Il 25 marzo fa tappa a Firenze la ‘pedalata-pittata’ del Collettivo FX, street artist militanti, in sella all’Irenabike, la bici-cargo progettata da Riccardo Tavernari per le lunghe distanze e il trasporto pesante.
Il progetto, diviso in due fasi, da Torino a Bologna (3-11 marzo), da Bologna a Roma (dal 25 marzo), viaggia con due strumenti: bici e pennello. È il benvenuto -ciclista, automobilista (pentito, incerto, determinato), artista- chiunque abbia voglia di darsi da fare, di condividere un pezzo di strada o un muro, pedalando, pittando, supportando. Le buone idee si diffondono, così la pensano anche gli artisti Mr. Fijodor, compagno sulla Torino-Bologna, e Hopnn, Yuri Romagnoli, che, firmandosi spesso +BC = ̵ CO2, più bici uguale meno anidride carbonica, partirà da Firenze.
L’iniziativa ha suscitato entusiasmo in alcuni Comuni, è il caso di Travaco Siccomario e Boretto, ai quali ci si augura se ne aggiungano altri, e in tante Associazioni, Il cerchio e le gocce, Spazio 3.18, VENTO, Lagaredesgars, Fiab Biciclettando Cremona, Velostazione Dynamo Bologna, ASD ciclistica, per citarne alcune.
Durante il tragitto si testano le strade, le ciclabili e i percorsi alternativi che potrebbero un domani trasformarsi in ciclopedonali. La tappa di Boretto, ad esempio, è stata scelta per la posizione strategica di possibile, futuro, snodo. Tracciando il percorso da Torino a Roma, infatti, ci si è accorti che da Boretto sul Po, attraverso Gualtieri, si raggiungono le piste ciclabili del Crostolo che conducono a Reggio Emilia. Pennello e mobilità sostenibile si incontrano sul muro messo a disposizione dal Comune. A Boretto il fiume Po si trasforma in catena umana, in rete di connessioni e relazioni per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
Lungo la strada si incontrano persone, si chiacchiera e si ascolta; si ragiona e si elabora il soggetto entrando in relazione, stabilendo legami, stimolando il confronto e la riflessione. Il dialogo attiva l’interazione, la parola e il ricordo si traducono in immagini. Il costo economico è basso, la fatica in termini di impegno fisico e mentale è alto, ma ne vale la pena, perché, sostengono, «fra inquinamento e auto la realtà è che o si usa la bicicletta o si finisce male».
Collettivo FX ‘pitta’ per sensibilizzare, per stimolare il pensiero critico, per responsabilizzare, raccontando il passato, evidenziando pregi e difetti del presente, nel tentativo di arginare l’amnesia e l’apatia in parte indotti dall’offerta modesta di quei media che, viziati da superficialità e particolarismi, alimentano la partecipazione passiva e acritica a colpi di like. Gli interventi sui muri sono al servizio della comunità, a salvaguardia del sé e della memoria, affinché ci si possa riappropriare dello spazio pubblico, luogo politico di incontro e di scambio, recuperandone il senso, le idee e i contenuti. Nasce così, durante la tappa dell’ 8 marzo, l’omaggio all’unica donna che, sfidando le convenzioni, partecipò a varie gare ciclistiche maschili e al Giro d’Italia del 1924, Alfonsina Morini Strada.
Per la seconda fase del progetto, che partirà il 25 marzo, Collettivo FX dedicherà gli interventi murali ai partigiani e alle staffette che della bici fecero un’arma di resistenza tanto temuta da essere oggetto di un’ordinanza, emessa a Firenze dai Tedeschi il 13 luglio 1944, che ne vietava l’uso.
Sono questi i criteri che si ritrovano in tutti gli altri muri e nella guida compilata a corredo (per riceverla gratuitamente basta scrivere a collettivofx@Yahoo.it). Le illustrazioni, una per tutte, l’Uomo Vitruviano e l’Uomo Vetturiano messi a confronto, rispondono in modo chiaro, netto e volutamente didascalico alla domanda «Se non inquina, costa poco, fa bene alla salute, per quale motivo non usiamo la bici?».
Per chi volesse saperne di più sul loro modo di intendere la Street art:
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