“I docenti devono insegnare e non indottrinare” ha scritto Bolsonaro su uno dei suoi profili sui social network, condividendo un video. Nel filmato si vede una studentessa accusare un’insegnante di diffondere opinioni di parte. Nel video, di cui non è possibile stabilire l’autenticità, la giovane difende anche il movimento Escola sem partido, ovvero ‘Scuola senza partito (Esp).
Si tratta di un’organizzazione di destra nata nel 2004, che ha guadagnato una certa popolarità con Jair Bolsonaro: sul suo sito, invita direttamente a denunciare “i militanti travestiti da professori”.
Tra le denunce diffuse dal coordinatore del movimento, Miguel Nagib, molte contestano il contenuto di manuali di storia che affrontano il periodo della dittatura. Altre voci polemizzano con gli omaggi del mondo dell’istruzione all’attivista di sinistra Marielle Franco, uccisa lo scorso anno a colpi d’arma da fuoco.
Le rivisitazioni storiche di Bolsonaro sono già passate alle cronache non solo rispetto al periodo della dittatura militare, ma anche a quello del commercio di schiavi tra l’Africa e il Brasile tra il XVI e il XIX secolo. Secondo le dichiarazioni di Bolsonaro sarebbero “i neri” i responsabili della tratta e non i portoghesi.
Anche Carlos Bolsonaro, figlio del presidente, ha recentemente espresso sostegno al movimento Escola sem partido, condividendo su un suo profilo virtuale questa dichiarazione: “Registrare/filmare le lezioni è un atto di legittima difesa contro i predatori ideologici travestiti da professori”.