È il terzo giorno di presidi davanti al centro di Via dei Codirossoni. Alle 8 di mattina del 4 aprile [2019] il cosiddetto circo mediatico è superiore in numero ai convenuti per “presidiare la zona”.
Un signore di una quarantina d’anni, con a seguito un cane nero di media taglia si avvicina a noialtri della stampa in fila su di un marciapiede mentre teniamo in mano telecamere, macchine fotografiche, registratori.
«Siete peggio d’i zingari, a giornalisti!» indirizzando una mano aperta a mezz’aria verso di noi. «Che t’avemo fatto?», dice un operatore della Rai. Lui scuote la testa: «C’è quarcheduno der Messaggero?». Una collega di Rainews risponde che no, qui c’è solo televisione e agenzie fotografiche.
«Ah, ecco» – fa lui – «c’è quello der Messaggero che ha scritto solo stronzate m’ha ripreso mentre stavo a presidià ‘a zona pare che so ‘n teppista, ‘n criminale», in quel momento si avvicina un agente in borghese: «Vedi che devi fa», gli dice. Lui non ci sta e continua, seguitando a mantenere una calma del tutto apparente che covava risentimento tutto personale per l’accaduto: «Ma te pare normale che m’hanno fatto a foto n faccia, stavo a presidià ‘a zona.. si vabbè c’aveva ‘a mazza da baseball ‘n mano ma che vordì, dai pare che so ‘n criminale». Ci fa vedere la foto, l’agente gli dice che – per l’appunto – non stava facendo proprio nulla, in tono sarcastico. Solo allora se ne va.
La mattinata di Via dei Codirossoni inizia così. Il cielo minaccia pioggia e, alla fine, ne viene giù una bella sgrullata che forse fa desistere i più ad accorrere davanti al centro per il terzo giorno consecutivo.
Passa una signora col carrello della spesa urlando improperi e insulti agli zingari del centro: «Vaffanculo zingari dimmerda, tornatevene a casa». Lo ripete più volte. Una signora rom si affaccia da una finestra e risponde alla signora: «Perché ci dite così? Io non vengo da te a dirti vaffanculo, signora». La signora con la spesa riprende il carrello e se ne va borbottando ad alta voce cose contro immigrati e zingari.
Qualcuno, ad ogni modo, accorre per il terzo giorno di presidio ma si ferma su Via dell’Usignolo e non entra in Via dei Codirossoni perché «i giornalisti scrivono stronzate».
Hanno paura che le loro parole vengano strumentalizzate: tra i presenti si accende un piccolo dibattito, si alza la voce e anche le persone che ieri erano ben disposte nei confronti dei microfoni si allontanano quando vedono una troupe televisiva.
Nel frattempo una persona del centro prova a dare una propria dichiarazione alla stampa: «sono una persona come voi che ha bisogno di lavorare, potete anche ammazzarmi ma perché?».
Continua: «abbiamo paura per i bambini, che gli assistenti sociali ce li tolgano, spero non accada».
Inizia a piovere, alcuni rimangono e alcuni vanno via.