Oggi da Lussemburgo riportiamo con grande soddisfazione la condanna definitiva del governo italiano sugli inceneritori previsti nell’articolo 35 dello Sblocca Italia, dopo la prima vittoria il 24 aprile 2018 con l’accoglimento da parte del TAR Lazio del nostro ricorso per annullamento del Decreto attuativo presidenza del consiglio ministri del 10 agosto 2016 del governo Renzi.
Nel nostro ricorso avevamo chiesto infatti al TAR Lazio il rinvio alla Corte di giustizia europea per motivato contrasto tra le norme contenute rispetto all’articolo 35 – Piano nazionale di inceneritori – nel decreto legge Sblocca Italia e nel successivo Decreto attuativo e la Direttiva europea 98/2008/CE su due punti fondamentali:
- stabilire che i quaranta inceneritori esistenti e nuovi da realizzare siano “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell’ambiente” ponendo al primo posto una tecnologia obsoleta e nociva da rifiuti indifferenziati che alimenta anche le discariche, senza aver programmato nulla rispetto sugli impianti per il riciclaggio ed il recupero di materia;
- stabilire che l’aumento delle emissioni di polveri e diossine dovute al “potenziamento al massimo carico termico” dei quaranta inceneritori esistenti al centro nord (quantificato in circa un ulteriore milioni di tonnellate annue incenerite) e la costruzione di otto nuovi inceneritori al centro sud con annessa ubicazione e capacità in ogni regione (quantificati in circa altri tre milioni di tonnellate annue incenerite) non sia un piano / programma nazionale da sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica.
Finalmente siamo riusciti a rimuovere il principale ostacolo al dispiegarsi sia in Italia che in Europa di una vera “economia circolare” basata sul “riuso-riciclo-recupero di materia”, dato che l’incenerimento distrugge materia per recuperare una bassa quantità di energia pagata salatissima dagli incentivi pubblici del GSE, al contrario di quanto affermano sia necessario fare già da oggi le quattro nuove Direttive europee sull’economia circolare, in particolare la 851/2018/CE, di cui chiediamo che il governo italiano acceleri urgentemente il suo recepimento.
Movimento Legge Rifiuti Zero – Comitato Donne 29 agosto Acerra per l’economia circolare