«Il prossimo 8 Marzo, giornata internazionale di lotta delle donne, dovrà essere ricordato per il recupero del vero significato di questa giornata che trae origine dalla battaglia contro lo sfruttamento, la duplice oppressione e le molteplici discriminazioni che soffrono le masse femminili». A sostenerlo sono i militanti di “Piattaforma Comunista” in un editoriale pubblicato sul numero di febbraio di “Scintilla”, il loro organo di informazione.
Per i militanti comunisti, l’8 marzo «non una banale ricorrenza, come vorrebbe la borghesia, non innocue passeggiate e serate consumistiche, ma una giornata di sciopero e di lotta!».
“Piattaforma Comunista” ricorda come «le politiche della classe dominante si ripercuotono violentemente sulle donne, che vengono private della loro indipendenza economica e costrette sempre di più tra le mura domestiche, per supplire a tutte le mancanze di un “Welfare state” ormai ridotto al lumicino».
«Assieme alle politiche di macelleria sociale – prosegue l’editoriale – assistiamo alla diffusione della peggiore immondizia ideologica contro le donne, allo spargimento dell’oscurantismo religioso e maschilista, che in Italia ha recentemente preso le forme del DDL Pillon. In questo quadro si collocano i femminicidi e le altre forme di violenza maschile, fisica e psicologica, tra cui quella sessuale (nella maggioranza dei casi ne sono responsabili mariti, fidanzati ed ex), contro le donne».
Si tratta chiaramente di «un tipo di violenza tipica della società basata sulla proprietà privata, in cui le donne vengono ancora considerate proprietà esclusiva degli uomini, senza libertà di scelta».
“Piattaforma Comunista” conclude la propria analisi con una proposta: «Mobilitare, unificare e organizzare le donne per avanzare nella lotta per la propria emancipazione e i propri diritti, è oggi la via da seguire. Da sempre, e oggi più che mai, questa lotta è direttamente legata a quella contro il capitalismo, un sistema che si basa sullo sfruttamento, l’oppressione della maggioranza della società».
Una lotta che non può che cominciare con uno sciopero per l’8 Marzo 2019, come richiesto dal movimento NUDM delle donne e come avverrà in molti altri paesi del mondo.