La quotidianità in questa martoriata terra detta “santa” seguita a essere all’insegna di violenze che hanno addirittura dell’assurdo, come l’arresto (non eccezionale) di un bambino di 8 anni prelevato durante la lezioni da soldati armati fino ai denti che minacciano con i loro mitra gli insegnanti che osano opporsi. I social a volte hanno una grande funzione e in questo caso il video ripreso clandestinamente ha fatto il giro del mondo. Ma Israele, come nelle favole, è protetto da un manto invisibile che lo rende invulnerabile a ogni accusa.
Quotidianità fatta di sangue, in risposta alle richieste di giustizia lungo la linea dell’assedio della Striscia di Gaza o, sempre fatta di sangue, ma per puro capriccio e affermazione di potere nei Territori palestinesi occupati. Morti, arresti e ferimenti ad libitum senza neanche la “giustificazione” di uno stato di guerra.
Israele, visto con lenti neutrali ed esaminato – sempre con lenti neutrali – secondo le norme del diritto internazionale e del diritto universale umanitario è semplicemente uno Stato canaglia. Ma quel manto invisibile, che lo rende invulnerabile alle regole della legalità internazionale, rappresenta la sua peculiarità e la sua immunità.
Lo dimostra il fatto che a fronte delle continue azioni violente che mostrano obiettivamente l’intento genocidario, detto anche “pulizia etnica”, che avanza lentamente ma inesorabilmente dal 1948, Israele riceva regali, incredibili regali, mostrando al mondo che solo la forza è sovrana e che la legalità internazionale – frutto di apparenti conquiste umane volte a cambiare in meglio il mondo – è solo un’illusione o, peggio, una giustificazione usata strumentalmente a vantaggio di chi può giocare a football col diritto internazionale e con la vita di milioni di persone.
Questo “Staterello”, nato per autoproclamazione prima ancora che scadesse il mandato britannico sulla regione, allargatosi al 78% dell’area proposta dalla mai rispettata Risoluzione Onu 181 che ne prevedeva l’estensione sul 56% della Palestina storica; questo Staterello incredibilmente dotato di un potentissimo esercito mentre ancora emetteva i primi vagiti; questo Staterello capace di sconfiggere tutti gli eserciti arabi messi insieme e di occupare, passo dopo passo, l’intera Palestina storica, compreso quel 22% rimasto unica modesta “pretesa” dell’Autorità palestinese per creare il proprio Stato e continuamente eroso da furti di terra e insediamenti ebrei tesi ad allargare lo spazio israeliano; questo Staterello sembra davvero beneficiare di una mano divina se si pensa che, nonostante tutto, e nel tutto inseriamo anche tutti i suoi terribili crimini, riesce ad essere coccolato, protetto e difeso come fosse fragile e, addirittura, beneficiato di regali dal suo padrino americano il quale, trattando il Medio Oriente come sua proprietà, ne prende le parti più ghiotte e gliene fa omaggio.
Cosa c’è di così straordinario che permette a Israele di fare il buono e il cattivo tempo col mondo senza mai pagarne le conseguenze? Non crediamo davvero al complotto pluto-giudaico-massonico che fu uno degli elementi propagandistici del nazismo per favorire la persecuzione degli ebrei, ma non crediamo neanche alla mano divina che, secondo Mike Pompeo, Segretario di Stato americano e non povero parroco di campagna, vede Trump come ultimo profeta mandato da Dio per assistere il suo popolo eletto. Parole dette pubblicamente e riportate, tra l’altro, nell’intervista rilasciata al Christian Broadcasting Network in cui si è spinto a definire Trump come “mandato da Dio per salvare Israele dall’Iran”. Un concetto analogo era già stato espresso dalla speaker della Casa Bianca, Sarah Sanders, quando alla medesima stazione tv, aveva dichiarato che era stato Dio a volere “che Trump diventasse presidente ed è questo il motivo per cui lui è qui”.
Noi razionalmente laici non possiamo credere davvero a questo nuovo Mosè americano che per volere divino offre prima Gerusalemme e poi le Alture del Golan a Israele. Se così fosse sarebbe ben duro per i credenti accettare l’idea di un Dio tanto ingiustamente partigiano e non avrebbe alcun senso né contestare né assecondare le malefatte del governo israeliano in quanto queste sarebbero volute, e quindi protette, da un’entità sovrumana contro la quale nulla è possibile fare. Siamo seri, per favore e ridiamo sulle criminali sciocchezze solennemente proclamate da Mike Pompeo e Sarah Sanders, non in uno spettacolo di cabaret, ma in una trasmissione di natura politica.
Lasciamo alla credulità degli sciocchi la mano di Dio e proviamo a capire se invece non ci sia dietro la mano dell’alta finanza, quella che realmente governa il mondo e che pare sia a sua volta governata dalle lobbies ebraiche in grado di determinare, o comunque favorire, anche le scelte elettorali nei sedicenti democratici Stati Uniti guidati, oggi, dal più rozzo presidente che abbia mai abitato la Casa Bianca fino ad ora.
Vediamo quindi che mentre il mondo dell’attivismo umanitario e filo-palestinese piange le ultime vittime sapendo che dovrà riservare molte lacrime per quelle che arriveranno ancora e che forse già mentre scriviamo vanno ad aggiungersi alle precedenti – nonostante non ci sia guerra ma semplice sopraffazione – in Israele si festeggia l’ultimo regalo offerto dal profeta Trump, il quale ha testualmente dichiarato che le Alture del Golan devono essere riconosciute come israeliane, in barba alla Siria e agli abitanti siriani sotto occupazione israeliana dal 1967e, ovviamente, al Diritto internazionale.
Prima Gerusalemme, uno schiaffo che nessun palestinese cristiano o musulmano e che nessun musulmano palestinese o meno intende incassare (a parte gli stretti collaborazionisti dello Stato ebraico) poi, dopo Gerusalemme, le Alture del Golan strappate alla Siria! Proviamo a chiederci: sono provocazioni che mirano a raggiungere altri scopi, o davvero Trump è il profeta dei circa 15 milioni di ebrei al mondo che, nonostante la loro pochezza numerica (su 7 miliardi e 200 milioni di umani “qualunque”) sono in grado di determinare cambiamenti epocali – e pericolosi – per l’umanità? E Netanyahu sconfiggerà il suo primo incubo, cioè l’Iran, grazie agli effetti dovuti ai regali di Trump e tutto sarà finito, o questi effetti determineranno catastrofiche conseguenze che andranno ben oltre la superficie delle Alture? E’ quanto meno lecito chiederselo e porsi in attesa di eventuali cenni da parte della Russia e non solo.
E quanto avviene nella Striscia di Gaza, gli assassinii del venerdì per mano dei killer israeliani (gli ultimi due martiri solo ieri), i venti che soffiano sussurrando rischi di rioccuppazione, il “deal” del secolo, la cecità delle leadership che rispondono al malcontento con metodi da occupazione israeliana portando solo al deterioramento del tessuto sociale, tutto questo è qualcosa di alimentato sotterraneamente o è semplicemente caduto come manna dal cielo a tutto vantaggio di Israele? Lasciando da parte per un momento laicità a razionalità verrebbe quasi da dire che una mano invisibile lavora davvero a favore di questo Stato che, esaminato in modo neutrale, come già detto sopra, dovrebbe soltanto essere inserito nella categoria degli Stati canaglia.
Se Dio si è trasformato in lobby finanziaria forse questa mano invisibile esiste davvero e forse è quella che determina le fortune dello Stato ebraico nonostante i suoi crimini, visto che una posizione geograficamente e quindi politicamente migliore non poteva esserci se non in quel pezzetto di terra che in fondo è una porta d’uscita sul Mediterraneo e una porta d’entrata nel ricco sottosuolo del Medio Oriente.
Di quella mano invisibile non ne beneficerà di sicuro la pace, ma in fondo non è la pace a muovere la finanza e neanche a muovere l’economia. Non è la mano invisibile di cui parlava Smith ipotizzando una Provvidenza di cui avrebbero finito per beneficiare tutti, ma è la mano criminale di un sistema che si estende ovunque e che è al di sopra del bene e del male intesi come concetti morali, un sistema che può determinare cambiamenti di alleanze, anche inaspettati, in omaggio a quel dio che alle tavole della legge ha sostituito le regole della finanza a beneficio assoluto di una minima parte del mondo. Quella che lo governa!
I palestinesi stanno pagando da molti decenni per questo e, per tacitare la loro voce e quella dei loro sostenitori, i valletti di Israele hanno preso a far uso della categoria dell’antisemitismo, che è del tutto estranea sia all’analisi che alla condanna dei crimini dello Stato ebraico.
Netanyahu ringrazia felice Trump, l’ultimo profeta, che non salverà il mondo dalla catastrofe, ma che probabilmente salverà lui, il prossimo 9 aprile, da una catastrofica caduta alle elezioni che lo porterebbe dritto dritto al processo per corruzione che lo sta aspettando.
A questo punto, sebbene con serie perplessità, dobbiamo convenire col Segretario di Stato americano che si dichiara “fiducioso che il Signore sia al lavoro qui” e non ci resta che aspettare che “il Signore”, essendo onnisciente, capisca la necessità di tornare sui suoi passi per il bene dell’umanità e non solo dei suoi “eletti”.