In modo diretto e chiaro, senza eufemismi, la Rete di Sopravvissuti all’abuso sessuale ecclesiastico ha presentato la mappa di questo vero flagello che è venuto alla luce in Cile, con un atto realizzato nell’auditorio del Museo della Memoria e dei Diritti Umani. Qui riportiamo il discorso di Helmut Kramer, uno delle Guide e coordinatori di questa Rete, con il quale si è chiuso l’evento:
“Noi sopravvissuti che riuniscono questa rete siamo persone che nella nostra infanzia, gioventù o anche ora da adulti, abbiamo sofferto di abuso di potere, abuso di coscienza, abuso sessuale, da parte di sacerdoti, religiosi, laici in ambienti ecclesiastici.
Siamo anche quelli che hanno sofferto l’occultamento sistematico da parte della Chiesa Cattolica per decenni, che ha protetto questi delinquenti facendo loro cambiare, volta dopo volta, città e paesi, nascondendoli dalla giustizia e mascherando questa impunità sotto l’apparenza di un castigo.
Noi sopravvissuti siamo quelli che giorno dopo giorno ricordano a quelli che se ne sono andati senza vedere giustizia, a quelli che si sono suicidati per non riuscire a sopportare oltre le conseguenze di questo delitto. Lottiamo anche in loro nome.
Noi sopravvissuti siamo il silenzio di un abuso costante, sistematico, aggressivo, castratore, che ha cercato di denigrarci, mercificarci, elevando i nostri abusanti a seggi di un potere morboso, immorale e illegale.
Siamo questo silenzio che giorno dopo giorno si sveglia, che si trasforma in voce e in organizzazione, che denuncia l’abuso reiterato di membri della Chiesa Cattolica, che denuncia le sue reti di protezione e occultamento, che denuncia una struttura abusiva.
Siamo un coro di voci che esige trasformazioni profonde per far terminare l’abuso nella nostra società. Il nostro sogno è che i sopravvissuti di abusi sessuali siano una specie in via di estinzione. Questo ci spira a creare questa mappa imperfetta.
Noi non dovremmo star facendo mappe. Dovremmo essere seduti a curare e assistere organismi dello Stato nel nostro cammino di sanazione. Ma con dolore ci rendiamo conto che gli incubi dei nostri abusi si incrociano con un orrore del presente: bambini, adolescenti e persone vulnerabili in questo momento sono in pericolo, e per questo reagiamo!
La nostra società sta comprendendo che l’abuso ecclesiastico non è un tema tra l’abusante e la persona abusata, e non è nemmeno un problema privato tra chi denuncia e la Chiesa Cattolica. È una violazione flagrante dei diritti umani di bambine, bambini, adolescenti e adulti che lascia conseguenze che ci hanno marcato per la vita. Purtroppo questo processo di comprensione per poi passare all’azione ci sembra troppo lento quando ciò si tratta di infanzie rubate.
Questa mappa imperfetta che oggi consegniamo alla società cilena è un grido corale che rompe il silenzio. Molti di noi hanno dato la loro testimonianza mille volte ai mezzi di comunicazione cercando di creare coscienza, sensibilizzare, allertare il paese di crimini sistematici. Adesso gli regaliamo questa mappa.
Purtroppo questa è una mappa del presente, magari un giorno fosse solo parte della memoria dei delitti aberranti commessi in terra cilena e niente di più. Ma siamo ancora molto lontani.
Dopo aver sofferto l’abuso ognuno di noi ha pensato di essere come quello straccio vecchio che il delinquente abbandonava in un angolo dopo essersene soddisfatto. Credeva di essere solo, incarcerato in una prigione di eterno dolore, a soffrire. Quello che abbiamo scoperto in seguito è che il danno permanente che abbiamo ricevuto ha coinvolto anche le nostre famiglie e le conseguenze di questo crimine ci accompagnano per il resto delle nostre vite. Siamo un problema di salute pubblica. Perché oltre a fare delle nostre vite una sofferenza quotidiana, coinvolgendo le nostre relazioni sociali, di lavoro, familiari, tutto, chi deve assumersi il costo medico e umano delle conseguenze di questi delitti? Chi si occuperà di incoraggiare e ricevere migliaia di persone che continuano ad essere intrappolate nel silenzio imposto dall’abuso?
Questa rete chiede al presidente del Cile Sebastian Piñera di rispondere alla richiesta che gli abbiamo fatto il giorno 3 agosto dell’anno scorso per la creazione di una Commissione Presidenziale che permetta di avanzare nella ricerca della Verità, della Giustizia e del Risarcimento per centinaia di sopravvissuti nel nostro paese. Se lo Stato cileno continua a guardare di sbieco gli abusi da parte della Chiesa cilena, sapendo che questi delitti non sono questioni del passato, sapendo che sono state un’azione sistematica nella storia del nostro paese, come sistematico è stato la copertura di questi delinquenti, se lo Stato cileno interagisce con fermezza confermerà il nostro sospetto che sia complice di violazione dei diritti umani E quindi non ci rimarrà altra scelta che ricorrere alla corte internazionale.
Ci sostiene la Convenzione dei diritti del Bambino; la Convenzione contro la Tortura e Altri Maltrattamenti o Pene Crudeli, Inumane o degradanti; la Convenzione sull’Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro la Donna (CEDAW); la Convenzione interamericana per prevenire, sanzionare e sradicare la Violenza contro la Donna – “ Convenzione di Belém do Parà”; la Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità, tra altri documenti firmati e/o ratificati dallo Stato del Cile.
Questa rete appoggia il progetto di legge di imprescrittibilità dei delitti sessuali del Cile, se guardate le date degli abusi e la data delle denunce che abbiamo ricavato in questa mappa imperfetta vedrete che per decenni abbiamo taciuto i nostri abusi E sappiamo troppo bene come il dolore, l’umiliazione, e addirittura la colpa assurda di essere stati abusati poco dopo poter parlare tardi ad uscire. Solo 4 persone su 10 racconteranno a un gruppo di cui si fidano il crimine che hanno sofferto e solo tra il 6 e il 10% lo denuncerà.
Questa rete appoggia anche tutti progetti di legge che vogliono mettere fine ai privilegi che mantiene la Chiesa cattolica, crediamo profondamente all’uguaglianza totale davanti alla legge.
Questa rete allerta anche le famiglie e lo Stato che ogni giorno affidano alla Chiesa cattolica o alle sue congregazioni bambine, bambini e adolescenti affinché guardino questa mappa imperfetta e si fermino un attimo a pensare se possono dormire tranquilli sapendo che tra l’11% e il 15% del clero cileno è coinvolto in delitti sessuali contro l’infanzia.
Approfittiamo di questa opportunità per fare una chiamata a tutti i sopravvissuti di abusi ecclesiastici del Cile a denunciare i loro abusanti difronte alla giustizia cilena. Li invitiamo a presentarsi alla Procura del Cile a denunciare e contribuire con le informazioni che ricordano sia degli abusanti che di altre persone membri della Chiesa che in un dato momento seppero degli abusi e rimasero in silenzio o realizzarono atti di insabbiamento.
Noi sopravvissuti chiediamo allo Stato e alla società di fare il loro dovere. Giustizia, riparazione e prevenzione sono chiari obblighi dei poteri statali e ci turba che continuino a non preoccuparsi di una questione che interessa le generazioni che si stanno formando. Voi siete responsabili di fermare tutto questo: mentre noi ci stiamo riunendo qui, una bambina, un bambino, un adolescente sta stupendo abusi ed è più vicino di quello che voi possiate vedere. Noi continueremo a fare la nostra parte, il vostro intervento è urgente.
Molte grazie.”
Le foto sono di Presenza
Traduzione dallo spagnolo di Claudia Calderaro