprattutto le persone anziane. In altri villaggi, le famiglie hanno perso la casa e tutti i loro averi e non possono permettersi di muoversi per ricevere cure mediche. Pertanto, l’assistenza medica gratuita fornita da MSF è un gradito sollievo per molti.
L’équipe di MSF assiste molte persone anziane, specialmente donne, con malattie croniche come l’ipertensione e il diabete. Le persone vengono anche curate per infezioni del tratto respiratorio superiore e per dolori generali, mentre un’ostetrica assiste diverse donne in gravidanza.
Per raggiungere i villaggi di Vareh Zard e Khersdar Softla, l’équipe di MSF utilizza un passaggio pedonale sul fiume, sulla cui sponda destra si trova il villaggio di Baba Zayd, completamente devastato dalle piogge. Qui i resti del centro di salute sono coperti da fango e macerie. Le autorità locali hanno installato container per sostituire questa struttura sanitaria e una scuola che è stata distrutta, ma mancano personale qualificato e farmaci di base. Per questo MSF ha inviato un’équipe per fornire assistenza medica agli sfollati che vivono nelle tende.
Nonostante il miglioramento generale della situazione, alcune popolazioni restano vulnerabili mentre altre non hanno ancora accesso all’assistenza medica di base. Le équipe di MSF restano impegnate nel fornire assistenza medica e a continuare a valutare eventuali bisogni nella regione, mentre le comunità si stanno riprendendo.