Di Irwin Jerome
I giovani di tutto il mondo lottano per la Madre Terra, perché in ogni nazione si applichi una Carbon Tax, per un Green New Deal, per tenere i combustibili fossili sotto terra, per istituire un’Accademia Mondiale per la Pace, per bandire tutte le armi nucleari e le bottiglie di plastica e tante altre cose che corrompono e inquinano questo mondo e tutta la vita. Sempre con la speranza che gli adulti si sveglino, seguano loro guida e creino una vera coesistenza multiculturale in una nazione umana mondiale. Una razza umana, una nazione, una Madre Terra.
Nel frattempo, tuttavia, gli adulti e i loro partiti politici in ogni nazione continuano a negare questi bisogni, a sostenerli solo a parole o a muoversi a una velocità paragonabile al movimento dei ghiacciai per realizzarli. Esiste ormai un enorme divario tra coloro che amano veramente la Terra, tutta la vita e vogliono preservarla e quelli a cui non importa nulla di continuare a violentarla e a strappare tutto ciò che possono dalle sue viscere, saccheggiando il suo corpo fino a ridurla in stato comatoso, come se fosse praticamente morta.
I giovani del mondo e gli adulti che seguono la loro guida vogliono una vita sana e un pianeta sano che continuerà per sempre, mentre i loro cosiddetti leader adulti continuano a parlare della necessità di preservare la Terra e rendere il mondo un posto migliore in cui vivere e crescere tutti i bambini del futuro, ma alla fine rimangono troppo egoisti e troppo egocentrici. Vogliono la botte piena e la moglie ubriaca.
Greta Thunberg, la sedicenne attivista svedese per la protezione del clima che è stata proposta per il Premio Nobel per la Pace per il suo lavoro a favore dell’ambiente e più recentemente ha ricevuto il Premio Goldene Kamera per il suo attivismo, ha parlato davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino a 25.000 persone durante una manifestazione per proteggere la Foresta di Hambach, minacciata dall’espansione di una miniera di lignite gestita dal colosso energetico tedesco Rwe.
Dopo aver ricevuto il premio Goldene Kamera, Greta ha così commentato su Facebook:
Dedico questo premio alle persone che stanno lottando per proteggere la Foresta di Hambach e agli attivisti che dovunque stanno combattendo per tenere i combustibili fossili sotto terra.
Viviamo in un mondo strano, dove tutta la scienza è concorde nel dirci che siamo a circa 11 anni di distanza dallo scatenare una reazione irreversibile che porterà probabilmente alla fine della nostra civiltà così come la conosciamo. Viviamo in uno strano mondo in cui i bambini devono sacrificare la propria istruzione per protestare contro la distruzione del loro futuro. Dove le persone che hanno contribuito di meno a questa crisi sono quelle che ne saranno maggiormente colpite. Dove i politici sostengono che è troppo costoso salvare il mondo, mentre spendono migliaia di miliardi di euro per sovvenzionare l’uso dei combustibili fossili. Viviamo in uno strano mondo, in cui nessuno osa guardare oltre i nostri attuali sistemi, anche se è chiaro che le risposte che cerchiamo non si trovano all’interno della politica di oggi.
In cui chiunque può scegliersi la propria realtà e comprare la propria verità.
In cui la nostra sopravvivenza dipende da un piccolo “budget” di emissioni, che sta rapidamente svanendo. E pochissimi sanno che esiste.
Viviamo in un mondo strano, in cui pensiamo di poter comprare o costruire la nostra via d’uscita da una crisi che è stata causata comprando e costruendo cose.
In cui una partita di calcio o un gala del cinema ricevono più attenzione da parte dei media della più grande crisi che l’umanità abbia mai affrontato.
In cui celebrità, stelle del cinema e dello spettacolo, che hanno lottato contro tutte le ingiustizie non lotteranno per il nostro ambiente e per la giustizia climatica, perché questo influirebbe sul loro diritto di volare in giro per il mondo per visitare i loro ristoranti preferiti, le spiagge e i luoghi per fare yoga.
E dove alcune persone sembrano più preoccupate della presenza a scuola di alcuni bambini rispetto al futuro dell’umanità.
Evitare il catastrofico collasso climatico è fare ciò che è apparentemente impossibile. E questo è ciò che dobbiamo fare.
Ma ecco la verità: non possiamo farlo senza di voi, voi che siete qui nel pubblico stasera. Le persone vedono voi celebrità come divinità. Influenzate miliardi di persone. Abbiamo bisogno di voi.
Potete usare la vostra voce per accrescere la consapevolezza riguardo a questa crisi globale. Potete aiutare a trasformare gli individui in movimenti. Potete aiutarci a svegliare i nostri leader – e fargli capire che la nostra casa va a fuoco.
Viviamo in un mondo strano, ma è il mondo che la mia generazione ha ricevuto, ed è l’unico che abbiamo
Ora siamo a un bivio nella storia. Stiamo fallendo, ma non abbiamo ancora fallito. Possiamo ancora fare qualcosa. Dipende da noi.
Ascoltando le parole di Greta Thunberg mi è tornata in mente la leggendaria canzone dei Midnight Oil The Beds are Burning:
È arrivata l’ora
Di dire quel che è giusto è giusto
Di pagare quel che dobbiamo
Di pagare la nostra parte
È arrivata l’ora
Un fatto è un fatto
Appartiene a loro
Restituiamola
Come possiamo danzare quando la nostra terra sta girando
Come facciamo a dormire quando i nostri letti sono in fiamme
Come possiamo danzare quando la nostra terra sta girando
Come facciamo a dormire quando i nostri letti sono in fiamme
Reto Thumiger ha raccontato di aver sentito durante la manifestazione di Berlino come un’eco delle parole pronunciate da Silo (Mario Rodríguez Cobos) nel 2004 a Punta de Vacas, in Argentina:
Cari amici,
Abbiamo fallito… ma insistiamo!
Abbiamo fallito, ma insistiamo col nostro progetto di umanizzazione del mondo.
Abbiamo fallito e continueremo a fallire una e mille volte perché ci innalziamo sulle ali di un uccello chiamato “tentativo”, che vola al di sopra delle frustrazioni, delle debolezze e delle meschinità.
È la fede nel nostro destino, è la fede che la nostra azione sia giusta, è la fede in noi stessi, è la fede nell’essere umano la forza che anima il nostro volo.
Perché non è la fine della Storia, né la fine delle idee, né la fine dell’uomo, perché non è nemmeno il trionfo definitivo della malvagità e della manipolazione, è che possiamo sempre tentare di cambiare le cose e cambiare noi stessi.
Questo è il tentativo che vale la pena di vivere, perché è la continuazione delle migliori aspirazioni della gente buona che ci ha preceduto. È il tentativo che vale la pena di vivere perché è l’antecedente per le future generazioni che trasformeranno il mondo.
Due grandi anime che hanno lottato contro la discriminazione e l’ingiustizia accompagnano il nostro incontro. Guide ispiratrici della nonviolenza, Mahatma Gandhi e Luther King, conobbero il fallimento, ma non rinunciarono mai al loro tentativo. Oggi sono ben presenti nella nostra mente e nel nostro cuore.
In questo mondo disgraziato in cui la forza e l’ingiustizia si impadroniscono delle campagne e delle città, come si pensa di porre fine alla violenza?
Forse pensano di essere un esempio ispiratore per le nuove generazioni quando travestiti da videogioco inveiscono contro il mondo; quando lanciano minacce con prepotenza; quando, infine, inviano i loro ragazzi a invadere, a uccidere e a morire in terre lontane. Questa non è una buona strada, né un buon esempio.
Forse pensano che tornare alle primitive pratiche della pena di morte sarà un grande esempio sociale.
Forse pensano che infliggendo pene sempre più dure ai reati commessi dai bambini, scompariranno i reati… o scompariranno i bambini!
Forse credono che portando il metodo del “pugno di ferro” nelle strade, le strade saranno sicure.
È certo che questi problemi esistono e che nel momento attuale si moltiplicano, ma l’approccio violento alla violenza non porterà alla pace.
La pace non arriverà da questa visione zoologica della vita, che propone la lotta per la sopravvivenza, la lotta per il predominio del più adatto. Questo mito non avrà successo. La pace non scaturirà dalla manipolazione delle parole o dalla censura delle autentiche denunce contro ogni sopruso e ogni atrocità commessi contro gli esseri umani. A questi livelli mi guarderò bene dal menzionare i “diritti umani”, perché anch’essi sono stati svuotati di contenuto e il loro significato è stato falsificato. Oggi si bombardano popolazioni indifese per proteggere i loro diritti umani…
La pace non arriverà da questa visione zoologica della vita, che propone un ordine sociale basato su premi e castighi e trasferisce il metodo dell’addomesticamento dagli animali all’onesto cittadino, che viene addestrato alla diffidenza, alla delazione e al commercio dei suoi affetti.
“Qualcosa si deve pur fare”, si sente dire da ogni parte. Ebbene, io dirò cosa si deve fare, ma non servirà a niente dirlo perché nessuno lo ascolterà.
Io dico che, a livello internazionale, tutti quelli che stanno invadendo territori dovrebbero ritirarsi immediatamente e rispettare le risoluzioni e le raccomandazioni delle Nazioni Unite.
Dico che, a livello interno, nelle singole nazioni si dovrebbe lavorare per far funzionare la legge e la giustizia per quanto imperfette siano, prima di inasprire leggi e misure repressive che cadranno nelle stesse mani di chi ostacola la legge e la giustizia.
Dico che a livello familiare la gente dovrebbe fare ciò che predica, uscendo dalla retorica ipocrita che avvelena le nuove generazioni.
Dico che a livello personale ognuno dovrebbe sforzarsi di far coincidere ciò che pensa con ciò che sente e con ciò che fa, dando forma a una vita coerente e sfuggendo alla contraddizione che genera violenza.
Ma niente di quello che dico sarà ascoltato. Ciononostante, gli stessi avvenimenti faranno sì che gli invasori si ritirino; che i duri siano ripudiati dalle popolazioni, che esigeranno il semplice rispetto della legge; che i figli rimproverino ai genitori la loro ipocrisia; che ognuno rimproveri se stesso per la contraddizione che genera in sé e in coloro che lo circondano.
Siamo alla fine di un oscuro periodo storico e ormai nulla sarà come prima. Poco a poco comincerà a scorgersi il chiarore dell’alba di un nuovo giorno; le culture cominceranno a capirsi, i popoli sperimenteranno un’ansia crescente di progresso per tutti, comprendendo che il progresso di pochi finisce per essere il progresso di nessuno. Sì, ci sarà pace e per necessità si comprenderà che comincia a profilarsi una nazione umana universale.
Nel frattempo, noi che non siamo ascoltati lavoreremo a partire da oggi in ogni parte del mondo per fare pressione su coloro che decidono, per diffondere gli ideali di pace in base alla metodologia della nonviolenza, per preparare il cammino dei nuovi tempi.
Sì, vale la pena che questo Messaggio e questo Umanesimo Universalista prendano forza. Vale la pena che i giovani accrescano la corrente di questa Forza Morale come una variante della Storia… che la sua portata sia incontenibile e si ascolti il suo mormorio in tutte le lingue della Terra. Allora, le nuove generazioni cominceranno a insegnare a quelle adulte con un nuovo affetto e una nuova comprensione.
Infine, amici, io vorrei condividere con tutti questa certezza profonda che dice: “il Sacro è in noi e nulla di male può accadere in questa ricerca profonda dell’Innominabile”. Credo che qualcosa di molto buono succederà quando gli esseri umani troveranno il Senso tante volte perduto e tante volte ritrovato nelle anse della Storia.
Io vorrei, amici, che si ascoltasse il Messaggio del Profondo. Non è un Messaggio stridente, è un messaggio molto quieto che non si può ascoltare se si cerca di afferrarlo.
Io vorrei, amici, trasmettere la certezza dell’immortalità. Ma, come potrebbe ciò che è mortale generare qualcosa di immortale? Forse dovremmo domandarci come è possibile che ciò che è immortale generi l’illusione della mortalità.
Com’è bello stare qui insieme a considerare il presente ed il futuro. Com’è bello che in questo momento siano presenti a questo incontro migliaia di amici di differenti latitudini. D’altra parte, non c’è più bisogno di cercare luoghi remoti per esprimerci senza offendere nessuno, perché queste parole stanno arrivando molto lontano. Quindi sarà necessario chiedere scusa a coloro che si sono sentiti aggrediti dai nostri discorsi, che certamente non volevano riferirsi a persone, ma piuttosto a situazioni e a momenti storici precisi.
Mentre le parole vanno morendo con calma i nostri sguardi le sostituiscono…
I nostri sguardi si incontrano e si comprendono in profondità.
Salutiamo tutti da cuore a cuore.
Viene da chiedersi quali altre sagge parole echeggiassero nella mente di chi si è unito alla recente protesta per la Foresta di Hambach a Berlino, o di chi era presente nel 2004 a Punta de Vacas quando Mario Rodriguez Cobos ha pronunciato le sue perle di saggezza. E quali pensieri stanno risuonando simultaneamente in tutto il mondo, mentre i giovani per il clima continuano a riunirsi ovunque per la Madre Terra, la Vita e l’Altro, nella speranza che gli anziani ascoltino finalmente i loro cuori?