In una bella giornata di sole, ieri, 23 marzo 2019, Prato ha risposto con forza ” Nemmeno un solo passo indietro sul fronte dei diritti umani e civili!” e gridato più forte ancora “Mai più fascismo, mai più segregazione razziale.
Non è passato inosservato il tentativo di colpo di mano da parte di Forza Nuova e del suo leader Roberto Fiore.
Chiara l’intenzione dei molti gesti condotti in questo ultimo periodo, specie in questi ultimi mesi, ovvero il tentativo di sdoganare l’ideologia del neofascismo come qualcosa di legale, di autorizzato con il quale, sebbene considerato reato per la nostra legge, doverci per forza confrontare in un livello politico sempre più di tipo “istituzionale”. Quale migliore occasione se non approfittare di questi tempi con un governo presieduto da un Ministro dell’Interno che più volte ha solidarizzato e persino cenato con Fiore, con movimenti di evidente e dichiarato richiamo neofascista, come ad esempio Forza Nuova e Casapound?
A quanto pare però una parte ancora consistente della nostra società civile e anche una certa parte della politica hanno ancora in sé sia i necessari anticorpi che la memoria storica per rigettare con forza qualcosa che già una volta è stato sconfitto e rigettato dalla storia stessa di questo paese.
I cartelli appesi ad ogni angolo della contromanifestazione di risposta recitavano “Mai più fascismi!” e “Gli unici stranieri sono i fascisti nei quartieri”. Altri, ironici, dicevano “L’unico Fiore che cresce in questo Prato è quello del Partigiano”, vicino a due cartelli retti da due giovani studentesse: uno con scritto “A volersi bene non costa niente” e l’altro con la domanda “ Ma che facciamo… torniamo indietro come i gamberi?”
Qualcuno l’aveva dipinta come la sfida delle due piazze. Da una parte, in piazza del Mercato, il presidio di Forza Nuova, il movimento di estrema destra guidato da Roberto Fiore, che aveva ottenuto l’autorizzazione dal Prefetto e dal Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza (da chiarire ancora il perché, visto che fascismo e apologia di fascismo secondo la legge e la Costituzione non sono opinioni bensì reato) per manifestare per “Salvare l’Italia» (dagli immigrati)”, guarda caso proprio il 23 marzo, data che coincideva con il centenario della nascita dei Fasci italiani di combattimento.
A frittata già fatta, ieri mattina proprio all’ultimo il prefetto ha annullato il premesso per la manifestazione, lasciando la sola possibilità del presidio, fissato per 15.30. La scelta del giorno era simbolica, così come la scelta del punto di partenza per il corteo di Forza Nuova – la Stazione ferroviaria di Prato, intatta nella sua architettura fascista e di quello di arrivo – la Piazza del Mercato, dove sorge un tempio buddista frequentato dalla numerosa comunità cinese e che adiacente la stessa piazza ha in progetto la possibile nascita di una moschea.
Dall’altra parte, in Piazza delle Carceri, migliaia di persone. Quale migliore risposta se non quella di vedere tantissimi giovani, studenti, migranti, persone di ogni età, colorate e festanti, felici di ritrovarsi e condividere quel momento di insieme, uniti per dire forte ancora una volta “mai più fascismi”, e “ora e sempre Resistenza” e i suoi valori di libertà? Valori di libertà di una resistenza partigiana che serve ricordare sono fondanti e alla base della nostra Costituzione e del nostro paese tutto.
Un libertà pagata a carissimo prezzo con la vita di migliaia di giovani che sono morti per liberarci da uno Stato di dittatura e di paura, morti affinché le nostre generazioni non dovessero crescere nella discriminazione, nell’idea della segregazione razziale, sotto la legge del più forte.
Il fascismo e la sua idea di razza superiore, la sua idea di chiamata al destino per salvare la Patria, paiono storie di altri tempi, storie che fino poco fa si credevano per sempre superate, a quanto pare purtroppo non è così, perché scordare la propria storia condanna sempre a ripetere gli stessi errori e purtroppo a ripassare dai medesimi “inferni”.
E così accade di nuovo nell’anno 2019 di sentire con le mie stesse orecchie ciò che un tempo gridavano con disprezzo coloro che avevano fatto propri i valori del fascismo: “Ebreo!” Così un militante di Forza Nuova ieri ha gridato a Gad Lerner, presente con “Zoro” e altri giornalisti per vedere e documentare il presidio di Forza Nuova.
Nonostante tutto per fortuna i tempi non sono più gli stessi: Gad Lerner non si scompone, torna indietro sui suoi passi e davanti al gruppetto di militanti neofascisti orgogliosamente risponde: “Si, certo che sono ebreo”.
“Non avrei mai pensato nel marzo del 2019″ racconta poi Gad Lerner con malcelata amarezza, “nel paese che mi ha accolto quando non avevo nazionalità, del quale sono diventato cittadino orgoglioso di esserlo, di dovermi giustificare in una pubblica piazza d’Italia oggi del fatto di essere nato ebreo.”
Lo stesso giustissimo concetto espresso da Gad Lerner a pensarci bene può essere riportato in mille altri casi, come ad esempio nei confronti di un migrante che risieda nel nostro paese, oppure a un figlio di migranti ai quali con lo stesso disprezzo gridassero, “negro!” oppure “musulmano!” o altro ancora. Sappiamo che ciò purtroppo accade tutti i giorni in tanti angoli di questo paese e che a subirlo sono magari giovani ragazzi figli di migranti, o migranti stessi che qui da noi lavorano, si impegnano, magari facendo pure volontariato e che si stanno stanno ben integrando. E come non ricordare infine lo stesso tono di disprezzo e superiorità, lo stesso con il quale venivano chiamati i nostri stessi compaesani del Sud Italia, ai quali ancora fino poco tempo fa urlavano “Terroni!”
Ecco perché il fascismo non è un’idea, ecco il motivo per cui il fascismo e tutti i neofascismi non sono un’opinione, come invece argomentato nel primo rilascio dell’autorizzazione prefettizia al corteo di Forza Nuova.
Ebbene no, nell’anno 2019 non è più ammesso gridare con disprezzo rivolto a un’altra persona la propria idea di superiorità, non è concesso perché su quelle perniciose idee di razza superiore e di imposizione con la forza sono state costruite le basi per due carneficine di massa, orrori della peggio specie, deportazioni, massacri, dolore e sofferenze senza fine, passate alla storia come 1° e 2° guerra mondiale.
“Andiamo avanti e mai più torniamo indietro!” gridavano invece sempre ieri per fortuna, ed erano a migliaia a qualche centinaio di metri, in una piazza vicina, e poi balli, canti, e musica, e sorrisi, e studenti e giovani e persone che si abbracciavano e molteplici colori sui vestiti, negli occhi e sulla pelle.
(Fotoreportage Tatiana Boretti)