«Non possiamo avere un pregiudizio nei confronti di tutti gli strumenti che vanno nella direzione di un sostegno al reddito, di un accompagnamento delle persone, della possibilità di un loro riscatto». Con queste parole, nella seduta n. 95 d’Assemblea di oggi, il senatore Francesco Laforgia ha annunciato, anche a nome della componente Liberi e Uguali del Gruppo Misto, il voto di astensione alla legge che istituisce il Reddito di Cittadinanza.
Laforgia ha lasciato «una porticina aperta» ad un voto pienamente favorevole alla Camera qualora, nell’altra ala del Parlamento, venissero risolte delle «contraddizioni» tutt’ora presenti nel provvedimento. In particolare, l’esponente della Sinistra si riferisce all’assunzione «dei precari dell’Anpal», alle «pene inflitte a coloro che dichiarano il falso sulla propria posizione che sono spropositate e danno il senso di uno Stato di polizia», ai «senza fissa dimora» che «rischiano di restare fuori» da questo strumento, all’esclusione dei «cittadini extracomunitari che vivono regolarmente nel nostro Paese».
Francesco Laforgia, nel proprio discorso, ripetutamente applaudito anche dal gruppo del Movimento Cinque Stelle, ha sostenuto che i senatori di Liberi e Uguali «ci sentiamo lontanissimi anni luce dalla tesi che definisco divanista, di quanti ritengono che il reddito di cittadinanza sia qualcosa che incentiva i nostri ragazzi (ma non solo loro) a poltrire sui loro divari e che quindi li disincentiva alla ricerca di un lavoro».
Per il docente universitario milanese, «questa tesi non è soltanto offensiva e chi la propina non ha assolutamente idea della condizione vissuta dalle famiglie che si trovano in una dimensione di povertà […]. Si tratta, però, di una tesi persino ridicola in relazione al fatto che se il tema è che l’integrazione al reddito proposta dal reddito di cittadinanza è molto vicina alla soglia dei salari medi di questo Paese, allora forse abbiamo un altro problema, che è la questione salariale, una gigantesca questione salariale. Allora vorrei dire: alzate i salari di questo Paese innanzitutto, anziché proporre la tesi del divano».
Nel proprio intervento Francesco Laforgia (Liberi e Uguali) non ha dimenticato di ricordare come nei trascorsi anni «si è assistito ad una vera e propria desertificazione industriale in molte aree del territorio, all’espulsione di migliaia di lavoratori dal mercato del lavoro, ad un mercato del lavoro che è diventato molto più frammentato e molto più precario» anche in ragione di «scelte sbagliate fatte in questi anni» da chi ha governato il Paese [anche da lui, visto che nella precedente legislatura era già senatore del Partito Democratico, NdR].