A Torre Maura, estrema periferia di Roma, si è sfiorata la strage. Nella notte tra il 2 e il 3 aprile la sindaca di Roma è dovuta intervenire insieme alle forze dell’ordine per impedire che la protesta di alcuni cittadini contro l’accoglienza di un gruppo di rom degenerasse in una tragedia. A scatenare l’assedio era stato il trasferimento di una sessantina di rom, tra cui 33 bambini, in una struttura di accoglienza nel quartiere. A rendere concreto e alto il pericolo di una violenza distruttiva è stata la presenza dei militanti di Casa Pound, che avevano esplicitamente dichiarato di voler mettere a fuoco l’edificio con dentro tutti i suoi occupanti, martoriati per un’intera giornata e costretti a stare chiusi come in un fortino.
E’ comprensibile, ma ingiustificabile, l’esasperazione per lo stato di abbandono in cui quel quartiere è stato lasciato per anni, diventando nei decenni sede di quasi la metà dei centri di accoglienza della capitale. Ma va riconosciuto che mai questa drammatica protesta avrebbe preso la forma di un vero e proprio pogrom – con l’esito più che probabile di una strage di donne, uomini e bambini – se ad aizzare gli assedianti in tal senso non fossero stati gli attivisti del movimento di estrema destra.
Nel ricordare che un comportamento del genere configura il reato di strage, poiché il codice penale italiano non contempla la fattispecie di tentata strage, l’Osservatorio Solidarietà – Carta di Milano sollecita la magistratura ad assumere immediatamente i provvedimenti del caso nei confronti di chi si è messo alla testa di quell’attentato.
OS richiama inoltre il Comune di Roma alla necessità di affrontare il problema dell’inserimento delle persone senza casa, o espulse dai loro ricoveri in seguito a uno sgombero adottando politiche di ampio respiro: l’intervento sui territori deve mirare a coinvolgere gli abitanti di ogni zona della città nel definire insieme le misure di accoglienza più adatte a non suscitare allarme e a promuovere la necessaria solidarietà tra persone che in vario modo si ritrovano messe ai margini della società.