La proposta del Governo di riforma del Regionalismo differenziato è un classico esempio di aggressione nascosta all’assetto dello stato perché tende a dividere il paese ed è l’esatto opposto di quanto invece prevede il federalismo che di solito tende a unire un paese, non a spaccarlo.
Ma il messaggio martellante trasmesso a reti unificate risale a diverso tempo fa e ripete sempre lo stesso mantra: La Costituzione deve essere riformata.
La manifestazione mediatica della crisi istituzionale oltre che economica è stato il grilletto che ha sparato i colpi alla Carta Costituzionale che viene delegittimata da almeno un ventennio. Il processo, ci ha spiegato anche il Prof Domenico Gallo, nell’iniziativa promossa dall’ANPI la settimana scorsa a Rosignano è iniziato nel 96 con lo spettro della lega nord e l’invenzione del “popolo della padania”. In questo caso il ricorso al mito dell’autodeterminazione dei popoli è un grande errore verso tutti i popoli che non ne possono godere e fra i quali, lo possiamo dire, c’è anche il popolo italiano la cui sovranità è stata svenduta tramite patti tuttora segreti o nascosti nel famoso “armadio della vergogna” dove sono ancora custodite le prove dei crimini nazisti in Italia e la volontà di abbuiare tutto e non fare i conti con la Storia.
In seguito, nel 2001, sotto il governo di destra siamo passati alla riforma del titolo quinto.
In un quadro più allargato si potrebbe temere che lo scopo finale di questa guerra alla Costituzione sia quello di tagliar fuori lo Stato dalle competenze dei Principi Fondamentali. Solo che a pensarci meglio i principi fondamentali sono stati calpestati dall’immediato dopo guerra, con il patto di Washington del 1951 per l’assistenza militare da parte degli Stati Uniti agli altri stati alleati.
Come ne possiamo uscire? Unendo la popolazione che ha votato al referendum contro la riforma renziana della Costituzione sullo stesso medesimo punto: il tradimento sistematico della Costituzione dovuto all’occupazione militare, economica, politica e mediatica degli stati uniti d’America. Puntando al rispetto dell’articolo 11 della costituzione che ripudia la guerra. Non la rifiuta e basta, la ripudia! Puntando al disarmo nucleare immediato di questo paese e firmando il trattato per la proibizione del nucleare ne potremmo venir fuori. Sarebbe il primo passo vero verso la Liberazione. A proposito del significato del 25 Aprile!
E proprio in occasione della celebrazione del 25 aprile, l’Anpi di Volterra insieme al circolo Arci S.Giusto parleranno di liberazione insieme al Tavolo per la Pace, affrontando lo spinoso tema della nato e di come l’Italia è stata di fatto occupata militarmente e colonizzata.
Il coordinatore della Bassa val di Cecina: Jeff Hoffman cell. 3288077994