“Vediamo un coraggio da ammirare, commovente”: così religiosi contattati dall’agenzia ‘Dire’ a Khartoum sulla manifestazione alla quale migliaia di persone stanno partecipando di fronte al quartier generale dell’esercito del Sudan.
Secondo le fonti, anonime per ragioni di sicurezza, ormai da ore circolano video e testimonianze su militari che avrebbero solidarizzato con dimostranti distribuendo loro bottiglie d’acqua o addirittura prendendone le difese di fronte ad agenti anti-sommossa fedeli al governo del presidente Omar Hassan Al-Bashir.
I religiosi riferiscono che nella notte, in provenienza dal luogo dove si sta tenendo il presidio, “sono risuonati spari e colpi di arma da fuoco”. Secondo le fonti, d’altra parte, capire come evolveranno i rapporti di forza resta difficile. “C’è grande incertezza – spiegano alla ‘Dire’ – ma anche la consapevolezza che dopo decenni di repressione il cammino perché il Sudan possa vedere qualcosa di buono sarà ancora lungo”.
Video diffusi online mostrerebbero dimostranti che si riparano dietro blindati dell’esercito mentre si sentono colpi di arma da fuoco. In alcuni sono riconoscibili militari che sparano in aria, mentre loro compagni sembrano affiancare i manifestanti.
Negli ultimi mesi, dopo l’inizio delle proteste di piazza il 19 dicembre, repressione e arresti sono stati affidati non all’esercito ma ai Servizi nazionali di intelligence e ad altri corpi speciali.
Secondo le fonti della ‘Dire’, una spinta decisiva alla contestazione contro Al-Bashir è giunta dal peggioramento delle condizioni di vita delle fasce sociali più vulnerabili. “Le code interminabili per fare benzina o prendere un po’ di soldi in banca – dicono da Khartoum – sono diventate esperienza quotidiana”