Davanti i giudici del Tribunale Supremo di Madrid, è iniziato – lo scorso 26 e 27 febbraio – il processo contro dodici esponenti del mondo politico catalano e della società civile della Catalogna accusati dei crimini di ribellione, sedizione e malversazione.
Si tratta del famoso caso dell’indizione e svolgimento di un referendum popolare per proclamare l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna.
A Madrid, in qualità di osservatori internazionali, su sollecitazione della piattaforma International Trial Watch ci sono Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, rispettivamente presidente e coordinatrice nazionale dell’associazione Antigone.
Gli osservatori italiani, pur constatando l’assoluta correttezza della Corte Suprema di Madrid e il rispetto delle formalità legali, hanno ritenuto di annotare sin dall’inizio, e pubblicare su Antigone, una serie di considerazioni ambientali negative.
In primo piano sicuramente appare criticabile che si giunga al processo dopo «oltre cinquecento giorni» di custodia cautelare. «Gli imputati non erano in procinto di scappare e non si sono opposti all’arresto in alcun modo così escludendo ogni velleità di fuga o di resistenza violenta», spiegano Gonnella e Marietti. La carcerazione preventiva, quindi, appare solamente come uno «strumento indebito di pressione nei confronti delle persone indagate o imputate».
«Anomala», inoltre, per Antigone, è apparsa «la presenza nell’Aula, al fianco dell’avvocatura di Stato e della Fiscalia, di avvocati in rappresentanza di un partito politico (Vox), tanto più se questo partito è di giovane costituzione (meno di cinque anni di vita sono trascorsi dalla nascita del partito fino alla richiesta di essere parte del processo nella qualità di accusa popolare). La loro presenza produce finanche visivamente l’effetto di trasformare il processo stesso in un processo politico, tanto più che tra gli imputati vi sono esponenti di partiti politici appartenenti a schieramenti opposti e non messi fuori legge rispetto a quelli dell’accusa popolare». Per Gonnella e Marietti «non sempre ciò che è legale è anche opportuno».
Se pur rispettosa dell’ordinamento giudiziario spagnolo, appare criticabile, per Antigone, «la non appellabilità della decisione» che sarà presa dalla Corte Suprema di Madrid.
Le accuse mosse all’imputato e leader di Òmnium Cultural Jordi Cuixarte «appaiono fortemente lesive del legittimo diritto alla libertà di pensiero, di associazione, di riunione, di dissenso, di protesta», secondo gli osservatori internazionali Gonnella e Marietti. Il presupposto dell’accusa di ribellione (ex articolo 472 del codice penale spagnolo), infatti, sarebbe «l’aver usato violenza», cosa che non è avvenuta.
L’associazione Antigone proseguirà a seguire il processo e informare i cittadini italiani.