Le emissioni di Co2, già enormi, sono in forte aumento anche negli ultimi anni, e tale andamento continua senza soste.
Lo studioso e scrittore Guido Dalla Casa, in un recente articolo (“Non solo cambiamenti climatici”) apparso sul sito web della casa editrice per la quale scrive, ricorda «I limiti dello sviluppo”: il grafico BAU (business as usual), uscito dal calcolatore quasi 50 anni orsono, indicava proprio in questo decennio (2010-20) l’inizio dei grossi guai, che riguardano tutto il complesso sistemico dell’Ecosfera (o della Terra)».
In sostanza, non è vero – come ha sostenuto Greta Thunberg alla conferenza sui cambiamenti climatici che si è tenuta in Polonia alla fine del 2018 – che industriali e politici stanno rubando il futuro alla sua generazione, perché non fanno assolutamente nulla per evitare la catastrofe climatica appena iniziata. «Forse non stanno rubando il futuro solo alla sua generazione, ma anche a quella dei suoi genitori», grida allarmato Guido Dalla Casa.
«Intanto, cosa si sta facendo?» – si domanda l’Autore. «Sono state inventate espressioni come sviluppo sostenibile, green economy, economia circolare, tutta roba che serve solo per continuare tutto come prima. E’ un’inutile verniciata di verde al mondo attuale, buona solo per ingannare il popolo. Restano soddisfatti gli industrialisti-sviluppisti (politici, economisti, industriali, sindacati) e la folla viene tenuta quieta, almeno per qualche tempo».
Per Dalla Casa, «oltre al problema climatico, possiamo elencare qualche altro “problemino” nella situazione del Pianeta: la mostruosa sovrappopolazione umana (7,5 miliardi con 90 milioni in più ogni anno), lo spaventoso accumulo di rifiuti indistruttibili, il consumo di territorio, la perdita di biodiversità (50 specie scompaiono ogni giorno), le tragiche conseguenze del ciclo della carne, la distruzione delle foreste e degli altri ecosistemi. Naturalmente sono tutti fenomeni collegati indissolubilmente fra loro, che hanno una causa comune. Quale? La civiltà industriale nel suo complesso, che è una gravissima patologia della Terra».
In definitiva, «dobbiamo renderci pienamente conto che la causa di tutti questi guai è la crescita economica, base di questo modello culturale. In altre parole, la civiltà industriale è un modello fallito perché incompatibile con il funzionamento (o la Vita) del pianeta Terra: è un modello impossibile, salvo che per tempi brevissimi, ormai al termine».
«Se nell’umanità restasse un briciolo di saggezza, si dovrebbe procedere come segue. Occorre, a partire da domattina, e senza condizioni:
- Inondare il mondo di anticoncezionali;
- Diventare tutti quasi-vegetariani, come oranghi, gorilla, scimpanzè e bonobo;
- Cessare ogni estrazione e impiego di combustibili fossili;
- Non costruire più alcun veicolo con motore a combustione interna;
- Cessare ogni “produzione” di energia di origine non solare diretta;
- Smettere immediatamente la produzione e l’impiego di materie plastiche;
- Chiudere tutti gli impianti petrolchimici, o di chimica industriale in genere;
- Non abbattere più alcun albero, né distruggere un solo metro quadrato di foreste, né boschi in generale;
- Cessare immediatamente qualunque monocoltura e impiego di pesticidi;
- Non parlare più di economia, del PIL, dello spread, del reddito e simili amenità. Chiudere tutte le Borse: abbiamo vissuto almeno uno-due milioni di anni senza tutte queste sovrastrutture inutili e soprattutto dannose. Forse abolire anche il denaro e i concetti di ricchezza e povertà».
Dalla Casa, in conclusione della propria riflessione, invia un messaggio proprio a Greta Thunberg: «Cara Greta, il discorso conclusivo di quei “potenti della Terra” riuniti in Polonia doveva iniziare più o meno in questo modo: L’esperimento dell’umanità denominato civiltà industriale, che ha come scopo primario l’incremento indefinito dei beni materiali, è fallito. Dobbiamo gestire il transitorio per uscirne completamente con il minimo trauma possibile».