La scorsa settimana, la stampa ha diffuso notizie riguardanti la venuta di esponenti del M5S nella città di Taranto dando per scontato l’incontro con le associazioni cittadine. Nella serata del 22 aprile siamo venuti a conoscenza, tramite un whatsapp la cui origine resta ignota, della comunicazione di audizione rivolta alle associazioni emessa dalla Prefettura di Taranto in data 19 aprile. Avremmo dovuto rispondere indicando due nominativi entro 12 ore. Ieri ad ora di pranzo è giunta e-mail di convocazione, a noi come ad altri gruppi, con la richiesta di rispondere entro le successive ore. Comprenderete bene che le nostre vite, già fortemente condizionate dalle industrie inquinanti, non possono essere anche assoggettate alla fretta ed all’approssimazione volute dagli esponenti politici di questo governo in piena campagna elettorale in vista delle elezioni europee. Pretendiamo di essere rispettati come cittadini, in tutto e per tutto, a partire dalle indicazioni di tempi e modi consoni per una convocazione del genere.
Abbiamo già avuto modo di colloquiare con questo governo dieci mesi or sono, accettando un’audizione al MISE di Roma comunicataci anche allora in tempi ristrettissimi. In quella occasione, andare a far conoscere alle Istituzioni la situazione di Taranto, come se ce ne fosse stato davvero bisogno, ci è costato tempo, energie e denaro. In quell’occasione abbiamo esposto in maniera completa e coordinata con tutti gli altri gruppi del nostro territorio tutto ciò che poteva bastare a prendere delle decisioni sensate a tutela dei diritti essenziali di cittadini italiani. Dati sanitari, cavilli legali, fenomeni singolari come i “wind days” che ci costringono a restare in casa con le finestre chiuse, limitazioni vigenti per l’accesso ad aiuole non recintate, divieti di coltivazione, capi di bestiame abbattuti e mitili mandati al macero in quanto fortemente contaminati e impossibilità di diversificare l’economia in un territorio oltraggiato dalle industrie inquinanti, sono solo alcuni dei temi trattati. In tutte le sedi possibili abbiamo denunciato innumerevoli volte la privazione del diritto allo studio dei bambini del quartiere Tamburi a cui sono state chiuse le scuole. È stato imposto alle loro famiglie di fare turnazioni in altre scuole al pomeriggio scombinando qualsiasi equilibrio famigliare e riducendo le ore di studio ed apprendimento di bimbi nati nel posto sbagliato di questa nazione.
Non ci siamo sentiti rispettati in alcun modo. Ieri, come oggi. Non ci siamo sentiti, pertanto, in dovere di rispondere alla richiesta di audizione, tralasciando ancora una volta le necessità delle nostre vite, per parlare con chi non può in alcun modo rappresentarci. Con chi già conosce abbondantemente le nostre voci e i nostri problemi che sono stati snocciolati in maniera oltremodo copiosa e ridondante. Non se la prenda a male Di Maio se non può essere da noi considerato il ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali. Sviluppo economico, lavoro e politiche sociali a Taranto, di fatto, non esistono. Non possiamo, a rigor di logica, riconoscere un ruolo legato a ciò che nella nostra città manca del tutto.
E lo stesso dicasi per il ministro all’Ambiente che, a nostro avviso, avrebbe dovuto fare la spola ogni giorno tra territori come la Terra Dei Fuochi, Taranto, Brindisi, San Foca, Milazzo e tanti altri posti violentati dall’inquinamento. E il ministro Grillo di quale Salute si starebbe occupando in terra ionica? E il ministro Bonisoli, frattanto, è riuscito a rasserenare Di Maio riguardo l’esistenza del Museo MarTa dopo che lo scorso settembre lamentava la mancanza di un museo sulla Magna Grecia nella città dei due mari? E il ministro del Sud a che serve? Ad ammettere che esiste tuttora disparità di diritti ed opportunità tra cittadini dello stesso Stato? Cosa ne pensa a riguardo l’altra metà del governo che frattanto ha rimosso la parola “Nord” accanto a “Lega” pur di fare incetta di voti anche nel Meridione? E quale Stato rappresenterebbero costoro visto che hanno avallato la concessione dell’immunità penale ad un’azienda privata, nota nel mondo per il mancato rispetto delle prescrizioni ambientali, a cui è stato dato in affitto un impianto siderurgico vetusto e pericoloso per cittadini e lavoratori? La Costituzione Italiana su cui si fonda il nostro Paese è violata, di conseguenza lo sono tutti i nostri diritti essenziali come ha già avuto modo di rilevare la Corte Europea di Strasburgo.
Saremo disponibili a parlare con questo governo solo quando verrà a dirci che sta chiudendo le fonti inquinanti e che lo farà adeguandosi ai nostri tempi di esseri umani, cittadini, mamme, padri, disoccupati, malati, precari, migranti, studenti, bimbi. Tempi che sono urgenti e non rinviabili. Tempi molto più urgenti di passerelle e scadenze elettorali. Tamburi Combattenti non aveva alcun motivo di sedere a quel tavolo. Tamburi Combattenti ha comunicato con la scelta di non mandare alcun suo rappresentante a quel tavolo, col silenzio e con l’assenza, tutto il proprio sdegno.