Quanti ricordano – o sanno, soprattutto fra i giovani – che il 20 marzo di 16 anni fa gli Stati Uniti (formalmente una coalizione multinazionale guidata dagli USA) iniziavano l’attacco militare e l’invasione dell’Iraq? Avveniva (per ricordare solo gli snodi principali di una vicenda estremamente complessa, o meglio resa volutamente tale) dopo la sceneggiata del Segretario di Stato Colin Powell (componente considerato moderato dell’amministrazione Bush! Nel 2008 appoggiò l’elezione di Obama) che il 5 febbraio aveva esibito con enfasi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una fiala che a suo dire conteneva antrace di origine irachena e doveva essere la prova delle micidiali armi di distruzione di massa di Saddam Hussein (va ricordato che nel 2001 negli USA – dopo gli attentati dell’11 settembre alle Torri Gemelle – 5 persone erano morte e altre 17 contagiate da lettere che contenevano antrace). La regia era perfetta, peccato che fosse completamente falsa.
Ma vale la pena ricordare che la strategia veniva da lontano. Gli strateghi neocon (abbreviato per neoconservatives ) statunitensi avevano concepito il “caos creativo”: “Distruzione Creativa è il nostro mezzo, è venuto il tempo di esportare la rivoluzione democratica” (scrisse Michael Ledeen su National Review ), in parole povere guerre per rovesciare veri o presunti dittatori ed esportare la democrazia , evidentemente quella splendida democrazia statunitense nella quale neri e latinos vivono una condizione di vera apartheid e sono i bersagli preferiti della polizia (come ci ricorda il movimento B lack lives matter ). Lo testimonia il piano di sconvolgimento del Medio Oriente che i neocon progettavano nel 2006 . È la strategia che nel 1911 ha scatenato il caos in Siria (per abbattere il “dittatore” Bashar al-Assad, mutano i nomi ma la trama è la stessa), e ancora muove gli interventi militari degli USA in Medio Oriente (e non solo: Libia, America Latina).
Proprio recentemente sono stati declassificati negli USA documenti che rivelato gli avvertimenti di tre diplomatici al Segretario di Stato Colin Powell sulle implicazioni dell’invasione statunitense, secondo quanto riporta un recente articolo del quotidiano statunitense The Wall Street Journal 1 : “Uno sforzo per rovesciare il regime di Baghdad potrebbe avere implicazioni imprevedibili. Se non stiamo attenti, potremmo creare una ‘tempesta perfetta’ per gli interessi degli Stati Uniti”, scrissero tre diplomatici in una lettera segreta inviata a Powell, che ovviamente la ignorò. I diplomatici prevedevano l’esplosione di violenza settaria, attacchi alle truppe USA, interventi dell’Iran, instabilità politica di lungo periodo: insomma, la fotografia di quanto si è puntualmente verificato. Come del resto è avvenuto in Libia dopo il rovesciamento di Gheddafi. Addirittura il rovesciamento di Salvador Allende in Cile l’11 settembre 1973 per fermare il pericolo comunista aveva dato luogo al feroce regime fascista di Pinochet (1973-1990), altro che esportare la democrazia, ma comunque meglio per Washington.
Di fatto, a parte il caos, la guerra all’Iraq – denominata appunto “Operation Iraqi freedom ” – ha causato un numero enorme di vittime, dirette e indirette per la devastazione e il collasso delle infrastrutture mediche e sociali: si tenga conto che l’Iraq, pur considerando l’innegabile brutalità del regime di Saddam Hussein, era il paese del Medio Oriente più avanzato nei sistemi medici e di istruzione, oltre che il più aperto nella condizione delle donne. Le valutazioni delle vittime della guerra e successive, che non hanno certo goduto della Iraqi freedom , è molto incerta, la stima più recente riportata in uno studio del 2013 su Plos Medicine è di circa 500.000 vittime 2 . Nel 2012 l’allora Segretario di Stato USA Madeleine Albright ebbe la spudoratezza di affermare che “Ne valeva la pena”! 3
Vale la pena di ricordare anche che fra le vittime vi sono stati e continueranno a esserci quelle dovute all’uso dei proiettili a uranio depleto, che hanno disseminato tumori e altre malattie in Iraq4, in Afghanistan, nella ex Juogoslavia. Uranio depleto che ha già provocato più di 300 decessi per tumore ai militari italiani che servirono nella ex-Jugoslavia senza informazioni e protezioni adeguate5.
E dall’Italia venne la ciliegina sulla torta anche per la guerra all’Iraq quando, arrivando come le mosche sui cadaveri, il 15 luglio 2003 iniziò la missione denominata “Antica Babilonia” alle dipendenze (ovvio!) delle forze britanniche nel sud del Paese.
Una nota positiva comunque non va dimenticata: nelle settimane precedenti all’attacco all’Iraq si sviluppò un possente movimento mondiale di opposizione alla guerra, che è stato valutato complessivamente in 100 milioni di persone, e il New York Times qualificò addirittura come terza potenza mondiale. È vivissimo il rammarico che oggi, a fronte di una situazione non certo più rosea, e non solo per il Medio Oriente, i movimenti pacifisti si presentino deboli, frammentati, e talvolta litigiosi.
PS – Io ho una venerazione per la storia come fonte d’insegnamento per il futuro, quella historia magistra che rischia di venire (per l’appunto) cancellata dai programmi scolastici. La strategia degli USA non è in realtà originale, come ho discusso nell’articolo del 27 novembre 2017: Capire il Medio Oriente: quando la Gran Bretagna creò il caos, https://www.pressenza.com/it/2017/11/capire-medio-oriente-la-gran-bretagna-creo-caos/
Meditate genti, meditate!
1#. W. Strobel, “ Long-Classified Memo Surfaces Warning of ‘Perfect Storm’ From Invading Iraq “, The Wall Street Journal , 13 marzo 2019, https://www.wsj.com/articles/long-classified-memo-surfaces-warning-of-perfect-storm-from-invading-iraq-11552486945
2#. AA.VV., Mortality in Iraq Associated with the 2003–2011 War and Occupation: Findings from a National Cluster Sample Survey by the University Collaborative Iraq Mortality Study, PLOS Medicine , 15 ottobre 2013, https://journals.plos.org/plosmedicine/article?id=10.1371/journal.pmed.1001533
4#. S.N. Al-Azzawi, Depleted Uranium and Radioactive Contamination in Iraq: An Overview, Global Research , 22 agosto 2017, https://www.globalresearch.ca/depleted-uranium-and-radioactive-contamination-in-iraq-an-overview/5605215
5#. A. Fulloni, Uranio impoverito, la strage dimenticata dei soldati italiani:
340 morti e 4 mila malati, Corriere della Sera , 9 marzo 2017, https://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/03/03/uranio-impoverito-strage-dimenticata-soldati-italiani-340-morti-4-mila-malati-1e04a3c6-fff9-11e6-92b1-e1f58b14debd.shtml