“Il ministro Salvini dovrebbe chiederci scusa”, dicono gli attivisti del centro sociale ex Canapificio che gestisce il progetto Sprar a Caserta.
“Il ministro Salvini dovrebbe chiederci scusa”, dicono gli attivisti del centro sociale ex Canapificio che gestisce il progetto Sprar a Caserta. Gli attivisti del Canapificio, la cui sede è stata sequestrata ieri su ordine della procura per una serie di carenze strutturali, fanno sapere alla Dire di voler querelare il vicepremier per diffamazione dopo le parole usate da Salvini secondo cui questo centro sociale “incassava fior di soldi pubblici per l’assistenza dei “fratelli immigrati” e non faceva manutenzione. Per i furbetti del business – aveva commentato il ministro -, i presunti “buoni”, la pacchia è finita”.
“La pacchia non è mai finita – rispondono dall’ex Canapificio – perché non c’è mai stata. Dal provvedimento dei magistrati si evince che l’intervento della procura sia finalizzato alla tutela di chi frequenta il centro sociale ex Canapificio. Su tale visione la procura non fa altro che fare da eco alle nostre sollecitazioni per il miglioramento dello stabile”. Per questo gli attivisti ribadiscono di avere “rispetto” per il lavoro della procura “mentre ci sembra pura speculazione – sostengono – il tutt’altro che inatteso comunicato del ministro Salvini sul sequestro dei locali dell’ex-Canapificio di Caserta, in cui si millanta la fine della “pacchia”: il ministro infatti sa fin troppo bene che i controlli svolti dal suo Ministero dal lontano 2007 hanno sempre constatato l’eccellenza della relativa gestione e sa bene che quei fondi sono finalizzati all’assistenza dei titolari di protezione internazionale, per cui dovrebbe il signor ministro guardarsi bene dall’istigare alla commissione di un reato, quello di “distrazione di fondi”, che avremmo senza dubbio commesso seguendo il suo “consiglio” di utilizzarli impropriamente per la manutenzione, senza peraltro aver nessuno scudo immunitario come quello che evita a Salvini di andare a processo in quanto ministro e di restituire congruamente 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici scomparsi nei conti della Lega, in quanto Segretario di questo partito”.
Per questo giudicano “inopportuno” l’intervento del leader della Lega “e ci riserviamo di adire alle vie legali, come già fatto nei suoi confronti in passato, per diffamazione”. Dopo il sequestro della loro sede, gli attivisti dell’ex Canapificio hanno convocato per domani dalle 10 un presidio permanente in piazza della Prefettura e per sabato 16 marzo alle 14 una manifestazione nazionale a Caserta.